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 2010  febbraio 01 Lunedì calendario

GPHONE, GOOGLE CAMBIA ROTTA PER

RECUPERARE
- Tra le newsletter online specializzate sulla telefonia mobile gira un confronto impietoso. Nella prima settimana dopo il lancio della sua versione 3G, lo scorso giugno, l’IPhone ha venduto 1,6 milioni di pezzi. Tantissimi, ma bisogna pure contare che il lancio è stato simultaneo su otto grandi mercati. Qualche mese dopo un modello touch screen senza tastiera di Htc, il MyTouch, commercializzato nei soli States da TMobile, ossia il quarto operatore mobile Usa, ha venduto 60 mila unità. Poche settimane fa, a sette giorni dal lancio avvenuto il 5 gennaio scorso, anche qui sul solo mercato Usa, il Nexus One targato Google e con sistema operativo Android ha venduto appena 20 mila unità. Per chi pensava che il GPhone sarebbe stato l’anti IPhone deve essere stata una delusione. E in effetti i numeri sono impietosi. Ma sono numeri che vanno accompagnati con alcune istruzioni per l’uso e che comunque non dicono che la partita di Google nella telefonia mobile si sia già chiusa. Il GPhone starebbe subendo soprattutto gli effetti di una partenza al rallentatore, ma questo non esclude che nei prossimi mesi forse anche qualche anno si possa assistere ad un recupero. E poi bisogna distinguere bene tra due fattori diversi: il sistema operativo, ossia Android, il vero cuore della scommessa di Google, e il successo commerciale dei vari GPhone che stanno entrando sul mercato e che, al di là del fregiarsi o meno del marchio di «big G» restano comunque prodotti legati alle caratteristiche dei diversi produttori, che si tratti dei taiwanesi di Htc, dei coreani di Samsung o degli americani di Motorola. 
Insomma, sistemi operativi e terminali restano due mercati separati e come tali vanno analizzati. 
Proprio per questo resta ottimista sulle prospettive di Android Carolina Milanesi, capo analista di Gartner sul mercato del mobile: «Riteniamo che entro il 2012 Android avrà conquistato il secondo posto tra i sistemi operativi mobili alle spalle di Symbian, che manterrà il primato ma perderà quote di mercato, ma questo è anche naturale, essendo oltre il 50%». Resta da vedere se sarà solo Symbian a fare le spese della crescita di Android: se cioè anche Rim con il suo Blackberry soffrirà la crescita del sistema operativo di Google, se lo stesso IPhone vedrà rallentare la sua corsa, e come si comporterà infine la piattaforma operativa open source di Linux che è stata da poco adottata anche da Nokia accanto a Symbian per diversificare i suoi prodotti, specie nella fascia più alta degli smartphone. 
Alla lunga quindi Android emergerà, ma quali sono i fattori che stanno determinando questo ingresso a passo di lumaca sul mercato? La risposta è duplice. Una riguarda il marketing scelto da Google, l’altra le caratteristiche proprie di Android. Nel primo caso va detto che è stata una scelta di Eric Schmidt: a differenza dell’IPhone i telefonini made in Google hanno privilegiato la vendita al di fuori delle reti degli operatori mobili. L’IPhone viene venduto abbinato a piani tariffari flat che legano gli utenti per un paio di anni e per questo godono di sovvenzioni da parte delle Telco mobili che se ne accollano in tutto o in gran parte il prezzo. I cellulari con Android sono venduti soprattutto online e a prezzo pieno (poco sotto i 500 dollari) e chi li compra deve poi far da sé un contratto flat per il traffico dati. Va anche aggiunto che l’IPhone è un singolo prodotto con un’immagine fortissima, mentre non esiste «un» GPhone ma un insieme di prodotti diversi. 
Il secondo fattore di rallentamento è dovuto al fatto che Google sta cambiando in corsa le caratteristiche di Android. Le prime versioni, comprese quelle arrivate anche in Italia, presentavano un sistema sostanzialmente chiuso, in cui gli utenti non potevano utilizzare al meglio le potenzialità del telefonino se non all’interno del mondo Google, a partire dalla necessità di avere un indirizzo di posta elettronica in GMail. Già la seconda generazione, la versione 1,5, arrivata in Italia in particolare con due modelli di Samsung, il Galaxy e il Galaxy Light (quest’ultimo un modello di fascia media, sotto i 200 euro di prezzo) mostrano già una maggiore flessibilità. Ma è con la versione 2.1 di Android che il sistema dovrebbe iniziare a prendere il volo. Più flessibile e aperto è la versione che ”arma’ i primi GPhone di Motorola, il Nexus One di Htc e che tra poco a Barcellona, all’annuale Gsm World Forum, verrà presentato nei nuovi modelli di Lg, SonyEricsson e ancora di Samsung. Insomma, il vero esito del confronto con l’IPhone e con il gigante Nokia, che negli smartphone ha una quota di mercato vicina al 40% e che non ha aderito alla sfida di Android, si vedrà sulla lunga distanza. 
Entro l’estate la schiera dei nuovi smartphone ”motorizzati’ Google sarà dunque parecchio ricca. Anche in Italia, dove intanto si iniziano a fare i bilanci su un 2009 che si è chiuso in pratica come il 20008 (appena un meno 0,5%) ma che ha visto risultati spesso inattesi. Come la forte crescita di Samsung: «Avevamo iniziato il 2009 al 21% di quota di mercato spiega Luca Callegari, direttore marketing telefonia di Samsung Italia e a fine anno siamo saliti oltre il 30% sul totale delle vendite di cellulari in Italia».