Richard Kim, The Nation. Internazionale, 4/2/2010, 4 febbraio 2010
LA POLITICA DEL FONDO
Per aiutare Haiti il Fondo monetario internazionale sta usando le stesse politiche che in passato hanno reso il paese più povero e più fragile. L’Fmi ha annunciato un altro prestito di cento milioni di dollari. Ma il prestito è concesso dalla sezione credito diffferito del Fondo, a cui Haiti deve già 165 milioni di dollari. Questi prestiti vengono concessi a certe condizioni tra cui l’aumento del prezzo dell’elettricità, il contenimento dei salari dei dipendenti pubblici e dell’informazione. Secondo i sostenitori della cancellazione del debito, l’FMI usa la crisi e il debito come leva per imporre riforme neoliberiste.
La storia si ripete. L’impoverimento di Haiti è cominciato quando gli schiavi e le gens de couleur libere si allearono per liberare il paese dai francesi nel 1804. Ma nel 1825 Haiti era già di nuovo schava: del debito estero. Per impedire alla Francia e alle altre potenze occidentali di imporle l’embargo, accettò di pagare 150milioni di franchi di risarcimento ai proprietari degli schiavi. Per farlo, prese in prestito milioni di franchi dalle banche francesi, tedesche, americane. Nel 1947 aveva pagato circa il 60 per cento del suo debito. Nel 2003 il presidente dAeistide chiede alla Francia la restituzione della somma pagata. Qualche mese dopo, fu rimosso da un colpo di stato e costretto a lasciare il paese sotto la minaccia armata degli americani. Da un rapporto del Center for international policy del 2008 risulta che nel 2003 Haiti ha speso 57,4 milioni di dollari di interessi sul debito, mentre gli aitui stranieri per l’istruzione, la sanità e altri servizi ammontavano solo a 39,21 milioni. In altre parole, nonostante l’apparente benevolenza degli stranieri, Haiti ha sempre restituito più di quello che ha ricevuto.