dagospia 1/2/2010, 1 febbraio 2010
DAGO-REPORT
Di Minzolini, per non parlare di Fede o di Mimun, leggiamo ogni santo giorno del loro berlusconismo senza limitismo. E giù editoriali e travagliate. Ma c’è un altro direttore di Tg affetto dal virus di Palazzo Chigi (anche detto "direttore, c’è Paolo Bonaiuti in linea") di cui nessuno ne parla eccetto quelli di Murdoch. Essì, gli uomini di Sky - sostengono fonti ben informate di via Salaria - ne hanno piene le scatole dello stile Carelli.
Rupert Murdoch con telecomando SkyAugusto Minzolini
C’è chi addirittura avanza l’ipotesi di una proposta di ’promozione-rimozione’ nel ruolo (vuoto come ’na zucca) di direttore editoriale. Per fare posto - sostengono - al solito Chicco Mentana, che ormai ha le piaghe da decubito a forza di stare seduto in panchina.
L’ex napoleonide del Tg5 sarebbe entrato nelle grazie dell’amministratore delegato di Sky, il canguro Tom Mockridge, grazie all’intercessione della sua novella sposa italica, Lucia Baresi, molto legata alla Michela Rocco di Torrepadula, consorte adorata di Mentana.
Come mai dopo sette anni sette il cocco di Confalonieri è destinato, entro il 2010, ad alzare i tacchi? Non solo perché tiene caldo il filo diretto col portavoce di Berlusconi, ma anche perché avrebbe deluso più volte le desiderata dell’anzianda di Murdoch.
Alcuni esempi: come personaggi per l’approfondimento delle notizie, e quindi dare maggior peso al notiziario politico di Sky, erano stati proposti, nell’ordine, Giuliano Ferrara (voglioso di tornare davanti alle telecamere), poi è stata la volta di Barbara Palombelli, infine il notista del Corriere Francesco Verderami.
ENRICO MENTANA E MICHELA ROCCO DI TORREPADULA - COpyright PizziEMILIO CARELLI E COMPAGNA
Risultato: il direttore di TGSky24 li ha segati tutti e tre e ha scelto al loro posto nientemeno che Paoletta Saluzzi! Una ex soubrette riciclata giornalista che, ovviamente, non ’oscura’ con il suo ’vuoto politico’ l’ego bombastico di Carelli.
(Metterebbe le mani sui pezzi non solo del politico ma anche nei servizi di cronaca che vedono coinvolti personaggi di primo piano dell’economia, dicono. E gli ’addetti ai livori’ aggiungono: imposta sempre la priorità delle pagine dei giornali nella rassegna stampa quotidiana)
Ma non finisce qui. Carelli sarebbe da tempo in rotta con la sua redazione. Molti giovani giornalisti che lavorano lì non si vedono riconosciuto il contratto nazionale, ma questo non significa che lavorino diversamente dagli altri.
Tom Mockridge
E’ un berlusconiano di sicura fede. E pare che il caro Confalonieri gli avesse preparato un piattino di grande prestigio; la direzione editoriale della nuova agenzia di all news oggi nelle mani di Mario Giordano. Minun, quindi, l’ha stoppato e pure Mauro Crippa, direttore dell’informazione Rti, braccio destro del Confa, non ha speso nemmeno una parola per lui. Ma soprattutto Giordano è nelle grazie di Piersilvio e Carelli no.
CONFALONIERI
Dunque, niente rientro a Mediaset. Perchè - diciamolo - Carelli serve al Cavaliere lì dove sta, non a casa sua. La situazione, comuque, al momento è abbastanza bloccata. Se non gli troveranno una sistemazione, per Carelli si potrebbe anche aprire uno spazio in Rai. Casomai al posto del ’fazioso’ Minzolini, la cui poltrona, dopo le elezioni, potrebbe essere messa in discussione in virtù dei risultati d’ascolto del Tg1 che sono una gran delusione.
GIULIANO FERRARA CON MOGLIE
2 - SE LA POLITICA IN TV UN TEATRINO VUOTO
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
Resistere fino alle 23.30 per assistere al solito teatrino della politica non ne vale proprio la pena. Per tre settimane ci ho provato (per affrancarmi da ogni pregiudizio), ma adesso basta, ciao ciao, bye bye "L’ ultima parola" (Raidue, venerdì). Il programma è moderatamente fazioso o, se volete, faziosamente moderato, privo però di originalità, in buona sostanza costruito sul modello di TeleCamere di Anna La Rosa.
BARBARA PALOMBELLI CARMEN LLERA
Gianluigi Paragone ce la mette tutta, si comporta da professionista, ma il programma non c’ è. La storia della rappresentazione della politica sembra arrivata al suo compimento, con la scomparsa della politica medesima, ormai vissuta solo come scontro virtuale, televisivo.
Il passo ulteriore è che la politica diventi un sistema autoreferenziale, non più speculazione sulla realtà ma realtà essa stessa, dove i segni vivono di mobilità perpetua, disancorati da ogni referente, prigionieri dei sondaggi. Nonostante la presenza di Massimo Cacciari (l’ unico che ha detto cose apprezzabili), che senso ha buttar via il proprio tempo a sentire l’ ex radicale Daniele Capezzone o Lorenzo Cesa?
verderami francisco frank
In mattinata avevo assistito all’intervento di Enrico Mentana al convegno Faccia a faccia, democrazia, par condicio organizzato da Sky per sollecitare i leader politici a un confronto diretto in tv.
Paola Saluzzi
Ebbene, è giusto provarci con i Paragone, i Barbareschi, le Setta, le Saluzzi, ma la tv italiana non può permettersi il lusso di rinunciare a uno come Mentana. vero, il video non conosce che due modelli: o la faziosità (tipo Santoro o Fede) o la par condicio, quel complesso di lacci e laccioli che imbrigliano ogni possibile dibattito. Perché esista un vero «faccia faccia» ci vuole la presenza di veri giornalisti che sollecitino risposte non concordate. E che sappiano come si fa tv, per non lasciare l’ultima parola al potente di turno
[01-02-2010]