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 2010  febbraio 02 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "LUIGI

FILIPPO"

Un discours du 30 janvier 1831 dans lequel le roi Louis-Philippe fait connaître son intention de – se tenir dans un juste milieu également éloigné des excès du pouvoir populaire et des abus du pouvoir royal ”.

«Cavour [...] prende aspramente posizione contro quegli ambienti liberali che sembrano eccitare le passioni popolari e i propositi di vendetta: "Mi sono profondamente indignato - scrive allo zio Sellon il 23 ottobre 1830, quando più ferveva la polemica sull’indirzzo presentato a Luigi Filippo dalla Camera dei deputati per l’abolizione della pena di morte - quando ho visto giornali che professano sentimenti generosi impadronirsi del famoso indirizzo della Camera per

Quando una crisi economica o un problema finanziario si dilatano, sembrano perdere il nesso con la realtà; pure quella folle cifra tedesca è in parte irreale, gonfia in misura fantasmagorica la pur gravissima difficoltà di procurarsi in quei giorni un tozzo di pane in Germania. Lafitte, il banchiere di Luigi Filippo re di Francia, diceva che la finanza ha spesso la meningite ed era uno che s’intendeva di numeri e del loro rapporto, così spesso bislacco, con le cose. La cifra del nostro stipendio la sentiamo concretamente corrispondere alle cose in cui può convertirsi e si converte’ un pranzo, un cappotto o l’affitto’ finché non comincia a slittare così pericolosamente rispetto al costo della vita da diventare fluttuante e irreale, perché non sappiamo più a cosa corrisponde in realtà, a quanti caffè al bar o a quante stanze di un appartamento in affitto.

La prima sezione della mostra vuole documentare questa situazione storica, presentando, oltre che un acquerello con l’entrata delle truppe francesi ad Alba, anche i ritratti di alcuni personaggi protagonisti della convulsa storia di quegli anni, a partire da Napoleone stesso e dai suoi principali generali: Menou, che divenne governatore della Toscana e Soult, un generale dai raffinati gusti artistici, grazie ai quali creò una propria importante collezione iniziata a Torino e perfezionata in Spagna. Alla sua morte essa era talmente consistente che il re di Francia Luigi Filippo la utilizzò per dar vita alla celebre ”Galleria spagnola” del Louvre.

salottini Luigi Filippo

Laurent Theis, che oltre a essere protestante è uno dei più accreditati studiosi di François Guizot, lo storico, teorico della politica, e primo ministro di Luigi Filippo,

Maria Adelaide raccoglieva le lettere private dei Penthièvre Borboni e Orléans per bere goccia a goccia il veleno del rammarico, ritrovare i rimbombi di tanti che la Storia e il tempo avevano precipitato e sbattuto. Un grafologico teatro di ombre. Finirono, quelle lettere, nella scrivania del figlio, Luigi Filippo, che fu re ma anche lui destinato a fuggire, nel 1848, inseguito dai furori per fortuna meno omicidi di un’altra rivoluzione. Si pensava che fossero state disperse nel sacco delle Tuileries; invece sono rimaste nascoste fino al 1929, quando riapparvero nelle mani di un libraio, Maurice Dussarp, che amava troppo i suoi manoscritti per venderli. Destino triste che invece si è compiuto ieri, e che l’incasso di 290.500 euro non basta ad indorare.

Maria Adelaide d´Orléans, madre di Luigi Filippo e discendente di uno dei 16 figli illegittimi del Re Sole.

A lungo, infatti, si è pensato che tutti i documenti della famiglia fossero spariti durante la Rivoluzione del febbraio 1848, visto che Luigi Filippo scappò senza riuscire a portar nulla con sé. Riapparse alla fine degli anni Venti, [le lettere - ndr] sono state messe in vendita da un collezionista.

La Legione fu fondata da re Luigi Filippo il 22 marzo 1831, a supporto della sua guerra in Algeria, incorporando tutti gli stranieri che avessero voluto firmare volontariamente un ingaggio, una caratteristica che resta valida tutt’ora.

