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 2010  febbraio 02 Martedì calendario

CACCIA AI PARTNER ANTI-CRISI

Caccia aperta all’investitore anti-crisi: dalla Videocon al gruppo tessile Miroglio, da Montefibre al sito Fiat di Termini Imerese, per salvare in extremis posti di lavoro il governo batte le ultime piste utili affidandosi ad agenzie di scouting o tessendo contatti in prima persona. Impresa in salita perché molte delle ipotesi vagliate rischiano di non avere la sufficiente consistenza; altre, giudicate più idonee, devono invece dribblare i dubbi dei sindacati. Un gran bel lavoro per l’unità del ministero dello Sviluppo che si occupa di vertenze e crisi industriali, peraltro in uno dei momenti di più alta tensione sociale culminato domenica con l’appello di papa Benedetto XVI per tutelare gli operai di Fiat e Alcoa.
«Siamo assolutamente consenzienti – ha detto ieri Alberto Bombassei, vicepresidente di Confindustria per le relazioni industriali ”. L’obiettivo principale è la salvaguardia dei posti di lavoro ». Sono circa 140 le aziende con lavoratori a rischio su cui si concentra il ministero. A queste si aggiungono crisi settoriali, che toccano in modo particolare la ceramica con il distretto emiliano, la chimica, la farmaceutica, le infrastrutture per tlc, il mobile imbottito della Puglia-Basilicata. Poi c’è la grande ragnatela di società in amministrazione straordinaria (oltre 300 sommando le diverse procedure adottate). Numeri freddi che raccontano solo in parte l’Italia delle imprese che annaspano. Che fotografano soltanto la superficie del fenomeno, lasciando in ombra i business plan, le trattative per rilanciare siti altrimenti perduti, la rete di consulenti, perfino i contatti avviati a livello governativo con le ambasciate per verificare la solidità di potenziali investitori stranieri. Come nel caso della vertenza Videocon, l’azienda di televisori di Anagni. La famiglia indiana Dooth ha deciso di mollare e, dopo le cinque proposte esaminate dal ministero, ha ora avviato le trattative finali per la cessione. In pista ci sono la Global Energy, la Pufin, l’Harianne group, la siriano- canadese Ssim (siderurgia) e Otto Group, una cordata di imprenditori cinesi.
E dalla Cina arriverebbe anche una delle proposte per il sito Fiat di Termini Imerese. A formalizzarla è stata la Taihe rappresentata da Mario Mazzali e legata, secondo quanto presentato allo Sviluppo economico, al colosso cinese dell’auto Faw. A fargli concorrenza sarà tra gli altri il finanziere Simone Cimino con un progetto per l’auto alimentata a energia solare giudicato interessante dal commissario Ue ai trasporti Antonio Tajani. Potrebbe essere della partita anche l’imprenditore Gian Mario Rossignolo che resta alla finestra in attesa, spiega in una nota, di conoscere «le specifiche conoscenze sulla questione». Ieri con il turno delle 6 a Termini è ripartita l’attività produttiva, in attesa del nuovo tavolo tecnico di venerdì. Sarà probabilmente solo una tappa intermedia; il governo intende infatti nominare un advisor e dovrà considerare anche proposte arrivate direttamente al Lingotto, come quella dell’Ikea.
Si aprono spiragli importanti nel settore della chimica. Un tandem composto da Clivati e la thailandese Indorama dovrebbe acquisire il polo di Ottana (Nuoro) della Dow Chemical-Pic mentre un pool di piccoli imprenditori veneti e un imprenditore piemontese potrebbero sfidarsi sul sito Montefibre di Porto Marghera. Eppure per il settore c’è ancora da soffrire, visto che resta aperta la vertenza Vynils e da pochi giorni il ministero ha iniziato a lavorare anche al difficile caso della Nuova Pansac. Insomma, il lavoro del governo procede in un mix di buoni risultati ed insuccessi. tutto da rifare, ad esempio, per gli stabilimenti tessili del gruppo Miroglio in Puglia: dopo la rinuncia del gruppo Intini, ora un’azienda di scouting cerca un nuovo investitore.
Nel frattempo, fuori dalle stanze dei tecnici del ministero, il clima è sempre più teso. Oggi Roma sarà blindata per il vertice a Palazzo Chigi sull’Alcoa. Ieri è proseguita l’agitazione dei dipendenti Italtel della Capitale, preoccupati per la prospettiva di chiusura della sede, e si è riaperto il tavolo Eutelia, con i sindacati che tornano a chiedere il mantenimento delle commesse per il gruppo Omega (ex-Eutelia-Agile) e il pagamento degli stipendi non corrisposti.
Il Pd propone una soluzione da inserirecome emendamento nel Dl milleproroghe all’esame del Senato: un fondo di garanzia di 50 milioni nel 2010 presso l’Inps per pagare gliarretrati di almeno 4 mesi. Il 22 febbraio si svolgerà un nuovo tavolo sulle commesse pubbliche.