varie, 1 febbraio 2010
L’IPAD APPLE, PER VOCE ARANCIO
«L’ultima volta che c’è stata tanta eccitazione per una tavoletta, c’erano i dieci comandamenti incisi sopra» (Steve Jobs).
La scorsa settimana, allo Yerba Buena Center di San Francisco, Steve Jobs ha presentato la sua "ultima creazione": l’iPad. «Un prodotto magico e veramente rivoluzionario, a metà tra uno smartphone e un computer portatile. E’ molto meglio di un portatile, molto meglio di un telefono. Potete rigirarlo come volete. E’ fenomenale», ha detto il Ceo di Apple.
A prima vista, l’iPad si presenta come un grande iPhone, con cui tra l’altro condivide le 140mila ”apps” già presenti nell’App Store. Pesa 680 grammi, è sottile (1,3 cm) e ha una batteria che dura 10 ore (’’Posso prendere un volo da San Francisco a Tokyo e guardare video per tutto il viaggio con una sola carica’’, ha detto Jobs), un mese in standby. Uno schermo multitouch da 9.7 pollici, con retroilluminazione a led, permette di navigare, controllare la posta, gestire l’agenda o i documenti (con una nuova versione di IWork e una tastiera virtuale), guardare film, foto o video in HD, ascoltare la musica, giocare, leggere libri o giornali. Un accelerometro permette di ruotarlo in verticale o in orizzontale, con le pagine che si adattano automaticamente all’orientamento dello schermo. Chi lo ha provato assicura che è veloce. Merito del nuovo processore A4 da 1Ghz, prodotto da Samsung, ma disegnato dalla PA Semi, azienda comprata da Jobs nel 2008 per 278 milioni di dollari. E’ ecocompatibile: privo di arsenico, mercurio e pvc. Il telaio, in alluminio, è riciclabile.
«E’ un oggetto meraviglioso, per carità. Esteticamente parlando viene voglia di comprarlo subito: bello, figo, leggero, luminoso, con quel display gigante. Appena visto scatta l’istinto immediato: «Lo voglio». Costa anche poco, volendo. Meno di quanto s’immaginasse, meno di tante cose molto più brutte e altrettanto inutili. Perché questo è il problema dell’iPad: è l’inutilità full optional. un iPhone più grande. Grandissimo, anzi. E quindi scomodo. Non è un computer, non è un telefono, non è un lettore di giornali on-line, né di libri digitali. O meglio è tutto questo insieme, quindi niente di tutto questo. Allora appena finita l’emozione istantanea ti metti a pensare: ma perché comprarlo? La risposta a questo punto è una: perché è bellissimo. [….] qui che ci frega Steve Jobs: riesce a venderti per speciale anche quello che speciale non è. Noi siamo tutti lì ad aspettare la prossima mossa, il prossimo prodotto, la prossima idea» (Giuseppe De Bellis, Il Giornale).
’Il miglior modo di predire il futuro è inventarlo” (Alan Kay).
Erano due anni che si parlava di un tablet prodotto dalla casa di San Francisco e le aspettative erano molte. Così, già a poche ore dalla presentazione, le critiche non si sono fatte attendere: queste cose le fa anche un iPhone, che però telefona e ha la videocamera; non sta in tasca; si deve tenere in mano, ma è scomodo e pesa e; il display ha una risoluzione limitata (1.024x768 pixel) e, essendo un lcd, non è adatto a leggere gli e-book (meglio l’inchiostro elettronico degli e-reader come Kindle). Inoltre non ha flash; non ha la videocamera; non ha la usb per accessori esterni; non ha il multitasking; non ha il gps (presente solo nelle versioni 3G).
«Perché lo vuoi? – mi ha chiesto mia moglie – Quale dei tuoi apparecchi del cavolo dovrebbe rimpiazzare?» (dal blog di Zdnet).