La Légion Etrangère, creata da Luigi Filippo nel 1831 all’epoca della conquista francese dell’Algeria,

DI ROBILANT Francesca Milano 16 maggio 1981. Pittrice. Figlia del conte e brand designer Maurizio (Roma 2 aprile 1951, suo il design di alcune marche, tra cui Fiat, Martini, Illy ed Enel) e di Emanuela Greppi (Milano 17 aprile 1954). «Il cognome, dice, non l’ha aiutata. Perché chiamarsi di Robilant ed essere annoverata tra i discendenti dei re di Francia (’mia nonna paterna Malì, donna stupenda, discende da Luigi Filippo”)

Alla Bibliothèque Nationale sono esposti in fatti 220 fogli con le litografie satiriche che Daumier pubblicò su alcuni giornali o riviste satiriche, fin da quando nel 1830 esordì prendendo di mira Luigi Filippo con alcune caricature che fanno capire quanto genio e coraggio, ironia e senso civile della critica fossero in lui già dosati in parti eguali.

Henri Beyle [Stendhal] al tempo della Restaurazione fece il suo apprendistato a contatto con la politica italiana, ed è per questo che le sue simpatie politiche avrebbero sempre teso ad essere liberali... Aborrì come ”fango’ i governi di Luigi XVIII e Carlo X, li fustigò senza pietà nei romanzi Armance, Il Rosso e nero, e Lamiel.... Si entusiasmò invece per la rivoluzione costituzionale del 1830…. sotto il regno di Luigi Filippo tornò a fare il funzionario. Questa circostanza può spiegare in parte la lealtà al governo del 1830 sino alla morte….”.

[Pellegrino Rossi] era a Roma dunque quando il Conclave elesse un nuovo Papa nella persona di Pio IX. Ed era a Roma quando la rivoluzione francese del marzo 1848 detronizzò Luigi Filippo, costrinse Guizot a fuggire in Inghilterra e instaurò la repubblica. Rossi perdette il posto, naturalmente, ma rimase a Roma, dove sapeva di poter contare sulla simpatia di un Papa a cui aveva dato molti buoni consigli nel periodo in cui Pio IX sembrò essere la guida morale di un grande Risorgimento nazionale.

Luigi Filippo, il re scettico e volterriano che aboliva tutti gli impegni con la Chiesa assunti nei secoli dalla monarchia francese.

Lo Statuto del Regno sabaudo, voluto da Carlo Alberto nel 1848, fu ispirato dalla Carta di Luigi Filippo, adottata dopo la rivoluzione del 1830.

In perfetto stile neo-Biedermeier o, se si preferisce, neo-Luigi Filippo.

Ma dove siamo, nel Faubourg Saint-Germain? L’amore borghese non risale che a quel mondo; e fosse esistito all’epoca di Radames, ci s’innamora forse d’una schiava, vale a dire di una mera res, oggetto solo di proprietà e possesso? E si ha la minima idea di che cosa si faceva dei prigionieri di guerra: quelli, dico, sopravvissuti alla deportazione, che avveniva in atroci marce nel deserto, attaccati costoro a catena in coppia per piede, il destro dell’uno al sinistro dell’altro, onde ogni passo produceva, per l’attrito contro il bronzo acuminato, una piaga scarnificante la carne fino all’osso? (Fra parentesi: ciò avveniva ancora nel «democratico» Ottocento di Luigi Filippo quando si deportavano i forzati: vedi Splendori e miserie delle cortigiane di Balzac).

Luigi Filippo d’Orléans, l’ultimo re di Francia.

Quante storie nella camera da letto. Il Sole 24 Ore 22 gennaio 2006. I parigini che, dopo la rivoluzione del luglio 1830, erano stati invitati a visitare la reggia ebbero una sorpresa. Nella camera dei sovrani troneggiava un grande letto matrimoniale. Veniva così palesemente infranta la consuetudine aristocratica delle stanze separate. Con quella messa in scena - in realtà Luigi Filippo e la regina dormivano in locali diversi - il Re Borghese intendeva rassicurare i suoi sudditi: malgrado il suo sangue blu, era uno dei loro. Bisognava cancellare l’immagine libertina della nobiltà. "Gli appartamenti separati nei palazzi dell’alta società rivelano che i rapporti nell’ambito del matrimonio non implicavano necessariamente relazioni amorose", puntualizza l’etnologo Pascal Dibie in queste pagine colte e mai noiose sul "riposo e l’amore nei secoli".

