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 2010  gennaio 31 Domenica calendario

IL PIANO DI CONSORTE PER FARLA PAGARE AGLI EX COMPAGNI

«Oggi la politica si basa tutto su come attaccare, aggredire Berlusconi ma è una strategia che dà niente. Berlusconi ha vinto le elezioni, governa, ha dato persino risultati migliori di altri. Mettiamocelo in testa: bisogna batterlo su quel terreno mica su altri». Pare una variante del Bersani pensiero, una ribattuta del pensiero dalemiano. Invece no, a dirlo a Libero è Gianni Consorte, l’ingegnere di Bologna che nell’estate del 2005 tentò di scalare Bnl dal ponte di comando di Unipol, e che oggi ci riprova a tornare al centro dello scacchiere del centrosinistra. Ieri con i soldi, con la ragnatela che da via Stalingrado, dall’Emilia delle coop triangolava con Montepaschi con De Bustis l’algebra delle risorse rosse. Consorte infila una serie di mosse da manuale, da vecchia scuola di Botteghe Oscure, piazza un paio di puntelli in quel centrosinistra in perpetua conversione industriale. Oggi con il riformismo della finanza e della politica.
IL PROCESSO
Prima mossa, la richiesta di portare in aula al processo Unipol mezzo partito democratico, da Bersani, D’Alema, Rutelli in giù, tutti a testimoniare la caratura storica del naufragio pilotato del progetto Unipol-Bnl.
Poi una intervista a Marco Imarisio sul Corriere dove va giù piatto: «Veltroni, Fassino, D’Alema: mi hanno abbandonato. Sacrificato sull’altare del primato della politica. C’era da far nascere il Partito Democratico, e a marzo 2006 le elezioni. La nascita di Unipol-Bnl, radicato in un territorio riformista, avrebbe creato una realtà forte, con la quale gli altri centri di potere economico e politico avrebbero dovuto fare i conti. Questo non era gradito a una parte dei Ds e della sinistra.
I primi ad affossare tutto sono stati proprio i potenziali beneficiari, i dirigenti del costituendo Partito Democratico. Devono delle spiegazioni, a me e ai giudici. Spero per loro, e per il Paese che siano convincenti».
In realtà Consorte va letto tra le righe come un politico di lungo corso. E nell’intervista assolve l’amico D’Alema, con il quale il rapporto mai si è interrotto, e anche Fassino. Nulla sapevano dei retroscena della scalata. L’obiettivo quindi rimane quello di sempre: «Rutelli, Parisi, Amato, Bertinotti e molti altri temevano che Unipol-Bnl avrebbe
reso più forte Fassino e D’Alema». In realtà la nuova costruzione dell’ingegnere, che muove i primi passi e provoca i primi rumori si intravede già come progetto assai ampio.
Farà un partito? Lui nicchia: «I miei progetti sono top secret. Di certo in Italia, manca un partito socialista di matrice riformista come invece è presente in tutti i paesi d’Europa. Un partito di questo tipo sarebbe una forza, invece da noi si butta il bambino con l’acqua sporca».
LE PARTITE
Sul concreto, Consorte giocherà diverse partite. Sul piano intellettuale, della cultura, con una collana di saggi, in uscita il suo primo firmato con Longanesi e poi convegni, seminari per sostenere l’idea riformista.
Per sottrarla appunto all’abbraccio mortale degli antiberlusconiani duri e puri, a chi vede nel premier il Male, interlocutori destinati a fallire nell’alternativa, privi di progetti percorribili, privi di ”nuova politica”.
Poi, cercherà di rendere più dinamica la sua presenza nel mondo dei quotidiani. Naufragato il progetto dell’Unità con in portafoglio la partecipazione in e-Polis, Consorte non nasconde agli amici la voglia di sempre, un quotidiano.
Magari uno nuovo, sperimentale nella distribuzione, chi può dirlo? Certo, ci vogliono risorse e soci. Ecco la sua Intermedia, la banca d’affari aperta negli anni delle turbolenze giudiziarie, che oggi conta 170 soci e un capitale sociale che lieviterà entro marzo a 200 milioni di euro. Era l’obiettivo da raggiungere nel 2013 per proporsi sempre più nel mondo della finanza amica.
A questo ingegnere abruzzese non è l’ingegno che manca né la preparazione: persino i pubblici ministeri di Milano come Eugenio Fusco glielo hanno sempre riconosciuto. Si tratta di capire però fin dove vorrà arrivare. Se, ad esempio, l’idea di creare un movimento per la giustizia giusta, contro lo storture della magistratura che coltivava in segreto solo qualche anno fa oggi vorrà riproporla. Chiedendo magari aiuto a un ritrovato Luciano Violante.
Gianluigi Nuzzi, Libero 31/1/2010