Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 31/01/2010, 31 gennaio 2010
ITALIA, LA NUOVA MAPPA DEI REATI - A
Milano aumentano i maltrattamenti in famiglia. A Roma e in tutto il Lazio diventa sempre più potente la criminalità romena. A Napoli c’è un calo nel numero totale dei reati ma l’unico a crescere, e di parecchio, è quello di associazione mafiosa. Stesso discorso a Messina che per colpa del pizzo diventa, paradossalmente, la città più cara d’Italia.
Non c’è solo la protesta dei magistrati contro le scelte del governo. L’apertura dell’anno giudiziario nelle principali città italiane, dopo quella di venerdì in Cassazione, è anche l’occasione per vedere cosa cambia nel Paese. I reati in aumento, i reati in calo, i segnali di preoccupazione e quelli invece positivi. Il tutto analizzando non i dati nazionali che stavolta, a differenza di quanto spesso avveniva in passato, non sono stati elaborati. Ma scendendo nel dettaglio delle diverse realtà locali. E quindi nelle indagini aperte nei vari distretti. E nei 44.108 processi chiusi nell’ultimo anno a Roma, record nazionale, seguita da Napoli con 35.209 e da Milano con 28.917.
Milano, violenze in famiglia
Nel territorio di competenza della corte d’appello di Milano i maltrattamenti consumati tra persone che appartengono allo stesso nucleo familiare sono aumentati di quasi il 20 per cento. Sono passati da 983 a 1.178. Una crescita che segue il boom dell’anno precedente, più 60 per cento.
E non è l’unico segnale di preoccupazione per la famiglia. Nella sua relazione il procuratore del tribunale dei minori di Milano, Monica Frediani, parla delle «gravi carenze educative e affettive che evidenziano la maggior parte dei ragazzi che hanno commesso dei delitti spesso non sono nemmeno percepite dai genitori».
Nord, allarme mafia
un altro dato preoccupante che arriva dal capoluogo lombardo. Nel 2009 il numero dei procedimenti per associazione mafiosa è triplicato, passando da 10 a 31.
«Permane e risulta anche maggiormente accentuato – si legge nella relazione del procuratore Manlio Minale’ l’interesse delle mafie classiche, e in particolare della ”ndrangheta, al tema degli appalti e dei lavori pubblici, specie nei comuni dell’hinterland, nonché a investimenti immobiliari».
Una situazione che, scrive il procuratore, «conferma l’interesse per i futuri appalti relativi a
Expo 2015». Ad aumentare (più 20%) è anche il numero di indagini per inquinamento acustico, passate da 299 a 361. lo stesso procuratore capo a parlare di «effetto movida: il sensibile incremento trova fondamento in una dissennata concentrazione di locali in alcune zone delimitate della città» e questo «ha dato luogo alla costituzione di una serie di comitati di quartiere da cui provengono numerose denunzie».
Gli stranieri di Roma
«La criminalità straniera più attiva sul territorio del Lazio è quella romena» scrive il presidente della Corte d’appello della Capitale, Giorgio Santacroce. La loro specializzazione è la «clonazione di carte di credito e bancomat con il concorso di ingegneri informatici rimasti in Romania».
Quasi raddoppiato, in controtendenza rispetto al dato nazionale, il numero dei morti sul lavoro: dai 25 del 2008 siamo passati a 42. Anche qui i romeni sono numerosi. Nel ruolo delle vittime però.
Napoli, camorra silenziosa
A prima vista il bilancio sembra positivo. I delitti denunciati sono calati del 4.4%, gli omicidi scesi del 3,6%. Ma questo non vuol dire che la camorra abbia fatto un passo indietro. Anzi. Tra i reati consumati quello di associazione per delinquere di tipo mafioso è aumento del 43 per cento. Al punto che il presidente della Corte d’appello Antonio Bonajuto parla di «signoria territoriale della criminalità organizzata pressoché totale». Una camorra meno visibile, dunque, ma solo perché così coltiva meglio i propri affari. Anche per questo sembra aver cambiato modalità di reclutamento: «Si segnala il forte coinvolgimento di minori e il numero crescente di giovani delinquenti appartenenti a minoranze etniche».
Bari, boom intercettazioni
Il costo totale delle intercettazioni telefoniche e ambientali, nel distretto di Bari, ha superato i 6 milioni e mezzo di euro. Rispetto all’anno precedente la crescita è del 18 per cento, ha detto il presidente della Corte d’appello Vito Marino Caferra. In picchiata, invece, le intercettazioni a Potenza dopo il record degli ultimi anni per le inchieste condotte dal pm Henry John Woodcock, da pochi mesi passato a Napoli. La loro durata è scesa del 75%.
Sicilia, il caro pizzo
«Il taglieggiamento rappresenta un costo aggiuntivo che si trasferisce sui consumatori». E per questo «a parità di paniere di spesa, Messina è diventata la città più cara d’Italia», sostiene il presidente della Corte d’appello Nicolò Fazio. In tutta la regione aumenta il numero degli omicidi, 70 contro i 59 dell’anno precedente. A Palermo, però, quelli a opera della mafia sono scesi a zero. Ma anche qui vale lo stesso discorso fatto per la camorra: le cosche uccidono meno per dare meno nell’occhio. Nel distretto di Catania i procedimenti per associazione mafiosa sono cresciuti del 43%.
Veneto, pochi magistrati
Se il tipo di reato cambia a seconda delle zone del Paese, in tutta Italia gli organici degli uffici giudiziari sono insufficienti. A Venezia, ad esempio, «mancano 27 magistrati e 62 figure amministrative». Secondo la presidente della Corte d’appello Manuela Romei Pasetti «è indifferibile agire sugli organici» vista «l’alta richiesta di giustizia soprattutto legata al grande numero di imprese e quindi alla necessità di velocizzare i provvedimenti in ambito civile».
Lorenzo Salvia