Charles-Marie di Talleyrand Périgord, vescovo di Autun e duca di Benevento, fu ministro degli Esteri di Barras, del generale Buonaparte, dell’ imperatore Napoleone e di Luigi XVIII. E, dopo avere favorito l’avvento al potere del ramo cadetto degli Orléans, fu ambasciatore di Luigi Filippo a Londra.

Benjamin Constant aderì al regime buonapartista del 18 Brumaio, fu esule all’epoca dell’Impero, scrisse per Napoleone la Costituzione dell’Impero restaurato durante i Cento giorni, fu presidente del Consiglio di Stato sotto Luigi Filippo.

Monaldo, un reazionario molto audace. Libero 27/11/2005. Nel 1830, in Francia, la ”rivoluzione di luglio” caccia Carlo X - fratello del ghigliottinato Luigi XVI - e porta al potere Luigi Filippo di Orléans, che accetta di essere nominato ”re dei Francesi”, adotta la bandiera tricolore al posto di quella con i gigli dei Borbone, si proclama difensore di tutti i popoli oppressi d’Europa: insomma, un ”monarca liberale”. E moti liberali scoppiano un po’ dappertutto: anche in Italia, nella Modena di Francesco IV e nella Romagna pontificia.

Il suo automa [di Robert Houdin - ndr] più famoso era lo Scrivano-Disegnatore, capace di mutare anche l’espressione del volto mentre si concentrava sulla scrittura. Fu presentato all’esposizione parigina del 1844, e il re Luigi Filippo se ne entusiasmò quando scrisse, a comando, sotto gli occhi del sovrano, il numero esatto degli abitanti di Parigi, 908.964.

In regime parlamentare, diceva Guizot, «il centro è il mediatore abituale e il giudice definitivo del governo». Nel linguaggio politico la parola «centro» fece la sua apparizione nella Camera francese durante la Restaurazione, quando cioè tornò a esservi un barlume di vita parlamentare dopo la lunga parentesi bonapartista. Soprattutto con Luigi Filippo (1830-1848) il Centro prosperò. Scrive Pierre Larousse nel suo delizioso Grand Dictionnaire Universel: «La parola centro indica quei deputati che sono seduti di fronte al presidente della Camera e cercano, il più ordinatamente possibile, di evitare le difficoltà al governo e ai ministri». Tutto cambia col suffragio universale.

Tocqueville scriveva dell’ America ma pensava innanzitutto all’ Europa e, in particolare, alla Francia del suo tempo. Non vediamo in queste denunce il riflesso della cecità egoista della società di proprietari del tempo di Luigi Filippo, l’ intuizione dell’ imminente scossa rivoluzionaria del ’48 ("il vulcano sul cui orlo siamo assopiti") e il presagio della restaurazione autoritaria bonapartista?

Il ministero della Difesa francese ha deciso di consentire alle donne di arruolarsi nella Legione Straniera. L’armata mercenaria d’élite fu creata dopo l’ascesa al trono di Luigi Filippo, nel 1831, per la conquista coloniale dell’Africa.

«La verità è che ormai lo spirito rivoluzionario di Balbo è andato a farsi benedire. Italo è ingrassato, non solo fisicamente. Sarebbe un buon ministro di Luigi Filippo...» scrive Malaparte in una lettera a Quilici.

Lèonie d’Aunet, moglie di Francois Biard, ritrattista alla corte di Luigi Filippo d’Orlèans.

Atto di nascita. "Il serà formé une Légion composée d’étrangers, cette Légion prendra le nom de Légion Etrangère" (Luigi Filippo, re dei francesi, 9 marzo 1831).