CLAUDIO GERINO, la Repubblica Affari&Finanza 1/2/2010; (Cla. Ger.) la Repubblica Affari&Finanza 1/2/2010, 1 febbraio 2010
2 ARTICOLI - L’IPAD APRE L’AUTOSTRADA PER IL LIBRO DIGITALE
Diciamolo subito: l’iPad di Apple è quella che i mercanti d’arte chiamano "prova d’autore". Una buona prova d’autore che, probabilmente, si concretizzerà come vera e propria "opera" nelle prossime versioni. Ma il can can mediatico creato da Steve Jobs ha avuto comunque un pregio: quello di spalancare i cancelli che ancora tenevano chiuso un nuovo mondo in via di sviluppo e crescita, quello degli ebook, dell’avvento del formato digitale anche per i libri e, più in generale per la carta stampata, giornale o periodico che sia. 
D’altro canto, la "fretta" di Apple nello scendere in campo in questo settore è fortemente motivata dall’arrivo dei nuovi "tablet Pc", sponsorizzati principalmente dal rivale di sempre, Microsoft. Ed è probabile che la battaglia sul "digitale" per libri e quotidiani si giocherà tutta nel confronto tra gli ebook reader, tra cui l’iPad giocherà un ruolo di primo piano, e i tablet Pc. 
In ogni caso, il 2010 segna l’avvio dell’era degli ebook, in tutte le sue declinazioni. I dati parlano chiaro: nel terzo trimestre del 2009, il fatturato mondiale delle vendite di libri digitali ha raggiunto i 46 milioni e mezzo di euro, contro i 14 milioni dello stesso periodo del 2008. Una crescita record del 228 %. Anche in Italia, il formato digitale ha segnato un progresso a dir poco sbalorditivo, 61 % in più rispetto al 2008, con un fatturato che, facendo le debite proporzioni, è comunque allineato a quello mondiale: un milione di euro. 
A credere fermamente negli ebook, oggi, sono soprattutto gli americani: gli editori di Oltreoceano si stanno consorziando per realizzare una vera e propria "piattaforma" semiaperta per distribuire contenuti digitali su diversi device, oltre a mettere in commercio un ebook reader per i loro magazine. Il progetto, finora conosciuto come "FirstPaper", dovrebbe avere il nome ufficiale di "Skiff" e sarà avviato nei primi mesi di quest’anno. L’ebook avrà uno schermo da 11 pollici, funzionalità touch e una risoluzione di 1600x1200 pixel, un formato più grande di quello del Kindle DX di Amazon. Con una memoria di 4 Gb, sarà espandibile attraverso uno slot per carte tipo "Secure Digital". Inoltre, i contenuti saranno scaricabili sia attraverso una normale porta USB (che manca per ora sull’iPad di Apple), sia in modalità WiFi. Il consorzio degli editori americani dovrebbe essere formato da tre vere e proprie "corazzate" del settore, Condé Nast, Time Incorporated e Hearst Corporation, e quindi dare accesso almeno nelle ipotesi ad un numero consistente di "testate", tra cui spiccano Time, Esquire, People, The New Yorker, Vanity Fair, Wired e Vogue. 
Tra le feature del nuovo progetto (piattaforma e device) c’è anche la possibilità di ascoltare file audio e testi letti automaticamente da una voce sintetica. Finora si sa che l’operatore telefonico americano Sprint è disponibile a mettere in campo i suoi 1000 negozi per la vendita del nuovo "tablet". Il progetto, poi, apre le porte anche al mondo della pubblicità: «L’obiettivo di Skiff è di connettere editori e investitori con i consumatori" spiega Gilbert Fuchsberg, presidente della Skiff LLC. 
Ma il settore che sembra essere più interessato al concetto di ebook è quello dei quotidiani: non a caso, LG, l’azienda sudcoreana che produce elettronica di consumo, ha presentato in questi giorni il suo primo prototipo di "foglio flessibile ad inchiostro elettronico". Formato A3 (circa 19 pollici), 130 grammi di peso e uno spessore di 0,3 millimetri, l’epaper può contenere tranquillamente un giornale in formato digitale. Certo, si tratta di un prototipo, ma LG Display è sicura di poter avviare la produzione in serie di un epaper da 11,5 pollici entro la prima metà del 2010. D’altronde, le previsioni di DisplaySearch, un’agenzia di analisi di mercato che si occupa specificatamente del mondo dei video, ritiene che il fatturato degli ebook raggiungerà gli 1,2 miliardi di dollari nel 2011 e gli 1,73 miliardi nel 2015. 
