Cristiana Lodi, Libero 2/2/2010, 2 febbraio 2010
UN UOMO TRA VERONICA E IL SUPER TFR
Si chiama udienza di riconciliazione, ma il termine giuridico è solo una formalità. Perché nella milionaria causa di separazione fra Silvio e Veronica, non ci sono chances per un accordo consensuale. Sul tavolo delle trattative, oltre alle scappatelle del premier, c’è anche la vita amorosa della signora Miriam Bartolini, alias Veronica Lario. Un incrocio pericoloso di corna e reciproche accuse. Dispute e contrattazioni portate alla luce nell’udienza tenutasi sabato pomeriggio, in un’aula della Prefettura di Milano e sotto la giurisdizione di Gloria Servetti, presidente della nona sezione del Tribunale di Milano.
L’appuntamento doveva restare segreto come il luogo dove si è celebrato, ma ”l’operazione privacy” organizzata per blindare la delicata pratica, è stata un flop. Tant’è che è approdata in prima pagina sul Corriere della Sera e quindi in tutte le redazioni. I passaggi più curiosi di questo ”divorzio” non sono soltanto i numeri da capogiro: la divorzianda, oltre alla buona uscita di 700 milioni di euro come una tantum (un tempo 1.355 miliardi di lire), ha chiesto nei mesi scorsi un appannaggio mensile di tre milioni e mezzo al mese. Ma quanto consuma la signora per pretendere tanti alimenti? Viene da domandarsi. Lo stipendietto è considerato adeguato al proprio tenore di vita. Gli avvocati del premier: Ippolita e Niccolò Ghedini più Cristina Rossello, hanno controbattuto con una somma oscillante fra i 200 e i 300 mila euro. Una miseria, si fa per dire.
Silvio e consorte si sono visti in aula per venti minuti, dopo nove mesi di contatti interrotti e telefonate mancate. L’udienza «si è svolta in un clima sereno», dice una voce alla quale risulta difficile credere. Secondo la procedura, prima è stata ascoltata lei (alla presenza dell’avvocatessa Maria Cristina Morelli) e poi è stato sentito Berlusconi. Infine le due parti insieme, sempre con i rispettivi legali. Non ci sono soltanto le cifre astronomiche sul piatto, dicevamo.
Il collegio difensivo di Berlusconi ha infatti prodotto (e consegnato direttamente nelle mani di Gloria Servetti) un dossier per illustrare sì il patrimonio della signora Lario: immobili a Segrate e a Milano, a Bologna, a Londra, New York eccetera.
Ma le pagine più significative e roventi del memoriale sono quelle dedicate al ritratto di Veronica, moglie incline a perdonare a sé stessa ciò che ha rimproverato pubblicamente al marito. Ovvero le corna. Gli scritti sulle infedeltà di lei sono, processualmente parlando, fatti da mettere in rapporto diretto con le richieste economiche dalla consorte stessa avanzate. Pretese considerate ingiustificate dalla controparte: visto che Miriam Bartolini nella sua richiesta di separazione, accusa il marito-premier di presunte infedeltà che lei stessa avrebbe commesso. Il collegio, sostenendo che anche Veronica non è esente da colpe, punta ad abbassare la posta. Ecco allora che tornano sulla scena storie uscite dalle redazioni: il periodo è quello consueto di ogni vigilia elettorale, quando la signora Lario si lascia prendere dal vezzo di portare in piazza gli affari di famiglia, nel tentativo di annientare il marito fedifrago (invulnerabile agli attacchi politici, giudiziari e personali), ma vulnerabilissimo nella parte più debole della carne. Alle esternazioni pre-elettorali di Veronica, dalle colonne di Libero, avevano fatto una gran eco le rivelazioni (mai smentite da nessuno) di Daniela Santanché: «Il premier non ha sfasciato alcuna famiglia, piuttosto è Veronica
ad avere un compagno. Da molto tempo ha al suo fianco un amante». E giù con nomi e circostanze: «Si chiama Alberto Orlandi, 47 anni (in realtà sono 37, ndr) ed è capo del servizio di sicurezza di Villa Macherio, con lui la signora condivide progetti, interessi e vacanze». Come l’ultima, trascorsa in Cina prima di Natale. Berlusconi lo sa: «Ha rinunciato ad avere al fianco la sua donna e accettato che l’Italia non avesse una first lady. Ha messo da parte il suo orgoglio di uomo e accolto in silenzio ciò che Veronica gli aveva chiesto. Poi lei stessa ha rotto il patto, presumo consigliata da qualcuno interessato a gettare fango sul premier». Le dichiarazioni e la circostanza, sono finite nel dossier consegnato al giudice che deve decidere. La querelle si annuncia lunga, il presidente Gloria Servetti ha fatto un primo esame delle carte, l’udienza è stata rinviata a marzo per dare ai coniugi la possibilità di tentare un accordo. Tuttavia improbabile. Spetterà a un giudice istruttore formulare una proposta economica da sottoporre al Tribunale, per liquidare la signora Miriam Bartolini. Una cosa è certa: se non si trova un’intesa, lei dovrà andarsene da Villa Belvedere Visconti di Modrone, la residenza di Macherio (valore 78 milioni) dove la signora conduce vita separata da Silvio.
Cristiana Lodi, Libero 2/2/2010