«Insomma: chi mai lo compra questo iPad? Risposta: noi. Volete una prova? Torniamo all’anno 2007, quello in cui nacque l’iPhone, il «melafonino» senza tastiera. Il giorno dopo la presentazione i commenti degli esperti erano questi: «Steve Jobs ha sbagliato i conti: nonostante l’inevitabile successo, l’iPhone resta uno smartphone da 600 dollari, e cioè un prodotto di nicchia». E poi: «Dov’è il futuro? Diciamolo: Steve vuole vendere sabbia ad un beduino nel deserto». E infine: «Non è una novità da nessun punto di vista. L’obbiettivo è venderne dieci milioni di pezzi in un solo anno? Un’illusione». Difatti: di iPhone ne sono stati venduti 75 milioni in due anni e Apple ha fatto registrare nell’ultimo trimestre del 2009 l’utile record di 16,9 miliardi di dollari. […] Eppure io sono pronto a scommettere che di qui a un anno ce l’avremo in casa tutti. Perché è vero che Steve Jobs è il Grande Illusionista della nostra era, però la sua magia non è la scatola che produce ma quello che ci mette dentro. l’illusione di essere già nel futuro, di avere in mano il mondo e di poterlo girare - come lo schermo dell’iPad, appunto - a 360 gradi senza perderne mai il senso. […] Avere adesso un iPhone (e domani un iPad) ci fa sentire quantomeno più fighi. Come avere un Rolex o una Ferrari: solo che costa meno. Molto meno» (Marco Lombardo, Il Giornale).
L’iPad arriverà nei negozi di tutto il mondo a marzo. Il modello da 16 Gb di memoria interna e connettività wi-fi costerà 499 dollari, quello da 32 599 dollari e quello da 64 Gb 699 dollari. La versione con schede Sim per la navigazione 3G uscirà, negli Stati Uniti e in un numero limitato di altri paesi, ad aprile. Anche qui le tre versioni: la 16 Gb sarà in vendita ad un prezzo di 629 dollari, la 32 Gb a 729 dollari, la 64 Gb a 829 dollari. Negli Stati Uniti i servizi di connessione saranno effettuati da At&t, come per l’iPhone. Il costo per la navigazione sarà di 14,99 dollari al mese per un traffico di 250 megabyte, mentre con 29,99 dollari mensili si potrà avere un collegamento illimitato. Gli accordi per la clientela internazionale saranno resi noti a giugno. Il modello 3G sarà "unlocked", cioè non vincolato a nessun operatore, ma sarà necessario disporre delle nuove micro sim gsm.
L’americana Frost&Sullivan ha già definito l’iPad «il bestseller del 2010». Gli analisti prevedono vendite tra 1 e 5 milioni. I bookmakers inglesi accettano scommesse: pagano 3,50 per una quota di vendita compresa tra i 3 e i 4 milioni di pezzi, 4 per dati oltre i sei milioni. A 9 le scommesse per vendite sotto il milione. «L’iPad arriverà nei negozi, la gente farà la fila per comprarlo e tutti i detrattori misteriosamente scompariranno» (David Pogue del New York Times).
Secondo un sondaggio condotto da wired.com, il 60% dei lettori intervistati non comprerebbe l’iPad. Il 71% non lo farebbe perché ha già uno smartphone e un notebook. Tra le ragioni per comprarlo, invece, la possibilità di navigare sul web (27%) e leggere gli e-book (26%).
Il primo tablet fu pensato, nel 1968, da Alan Kay, un ingegnere del Parc, il laboratorio delle innovazioni della Xerox nella Silicon Valley. Si chiamava Dynabook: avrebbe dovuto avere il touchscreen, essere wireless, rivoluzionare il mondo dell’educazione e costare meno di 500 dollari.
«Se sta cercando un’Ultima Cosa, salvare il giornalismo sarebbe il suo Sacro Graal» (John Abel, wired.com, su Steve Jobs).
In molti, in realtà, puntano sulla missione salvifica di Jobs. L’Economist lo ha persino pubblicato in copertina nelle vesti di un messia dell’editoria che annuncia al mondo le nuove ”tavole”. Nelle intenzioni, l’iPad dovrebbe quindi rivoluzionare il nostro modo di leggere libri e giornali (in formato epub, non pdf) e aprire nuovi mercati per gli editori ormai in grosse difficoltà. Il primo a investire sul tablet Apple è stato il New York Times, ma anche gruppi come Condé Nast, Hachette, Hearst e Time sono già in contatto con Jobs.
