Giornali vari, 1 febbraio 2010
Anno VII - Trecentosettesima settimana Dal 25 gennaio al 1° febbraio 2010iPad L’ultimo oggetto della Apple è una tavoletta da circa dieci pollici, 680 grammi di peso, 13 millimetri di spessore
Anno VII - Trecentosettesima settimana Dal 25 gennaio al 1° febbraio 2010
iPad L’ultimo oggetto della Apple è una tavoletta da circa dieci pollici, 680 grammi di peso, 13 millimetri di spessore. Una specie di lavagna luminosa, nello stesso tempo e-book, cellulare, computer, agenda elettronica. Niente tastiera: toccando lo schermo, ne appare una virtuale che scompare quando non serve più. Le dimensioni sono più o meno quelle di un foglio A4. Troppo grande? Troppo pesante? Il dibattito mondiale è partito un minuto dopo la fine della presentazione di Steve Jobs, la sera di mercoledì 27 gennaio, nella solita sede di San Francisco, lo Yerba Buena Center. L’iPad dovrebbe consentire alla Apple di presidiare il campo delle lavagne-computer, o slate-pc, gadget che alla lunga dovrebbero/potrebbero rimpiazzare i computer portatili. Tavolette non troppo dissimili da queste si vedono anche in Avatar. Al Consumer Electronics Show di un paio di settimane fa la Microsoft ne ha fatte vedere tre, costruite dalla Archos, da Pegatron e dalla Hewlett-Packard, che saranno però in commercio solo alla fine dell’anno. Si dice che Steve Jobs si sia precipitato a costruire la sua per non farsi sopravanzare da Microsoft. Ma adesso la verità sembra opposta: la Apple sarebbe pronta ad allearsi col suo nemico storico e a montare il motore di ricerca Bing, della Microsoft, su l’iPhone e anche sull’iPad (così scrive il Wall Street Journal) per contrastare il comune nemico Google, che a sua volta ha attaccato il mercato con un telefonino (il Nexus One). Altro obiettivo dell’iPad: portare alla Apple il mercato degli e-book, dove in futuro dovrebbe essere possibile leggere anche i quotidiani. Qui l’avversario è, tra gli altri, il Kindle, l’e-book di Amazon. A Natale Kindle è stato il gadget più regalato in America. Potrebbe esser questa, secondo alcuni editori ottimisti, l’ancora di salvezza di un’industria, quella dei quotidiani e dei settimanali, sull’orlo della bancarotta planetaria.
Lavoro In Italia i disoccupati sono a questo punto due milioni e centomila, le ore di cassa integrazione utilizzate tra l’ottobre 2008 e il dicembre 2009 superano il miliardo, la disoccupazione secondo l’Istat è oltre l’8 per cento della forza lavoro e secondo la Cgil oltre il 10. Il simbolo di un momento tanto difficile è rappresentato da due aziende, lo stabilimento della Fiat a Termini Imerese (Palermo) e la fabbrica d’alluminio sarda Alcoa. Persino il Papa, in un appello lanciato domenica mattina, ha esortato «a fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie» e ha citato, tra le realtà più difficili, quella siciliana e quella sarda. A Termini, duemila lavoratori compreso l’indotto, si costruisce la Lancia Y. Marchionne ha detto che ogni auto costruita nell’isola gli costa mille euro più del dovuto e che dunque con il 2011, uscita di produzione la Y, lo stabilimento chiuderà. Il governo sta esaminando cinque o sei offerte di acquisto, la più interessante delle quali sembra al momento quella del finanziere Simone Cimino che in accordo con l’indiana Reva vorrebbe trasformare Termini in una fabbrica di auto elettriche. La Alcoa chiude, a meno di qualche accordo dell’ultima ora, perché, in un mercato depresso soprattutto per l’eccesso di scorte, gli americani non vogliono pagare una multa di 270 milioni inflitta alla società dalla Ue a causa delle tariffe elettriche agevolate praticate dallo Stato italiano all’azienda. Anche qui manifestazioni e proteste.
