il Giornale 31/1/2010, pagina 23, 31 gennaio 2010
LETTERE DI T.S.ELIOT
(vedere anche frammento 196845) -
La stampa letteraria in mano alla sinistra
A Charles Maurras
Caro Maestro, spero mi perdoniate l’impertinenza di scrivervi a proposito della rivista trimestrale inglese The Criterion, per la quale vorremmo implorarvi di inviarci qualcosa di inedito. Penso che fino ad ora la vostra notevole opera sia stata ignorata e persino soppressa in Inghilterra, stante il problema che la maggior parte della stampa letteraria è controllata dai liberali, da gruppi della sinistra politica e quasi apertamente repubblicani. Credo addirittura che lo scrittore contemporaneo francese più conosciuto e più letto fra gli intellettuali di Londra sia André Gide. Il che potrà darvi un’idea della situazione attuale. questa posizione che The Criterion vuole capovolgere. Qui, anche i giornali sedicenti conservatori sono timorosi e si mantengono su posizioni fluttuanti. Solo The Criterion sostiene apertamente una filosofia che agli occhi della democrasserie sembrerá reazionaria, ma che a nostro avviso è la sola filosofia in grado di offrire ai nostri giorni la minima speranza di progresso. Sono convinto che le opinioni del gruppo del Criterion siano vicine all’Action Française. Fatte le debite reserve sulle circostanze e le varianti dei due popoli, mutatis mutandis, credo che la nostra filosofia, una filosofia aristotelica, sia la stessa. (...) Occorre chiarire che The Criterion non è una rivista politica. Non ci occupiamo di attività politiche. Ci asteniamo dal gioco futile dei partiti, non siamo partigiani di nessun governo. La nostra è una filosofia generale la cui influenza defluirà nella politica, nella telogia e nella letteratura. The Criterion è semplicemente una rivista letteraria. In voi noi salutiamo il grande critico. (...)
(4 ottobre 1923)
Ma quale nazionalismo, io sono per gli imperi
A Ford Madox Ford
Caro Ford, saluto con estrema curiosità la pubblicazione della Transatlantic Review, spero che le differenze con il Criterion siano complementari. Personalmente ho sempre fatto mia una delle tue regole capitali: che gli standard della letteratura debbano essere internazionali. E personalmente, come tu sai, sono un Tory vecchio stile. L’epoca attuale, singolarmente stupida, è un’epoca di errati nazionalismi, e di altrettanto erratie artificiali internazionalismi. Io sono per gli imperi, specialmente l’impero austro-ungarico, e deploro l’esplosione di nazionalità artificiali, create come artificiali genealogie per milionari, in tutto il mondo. Il numero di lingue che vale la pena di scrivere è molto piccolo, e a me sembra una perdita di tempo tentare di ingrandirlo. D’altra parte, se qualcuno detiene un’autentica nazionalità – e una nazionalità autentica dipende dall’esistenza di una letteratura autentica, il suo carattere nazionale dovrà complementare e non contrastare le altre nazionalità. (...) Sono anche d’accordo che debba esserci soltanto una letteratura Inglese, che non debbano esserci una letteratura Britannica e una letteratura Americana.
(11ottobre1923)
Ne ho abbastanza degli editori ebrei
A John Quinn
Mio caro Quinn, sono contento di sapere che Horace Liveright ha venduto 1250 copie del mio libro, ben oltre le aspettative. Allo stesso tempo mi sorprende di non aver ancora ricevuto un penny da lui. Sono molto contrariato, anche se è il tipo di comportamento che so di dovermi aspettare da tipi come Liveright. Ne ho abbastanza di lavorare con editori Ebrei che non rispettano la loro parte del contratto a meno che non ne siano costretti per forza (...) Mi piacerebbe trovare a New York un editore Cristiano a modo, di cui potermi fidare, che non sia ambiguo e evasivo a ogni oppotunità.
(12marzo1923)
Il dilemma insuperabile di una moglie malata
A Ezra Pound
Caro Ezra, Vivien non sembra migliorare e la situazione è un dilemma; non sta abbastanza bene per restare in campagna ma non sembra che il ritorno in città potrebbe farla star meglio. Più avanti spero possa andare all’estero, soprattutto perché come tutte le persone sensibili trova la civiltà dell’Inghilterra estremamente deprimente.(...)
(14maggio1923)
Mi sono trasformato in una gelida macchina
A John Middleton Murry
Negli ultimi diecianni – gradualmente, ma deliberatamente – mi sono trasformato in una macchina. L’ho fatto di proposito – per resistere, per sopportare e non avere sentimenti – ma questo ha ucciso V. Lasciando il lavoro in banca spero di smettere di essere un automa – ma sono spaventato – perchè non so che cosa succederà a me e a Viv se ritornerò a vivere ancora. Ho deliberatamente soffocato i miei sensi – nel 1915 sono deliberatamente morto per poter andare avanti con una forma esteriore di vita. ”Essere me stesso” ma con che sentimenti, con che risultati per gli altri? (...) Avviene che le vite di due persone siano assolutamente ostili? vero che talvolta uno possa vivere a scapito della morte dell’altro? (...) devo uccidere lei o uccidere me? Ho provato ad annientarmi – ma solo trasformandomi in una macchina che annienta lei. possible esorcizzare il desiderio di ciò che non posso avere?
(metà aprile1925)