Alessandra Mangiarotti, Corriere della Sera 30/01/2010, 30 gennaio 2010
ECCO IL TRACCIATO DELLA TAV, UN TUNNEL DI 57 CHILOMETRI
Adesso la Torino-Lione ha un tracciato. Ottanta chilometri di ferrovia con quattro punti fermi. Il primo è una quasi conferma: ci sarà e sarà lungo 57 chilometri il maxi tunnel che collegherà l’Italia alla Francia. Non sbucherà a Venaus, e nemmeno a Chiomonte, ma a Susa. Sempre a Susa ci sarà una stazione internazionale, da qui partirà poi un’altra galleria di quasi 20 chilometri che arriverà a Chiusa di San Michele, a Orbassano sarà realizzata la piattaforma logistica.
Il documento è stato approvato ieri all’unanimità dall’Osservatorio tecnico: il tavolo al quale sono seduti gli enti interessati al progetto, tra cui i Comuni attraversati dal tracciato. Con un’eccezione: i sindaci dissidenti della Bassa Valle che, per bocca del neoeletto presidente della Comunità montana Sandro Plano, dicono: «Quel tracciato è stato approvato senza di noi, che siamo 23 e 23 dei punti più caldi della valle».
Gli «indirizzi operativi per la progettazione preliminare» della nuova ferrovia sono arrivati con due giorni d’anticipo rispetto alla scadenza fissata da Bruxelles. Il presidente dell’Osservatorio Mario Virano, convocato ieri sera a Palazzo Chigi, li ha illustrati al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. «Questo via libera all’unanimità – ha detto il ministro dei Trasporti Altero Matteoli – è un’ulteriore conferma che si va avanti nel rispetto dei tempi previsti dall’Ue». Da lunedì la progettazione della Torino-Lione entra così nel vivo. I progettisti lavoreranno su una serie di punti «inamovibili». Il commissario per la Torino-Lione Virano, sottolineando come sia stato «messo in campo il percorso più garantista mai previsto per una infrastruttura in Italia», spiega: «Nel documento viene data un’indicazione pressoché univoca per la parte internazionale ed è stato drasticamente ridotto il ventaglio delle opzioni per quella nazionale». Vale a dire, per la parte internazionale: non si tocca il maxi tunnel di collegamento con la Francia. «La tratta italiana è di 12 chilometri e sbucherà a Susa, nell’area già compromessa dell’autoporto». E per la parte nazionale: intoccabili la stazione internazionale di Susa, la piattaforma di Orbassano, la stazione di Torino Porta Susa e l’interconnessione a Settimo con l’Alta velocità Torino-Milano. Uniche «opzioni che restano aperte»: il sottopasso delle colline moreniche di Orbassano e il collegamento alla Gronda Nord.
Novantuno i sondaggi sulla carta: 18 dei 12 previsti per questo mese sono già stati realizzati. Gli altri saranno portati avanti a breve. Lunedì saranno avviati anche lo studio di impatto ambientale, la valutazione costi-benefici e la versione italiana della procedura del «demarche grand chantier» per individuare ricadute economiche. Cinque mesi per il preliminare, nel 2012 ci sarà il progetto definitivo mentre i cantieri potranno essere aperti nel 2013.
Una «preoccupazione» è stata espressa ieri mattina dal governatore Mercedes Bresso dopo la denuncia dei vertici della regione francese Rodano-Alpi: «L’Italia ha rimesso in discussione la percentuale di finanziamento dell’opera». Ma Matteoli ha smentito: «Il negoziato tra Italia e Francia sulla ripartizione dei costi dell’opera procede senza intoppi e si concluderà entro l’anno».
Alessandra Mangiarotti