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 2010  febbraio 01 Lunedì calendario

MI-TO UNITI SOLO CONTRO LO SMOG (+

intervista a Roberto Tricarico) -
Il vero Mi-To, oggi si chiama smog. Altro che la megalopoli della cultura, l’alleanza tra i due politecnici, la fusione naufragata tra le aziende di trasporto pubblico e l’alta velocità ferroviaria: l’integrazione più riuscita tra le due capitali del Nord Ovest oggi si fonda sul Pm 10, le centraline impazzite, la politica che arranca alla ricerca di una via d’uscita, i cittadini che indossano le mascherine per strada. Ieri Milano, dopo diciannove giorni consecutivi di sforamento del limite massimo di microparticelle ammesso dall’Unione europea, ha fermato le auto per otto ore. Oggi Torino e alcuni Comuni dell’area metropolitana metteranno al bando i mezzi Euro 2 diesel. Palliativi, piccole contromisure per arginare un inizio 2010 da incubo: 24 giorni da bollino nero sotto la Madonnina; 16 sotto la Mole, Pm10 nell’aria anche a 120-150 microgrammi al metro cubo, quando il limite massimo è fissato a 50. Per l’Europa quell’asticella può essere superata non più di 35 giorni in un anno. Nel 2009 Torino ha sconfitto Milano 151 a 108 giorni. Il 2010 sembra l’anno del ribaltone, ma la sostanza cambia poco: per entrambe le città il bonus è già quasi scaduto. E siamo appena a febbraio.
Forse non è un caso, allora, se sotto la Mole si stia facendo largo l’ipotesi di un’alleanza contro l’inquinamento. Di più: coinvolgere tutti i Comuni della pianura Padana per scambiarsi esperienze e buone pratiche nella lotta alle polveri sottili che rendono irrespirabile l’aria. L’assessore all’Ambiente torinese Roberto Tricarico - con il supporto dell’Anci, di cui il sindaco Chiamparino è presidente - sta organizzando il primo summit padano contro lo Smog a Torino.
L’idea è semplice: affossare le divisioni politiche e i campanilismi per cercare di arginare l’emergenza. Per Ivo Allegrini, direttore dell’Istituto per l’inquinamento atmosferico del Cnr, è giusta: «Le strategie adottate finora non hanno senso. La gestione del problema smog è stata delegata ai singoli comuni, o alle province, come se fermare le auto a Milano lasciandole circolare a Bergamo potesse servire. Le politiche meteo-climatiche, invece, vanno affrontate su vasta scala, altrimenti sono inutili». E inutili - par di capire - sono stati i provvedimenti fin qui adottati a livello locale: veicoli Euro 0, 1 e 2 fermati nelle fasce orarie più critiche, motocicli tenuti nei garage, Tir fatti girare alla larga dal centro, autobus inquinanti mandati in pensione. Per non parlare dell’Ecopass, un diluvio di regolamenti contorti che sembrano aver creato più grattacapi ai cittadini che reali benefici all’aria. Il professor Allegrini liquida tutto con una parola: propaganda. «I provvedimenti spot servono soltanto a mostrare che la classe politica si batte per risolvere il problema». E, per lo più, producono effetti surreali: a Milano la procura mette sotto indagine il presidente della Regione Formigoni, il sindaco Moratti e l’ex presidente della provincia Penati; a Torino no, ma oggi la destra presenterà un esposto in tribunale. A Milano la giunta di centrodestra finisce quotidianamente sotto il fuoco del centrosinistra, che a Torino governa e subisce identico trattamento dagli avversari. Se i due Comuni si scambiassero le opposizioni i provvedimenti di contrasto all’inquinamento sarebbero approvati all’unanimità.
Ecco perché la Padania anti-smog potrebbe essere una soluzione più efficace: «Le politiche di lotta all’inquinamento vanno integrate in maniera strutturale», spiega Elena Comino, docente al dipartimento di Ingegneria per l’ambiente e il territorio del Politecnico di Torino. «Fissare obiettivi sarebbe poco sensato, bisogna puntare a ridurre le concentrazioni di particelle nell’aria, anche solo di qualche punto percentuale».
Andrea Rossi

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INTERVISTA A ROBERTO TRICARICO -
Roberto Tricarico, assessore all’Ambiente del Comune di Torino, davvero pensa di risolvere il problema smog con Milano o addirittura coinvolgendo l’intera pianura padana?
«Non c’è altra scelta. Ho proposto al sindaco Chiamparino, che è anche presidente nazionale dell’Anci, di organizzare una riunione con tutti i Comuni del Nord per individuare misure comuni. Flavio Morini, sindaco di Scansano e responsabile Ambiente per l’Anci, l’ha avvallata. Il primo summit padano anti-smog si terrà a Torino».
Che cosa è cambiato in quest’inizio di 2010 rispetto agli anni scorsi?
« evidente che le politiche cittadine, per quanto possano essere virtuose, non sono sufficienti. A Torino non basterà l’entrata in vigore della nuova zona a traffico limitato, più estesa, così come il completamento della linea 1 del metrò o il debutto del bike sharing il 5 giugno, Giornata mondiale per l’ambiente. La città paga la propria posizione: nel bacino della Pianura padana, con le montagne intorno che fanno barriera e impediscono la dispersione degli inquinanti».
Ma in questo frammento di 2010 la situazione sembra migliore che a Milano, non è così?
«I dati mostrano che si è respirato meglio, complici vento, pioggia e neve. Da metà gennaio, però, la situazione è peggiorata. Secondo l’Agenzia regionale di protezione ambientale, tra poco più di un mese saremo fuorilegge. Non dimentichiamoci che l’anno scorso abbiamo sforato il limite per 151 giorni».
L’azione comune può anche essere una risposta agli interventi della magistratura?
«Dev’essere una risposta a quel che ci chiedono i cittadini. A Milano le mamme antismog, dopo essersi presentate in 500 a Palazzo Marino con i loro bambini, continuano la protesta, forti anche delle indagini avviate dalla magistratura. A Torino lavora Raffaele Guariniello, il magistrato simbolo in Italia per le sue battaglie a tutela della sicurezza e della salute: nessuno per ora è indagato, ma l’opposizione in Comune ha annunciato oggi il deposito di un esposto in procura. Non possiamo lasciare che la battaglia si sposti nelle aule di tribunale. Serve un’iniziativa politica. Ma deve essere forte e condivisa».
Andrea Rossi