Con una idea simile a quella che era stato iTunes per l’iPod, Jobs ha presentato l’iBooksStore (solo per gli Stati Uniti): un negozio virtuale, dove poter acquistare ebooks e organizzarli in scaffali. Tra le case editrici che già hanno accettato di vendere le loro pubblicazioni, ci sono Penguin di Pearson, HarperCollins di News Corp, Hachette Book Group di Lagardere e Simon & Schuster MacMillan di Cbs Corp. Nessuno di questi gruppi ha però definito i termini dell’accordo, anche se, secondo il «Wall Street Journal», Apple avrebbe chiesto agli editori di fissare i prezzi per gli ebook tra 12.99 e 14.99 dollari, promettendo di incassare dalle vendite solo il 30% dei profitti (Amazon vende libri a 9,99 dollari e incassa il 50%).
Secondo le statistiche diffuse dall’International Digital Publishing Forum, nel terzo trimestre del 2009, il fatturato mondiale delle vendite di e-book ha raggiunto i 46 milioni e mezzo di euro, contro i 14 milioni dello stesso periodo del 2008. Una crescita del 228%. Anche in Italia, nei primi 9 mesi del 2009, le vendite di ebook sono cresciute del 61% rispetto al 2008. Secondo DisplaySearch, il fatturato dei libri digitali crescerà ancora nei prossimi anni, raggiungendo gli 1,2 miliardi di dollari nel 2011 e gli 1,73 miliardi nel 2015.
Tra gli accessori del nuovo iPad ci sarà una keyboard dock, ovvero una tastiera da collegare al tablet tramite il tradizionale dock. Costerà 69 dollari e consentirà di mantenere l’iPad in una posizione inclinata.
«Noi l’abbiamo fatto prima di loro» è stata l’accusa di un’azienda cinese, la Shenzhen Great Loong Brother Industrial, ideatrice di P88, un prodotto simile all’iPad in vendita sugli scaffali cinesi da sei mesi.
L’azienda giapponese Fujitsu, nel 2002, lanciò il Fujitsu iPad, una sorta di palmare dotato di touchscreen per attività commerciali e venduto negli Stati Uniti. ” nostra convinzione che il nome sia di nostra proprietà", ha dichiarato Masahiro Yamane, direttore ufficio relazioni di Fujitsu. Il marchio sarebbe quindi già registrato e l’azienda si prepara a una battaglia legale con Apple.
«Apple avrebbe fatto meglio a digitare ’iPad’ su Google prima di scegliere il nome» (Huffington Post).
«Tradotto in inglese femminile, ”iPad” suona brutalmente e immediatamente come ”Io Pannolino”. Ma possibile che nel circolo ristretto di chi ha scelto il nome alla Apple, dopo mesi di voci e di indiscrezioni e di discussioni, non ci fosse neppure una donna che potesse farlo notare? Forse c’era, ma il circolo di chi decide, a Cupertino, comincia con Steve e finisce con Jobs. Poi avrà successo lo stesso, ma per un Harry Potter del marketing come lui, questa è una gaffe, perché l’estetica, il fantastico design dei prodotti della Mela ha sempre avuto, nelle sorelle di Eva attratte dalla sua bellezza, un mercato importante. Comprereste, voi signore italiane, un telefonino o un computer che si chiamasse ”ioTampax”? (Vittorio Zucconi).
Subito dopo la presentazione, su Twitter "iTampon" è diventata una delle parole più discusse e cercate.
Nel 2006, in uno sketch televisivo di MadTv (Fox), appare un prodotto indicato come "l’ iPad della Apple". La funzione però non è quella di navigare in internet. (http://www.youtube.com/watch?v=lsjU0K8QPhs)
"C’è spazio per un dispositivo come iPad?" (Steve Jobs).