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 2010  gennaio 30 Sabato calendario

Frasi tratte dai coccodrilli sulla dipartita di Salinger. Lo scrittore fantasma autore del celeberrimo «Il giovane Holden» che aveva da poco compiuto ben 91 anni, si è ritirato a morte privata per cause naturali

Frasi tratte dai coccodrilli sulla dipartita di Salinger. Lo scrittore fantasma autore del celeberrimo «Il giovane Holden» che aveva da poco compiuto ben 91 anni, si è ritirato a morte privata per cause naturali. Stando a quanto riporta wikipedia pare seguisse il regime alimentare macrobiotico, dopo esser stato entusiasta seguace del Buddhismo Zen e studiato per tutta la vita l’Induismo nella versione Advaita Vedānta, entusiasmandosi all’improvviso di volta in volta per credi diversi, appassionandosi ad un gran numero di teorie e convinzioni spiritual/medico/nutrizionali, tra cui la Chiesa Scientista, gli insegnamenti di Edgar Cayce, l’omeopatia, l’agopuntura e altri ancora. Lo scrittore statunitense è morto mercoledì nella piccola località di Cornish, dove si era rifugiato più di sessant’anni fa per sfuggire a una popolarità che trovava detestabile. Sotto questo aspetto, come nella capacità di descrivere nel «Giovane Holden» l’angoscia giovanile, aveva individuato e anticipato due dei temi più rilevanti della nostra epoca. Il Manifesto «Il giovane Holden» («The catcher in the rye»), pubblicato per la prima volta nel 1951, all’inizio della Guerra Fredda, venne subito selezionato come Libro del Mese e la recensione avvertiva i lettori che «chiunque stesse educando un figlio, vi avrebbe trovato una fonte di meraviglia - e preoccupazione». Holden divenne rapidamente il più famoso anti-eroe della letteratura americano dai tempi di Huckleberry Finn, e il libro ebbe un successo travolgente in tutto il mondo, vendendo 60 milioni di copie - ed eclissando tutta la successiva produzione di Salinger, peraltro non uno scrittore eccessivamente prolifico. La stampa.it C’è una foto che lo ritrae e che spiega bene la sua personalità: con una mano tiene un carrello, con l’altra si schermisce, coprendosi il volto. Quello scatto, più di ogni altro, presenta bene chi fosse J.D. Salinger e come visse il demone maledetto del successo dopo lo straordinario exploit del Giovane Holden. Ma spiega forse anche qualcosa di più nascosto e sfuggente, ovvero la sua notorietà internazionale, imparagonabile con qualsiasi altro scrittore contemporaneo. The Catcher in the rye. Un rompicapo inatteso sin dal titolo, in altre lingue intraducibile rye (segale, gentiluomo) the catcher arresto chi capisce chi parte chi prende persona che prende filippomaria_battaglia panorama […] mentre i giovani lo adoravano per la sua carica di rabbia, gli adulti l’ hanno amato per il messaggio rassicurante della rassegnazione finale e del ritorno a casa. Comunque sia, c’ è sempre una buona ragione per identificarsi nel romanzo, se la letteratura serve anche a questo. Quella di Salinger, del resto, è una profezia multipla: della tristezza cronica (depressiva) che avrebbe colpito l’ infanzia (Holden non è Pinocchio!), della crisi del nucleo familiare e insieme della caduta a picco dei modelli esterni. Qualche anno dopo l’ avrebbero intuito masse di studenti in armi contro tutti e di soldati che rifiutarono di partire in Vietnam. A questi leitmotiv sempre più universali interni al testo, si sono aggiunti a scadenze regolari, dopo la reclusione volontaria: Salinger lo sporcaccione, Salinger lo psicolabile, Salinger il misantropo il misogino il mis-tutto, Salinger il padre violento (raccontato dalla figlia), Salinger il salutista maniaco e allucinato eccetera. Qualcuno insinuò persino che la sua scomparsa fosse una strategia autopromozionale. E certo se non si fosse eclissato improvvisamente due