Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  febbraio 01 Lunedì calendario

IL SIGNOR LI, L’ANTI-GOOGLE COSì INTERNET PARLA CINESE

L´ex ragazzino che ha "cinesizzato" Internet, in patria è un eroe che tra i giovani ha ormai superato il mito di Mao. In Occidente il nome di Li Yanhong dice invece ancora poco. Ma «Robin Li», come lo chiamano in America, è una star mondiale prossima ad offuscare le stelle di prima grandezza del nuovo millennio, a partire dal padre di Microsoft, Bill Gates. Li Yanhong ha fatto infatti una cosa semplice: ha creato Baidu (che in cinese significa "cento volte"), il motore di ricerca più importante della Cina, ossia del mercato online più ricco del pianeta. Lo scontro tra Google e il governo cinese sulla censura ha portato alla ribalta internazionale una sigla, e un genio, altrimenti pressoché ignorati dal grande pubblico. Ma la loro storia, simbolo dell´impressionante rincorsa dell´Oriente, ha molto da insegnare ad un Occidente sazio di successi.
Mister Baidu incarna le tre caratteristiche base del boom cinese: è figlio della Rivoluzione culturale; è diventato miliardario giovanissimo; e lo è diventato in un lampo. I suoi genitori erano operai nelle miniere dello Shanxi, nella Cina centrale. Quarto di cinque figli, è cresciuto in estrema povertà. A scuola mostrava però un talento speciale, al punto che i professori si sono tassati per mandarlo al test d´ingresso della facoltà di Informatica all´università di Pechino. Di borsa di studio in borsa di studio Li Yanhong, che oggi ha 42 anni, si è laureato a tempi di record, fino ad essere selezionato per un master all´università statunitense di Buffalo, nello stato di New York. Era il 1991, l´anno della svolta. «Mi resi conto», racconta oggi, «che ad entusiasmarmi non era la teoria, ma l´applicazione della tecnologia alla vita delle persone». Robin Li, abbandonato il dottorato a 23 anni, si concentrò sui motori di ricerca.
Un´ascesa irresistibile. In tre anni ha ideato il sistema di raccolta delle informazioni finanziarie subito adottato dall´indice Dow Jones. Affinando il motore, ha progettato il sistema del Wall Street Journal, venduto poi alla grandi società della Borsa Usa. «Ogni giorno», racconta, «guadagnavo più di mio padre in dieci anni. Le imprese americane mi tempestavano di offerte. Avevo però un mio progetto: prima ho sviluppato Rankdex, motore di classificazione dei siti, e quindi Infoseek, leader per la ricerca professionale online». A New York, alla fine degli anni Novanta, si parlava del «cinesino» come dell´anti-Gates. Li Yanhong però, nel gennaio del 2000, ha sorpreso tutti. Con un compagno di studi, Eric Xu, è tornato in patria per investire 1,2 miloni di dollari, che non aveva, e creare Baidu. La sede, che corrispondeva anche alla sua camera da letto-cucina, era nello scantinato di un palazzone oltre la periferia di Pechino. «Avevo capito», dice, «che la Cina era un gigantesco mercato in attesa solo di essere aperto». Negli Usa Internet aveva superato il 70 per cento di diffusione. In Cina non arrivava all´8.
All´inizio Baidu doveva fornire servizi ai portali già esistenti, a partire proprio da Google. Ma il «cinesino», che in patria chiamano invece «l´americano», vedeva già oltre, ossia un motore di ricerca in cinese vero e proprio. In quattro anni, nel 2005, Baidu era già il sito in cinese più consultato del mondo, era passato da 5 a 2.000 ingegneri e gestiva ogni giorno le richieste di cento milioni di utenti. Li Yanhong, in Asia, era già più famoso dei big del pop, o dei campioni del basket. Una sua frase, in occasione del quarantesimo compleanno, è diventata un tormentone: «Se Bill Gates è preoccupato che Google superi Microsoft, significa che non conosce Baidu». La nuova Cina del nazionalismo anti-Usa l´ha trasformata nella bandiera del sorpasso. Il tempo sembra oggi dare ragione ai figlio dei minatori divenuto profeta della corsa per il dominio globale delle informazioni. Baidu fattura attorno agli 800 milioni di dollari all´anno, vale poco meno di 16,5 miliardi, ha 7mila dipendenti e domina il 75 per cento del traffico online del primo mercato mondiale, ricco di 360 milioni di utenti. Ha registrato 15 miliardi di pagine in cinese e lanciato la filosofia che induce gli esperti a prevedere che entro dieci anni il mandarino sarà la lingua di riferimento della Rete: «Se non riuscite a trovare qualcosa in inglese, andate su Baidu. Se non c´è neanche qui, significa che non esiste».
Democratici e liberisti rimproverano a Li Yanhong il collaborazionismo con il governo, l´obbedienza alla censura e la predisposizione alla pirateria. L´ex emigrato nella Silicon Valley, ormai tra i cinque leader più potenti della Cina e nella top ten del pianeta, si limita a rispondere che la sua responsabilità di imprenditore è «dare un contributo positivo alla società in cui vivo». «Non sono un politico», spiega, «e resto con i piedi nella casa della mia famiglia. Il mio problema è permettere a ogni contadino di ogni villaggio cinese di sapere immediatamente ciò che gli interessa, come un qualsiasi manager di Shanghai. Il mondo è fatto di gente comune e io penso a risolvere le sue difficoltà producendo profitti».