Quotidiani, quindi, su fogli flessibili, trasportabili sempre, aggiornabili via wifi o 3G, ma per ora in bianco e nero, almeno sui prototipi proposti. Sui Tablet Pc e sui device tipo iPad, invece, i colori ci sono ed è probabile che la vera killer application degli ereader sarà appunto il full color. 
E in Italia? «Agli inizi del 2009 spiega Giacomo Bruno, presidente della Bruno Editore, specializzata in ebook, si prevedeva che il sorpasso del libro digitale rispetto a quello cartaceo sarebbe avvenuto in dieci anni. Al termine dello scorso anno, però, le previsioni si sono accorciate ed è probabile che il digitale toglierà il primato al formato "carta" entro tre o quattro anni». La Bruno Editore ha raggiunto nel 2009 un fatturato pari al 3 % di quello mondiale nel campo degli ebook, con un numero altissimo di libri digitali scaricati, oltre un milione. Ma si tratta, finora, di libri "tecnici", di formazione professionale. Il passaggio più importante, sostiene sempre Giacomo Bruno, avverrà quando dai libri digitali "specialistici", si passerà ai romanzi e alla narrativa in genere. «C’è bisogno, però, spiega l’editore digitale di una crescita degli ereader, perché leggere un libro su un computer continua ad essere scomodo e difficile». 
Intanto, però, la Mondadori ha fatto sapere che già forse verso la fine del 2010 e sicuramente agli inizi del 2011 proporrà sia libri in formato digitale, sia un vero e proprio ereader con il suo brand.
 Tra carta e digitale ci sarà ancora, comunque, una lunga convivenza. Enrico Iacometti, amministratore della casa editrice Armando Armando e presidente del Gruppo Piccoli Editori, sostiene che "le due tecnologie, carta e digitale, troveranno il modo di convivere. Anche quando prenderà piede l’ebook, non si cancellerà il libro tradizionale o il giornale. D’altro canto, se la mobilità nella vita odierna è fondamentale, il libro cartaceo rappresenta proprio il massimo della mobilità». 
Un’affermazione contestata, invece, da Kylee Dust, un’agente letterario che rappresenta autori importanti come Niccolò Ammaniti e Federico Moccia: "Portare trenta libri in una borsa non è il massimo della mobilità - spiega - E’ molto più comodo averli su un ereader che pesa pochi grammi». La Dust è cosciente, però, che il mercato italiano degli ebook e più in generale del formato digitale è ancora "primitivo". Ma tutti concordano sul fatto che la nuova tecnologia prenderà presto il suo spazio e, con tutta probabilità, marcerà parallelamente a quella cartacea, trovando la sua fetta di mercato.
CLAUDIO GERINO, la Repubblica Affari&Finanza 1/2/2010
L’alternativa all’iPad di Apple è rappresentata dai Tablet Pc. Una tecnologia che è già da tempo sul mercato ma che non era ancora riuscita a convincere. Oggi, i nuovi modelli proposti un po’ da tutte le aziende del settore (Lg, Asus, Toshiba, Samsung, Lenovo, Hp, ecc) sembrano avere quelle caratteristiche di portabilità e funzionalità che finora non erano presenti. In particolare, ha contribuito all’avvento dei nuovi Tablet Pc la presenza dello schermo multitouch, che consente effettivamente di gestire con le dita tutte le funzioni presenti in un computer. 
Il pregio dei Tablet Pc è quello, appunto, di essere comunque dei veri e propri computer portatili, con in più la capacità di leggere e utilizzare il formato digitale degli ebook e degli epaper. Quindi memoria sufficiente per le applicazioni, presenza di macchina fotografica o della webcam per le videoconferenze, porte Usb per la connessione di periferiche, tastiera reale e non "virtuale", potenza di un processore in grado di operare in multitasking: tutto ciò, però, si paga in termini di peso e di relativa "portabilità", rispetto ad un ereader. E, anche di durata delle batterie. Se è vero che i produttori affermano di poter dare un’autonomia fino a 10 ore (come l’iPad di Apple) è anche vero che questo non è più valido se si utilizzano applicazioni pesanti o connessioni 3G.
La battaglia, quindi, sarà più che altro sulla "filosofia d’uso": un semplice (si fa per dire) "lettore digitale" o un vero e proprio computer? Insomma, l’apparecchio unico è ancora al di là da venire.

(Cla. Ger.) la Repubblica Affari&Finanza 1/2/2010