Default Le Borse, ad onta di un un paio di settimane difficili, reggono. Sono invece in grossa difficoltà gli Stati e si teme che la crisi prenda presto l’aspetto di un domino pubblico, dove i fallimenti riguarderanno le nazioni. D’altra parte, i governi non si sono svenati per salvare le mega banche ”too big to fail” (troppo grandi per fallire)? I greci per risolvere il loro problema hanno emesso un bond con l’interesse stratosferico – in questo momento - del 6,25%, andato a ruba il primo giorno e venduto poi in tutta fretta il secondo, da investitori spaventati del loro azzardo. Le previsioni sulla possibilità che la Grecia possa farcela sono infauste, i tedeschi hanno dichiarato ufficialmente che non intendono chiedere ai loro contribuenti di salvare un Paese che, negli ultimi anni, ha persino presentato alla comunità internazionale un contabilità taroccata, costruita a tavolino per nascondere i buchi. La Merkel e Sarkozy non vogliono far la fine di Obama, travolto adesso da un’ondata di impopolarità proprio per gli aiuti concessi a suo tempo alle banche. Dopo la Grecia, che potrebbe ricorrere a una nuova emissione in dracme, resuscitando cioè la vecchia moneta e preparandosi a uscire dall’euro, rischiano Portogallo, Spagna, forse l’Italia (stiamo riferendo pareri raccolti riservatamente al World Economic Forum di Davos). La Spagna prepara tagli alle spese per 50 miliardi, il Portogallo vuole ridurre il deficit al 9% del Pil, l’Irlanda taglierà gli stipendi degli statali del 6%, i cechi vogliono comprimere il deficit/Pil dal 9 al 3%, la Bulgaria sta sfoltendo la spesa pubblica del 15%, la Romania ha organizzato un’austerità che pesa per due punti di Pil, François Fillon, premier francese, «si è detto determinato a prendere misure senza precedenti, per riportare il disavanzo sotto il 3% entro il 2013». Tutto questo non potrà che tradursi in un ulteriore calo della domanda, quindi in una diminuita richiesta di merci, e perciò in difficoltà pesanti per paesi che vivono d’esportazione, come il nostro.
Cinzia Flavio Delbono, indagato per abuso d’ufficio e peculato, s’è dimesso dalla carica di sindaco di Bologna, alla quale era stato eletto pochi mesi fa. Lo accusa la sua ex fidanzata Cinzia Cracco, che fu anche sua segretaria, avviata da lui alla carriera politica (un inusccesso), finanziata poi con un bancomat intestato a un terzo e che veniva alimentato – secondo l’accusa – dai soldi della Regione. A spese della Regione i due avrebbero anche fatto viaggi all’estero, mangiato al restaurant, eccetera. Delbono, un dottorato in Economia anche a Oxford e una vita sentimentale movimentata, giura che le accuse contro di lui sono false. L’ex fidanzata insiste. Il caso è stato ribattezzato dai giornali Cinzia-gate.
Veronica Silvio Berlusconi e sua moglie Veronica si sono incontrati, per la prima volta dopo nove mesi, in prefettura a Milano, fatto che ha indotto il Corriere della Sera, unico a sapere la notizia, a una grossa apertura di prima pagina nell’edizione di domenica. In un’udienza di parecchie ore, però, il faccia a faccia tra i due non è durato che una ventina di minuti. Si trattava di verificare la possibilità di un accordo. Impossibile sapere come sia andata davvero. Gli avvocati di Veronica avrebbero rinnovato la richiesta di un mensile di tre milioni e mezzo, unica somma capace, secondo loro, di far mantenere alla signora Miriam Bartolini lo stesso tenore di quando era Veronica Berlusconi. Gli avvocati del premier avrebbero opposto un memoriale contenente l’elenco delle ricchezze della ex signora Lario: con l’integrazione di un mensile di 200 mila euro – secondo loro – la moglie di Silvio non dovrà soffrir troppo.
Salinger morto Salinger, autore de Il giovane Holden (The catcher in the rye) romanzo culto di tutte le generazioni giovani del dopoguerra, compresa l’attuale. Aveva 91 anni. Due mogli, due figli, una relazione in gioventù con la figlia di O’Neill (andata poi sposa a Charlie Chaplin), salutista maniaco, formidabile misantropo, viveva da recluso a Cornisch, nel New Hampshire, non permettendo a nessuno di avvicinarlo. Ultima opera pubblicata nel 1965, sul New Yorker. Si aspetta di sapere se la sua casa sia veramente piena di manoscritti, come molti dicono.