anni dopo l’ uscita del suo romanzo (1951), probabilmente il suo culto ne avrebbe risentito. Un culto che spetta anche, del resto, all’ altro fantasma della letteratura americana, Thomas Pynchon, che qualcuno ha supposto essere lo stesso Salinger e viceversa. Il fatto è però che Salinger, a differenza di Pynchon, è stato per decenni psicanalizzato da critici e lettori comuni, esattamente come il suo protagonista, il sedicenne ribelle (e frustrato) Holden Caulfield, che fugge dal collegio e per tre giorni non vuole saperne di tornare a casa. Alla fine, quel che non è riuscito a fare il povero Holden, maltrattato da tutti tranne che dalle anatre di Central Park , l’ ha compiuto il suo creatore: riconquistare l’ infanzia scomparendo e lasciando, a futura memoria, in fotografia un minaccioso pugno sollevato a mezz’ aria. Di Stefano Paolo Corriere della Sera Addio a Salinger, il genio schivo Salinger non ha mai più effettuato apparizioni pubbliche, né pubblicato nulla di nuovo dal 1965, anno in cui era apparso sul New Yorker un suo ultimo racconto. Rarissime sono le sue fotografie, mentre molti risultano i libri di chi ha cercato di indagare su questo mistero, di violare questo esilio volontario, come quello dell’inglese Ian Hamilton autore di una biografia non autorizzata, In cerca di Salinger, che ha avuto anche degli strascichi in tribunale. In realtà Salinger si riferisce ad un grande classico della letteratura americana e ne reinventa le istanze, rileggendo le contraddizioni dell’America degli anni Cinquanta. Infatti riprende la lezione dell’Huckelberry Finn di Mark Twain e ne rilegge contenuti e modi di rappresentazione della realtà giovanile, in modo tanto efficace, anche a livello di scelte linguistiche, da diventare emblema delle problematiche e delle ansie di libertà che accompagnano il passaggio verso l’età adulta. Fulvio Panzeri avvenire Di certo si sa che ha collezionato ben tre mogli: la tedesca Shula, da cui divorzia nel 1945 dopo solo otto mesi; la studentessa Claire Douglas, da cui ebbe due figli, Margaret e Matt e l’attuale, Colleen O’Neil, sposata nell’88. Nel 2000, sua figlia Margaret, con l’aiuto della madre Claire, pubblica l’autobiografico «Dream Catcher: A Memoir» (edito in Italia da Bompiani con il titolo L’acchiappasogni) dove fa a pezzi il padre descritto come un sadico, capace di terribili violenze psicologiche sui familiari più stretti che, avrebbe «costretto a vivere da prigionieri virtuali». Alessandra Farkas Corriere.it Era maniacale nel suo essere riservato. Il suo agente aveva posto una clausola pazzesca nei suoi libri. Non si poteva pubblicare Salinger con i cosiddetti paratesti. Ovvero nessuna immagine di copertina nei suoi libri, nessuna notizia biografica sull’autore, e nessuna aletta o quarta di copertina. Silenzio. Roberto Cotroneo 29 gennaio 2010 l’unità.it Ha passato più tempo a sfuggire gli uomini che a vivere in mezzo a loro. Da oltre 50 anni Jerome David Salinger - scomparso ieri all’età di 91 anni - aveva lasciato il suo appartamento di Manhattan per ritirarsi a Cornish, nel New Hampshire, evitando il più possibile di apparire in pubblico, realizzando in qualche modo il desiderio del suo personaggio più celebre, quel giovane Holden che sognava di costruirsi «una piccola capanna da qualche parte nel mondo e trascorrere lì il resto dei suoi giorni». E pensare che da ragazzo Salinger, non certo uno studente modello, andava in giro pavoneggiandosi del proprio talento letterario e giurava che avrebbe scritto il «grande romanzo americano». Così avvenne, in effetti, quando nel 1951 pubblicò The Catcher in the Rye, titolo intraducibile (ispirato a una famosa poesia scozzese di Robert Burns) che in italiano divenne Il giovane Holden, punto di riferimento per generazioni di adolescenti e di scrittori. Dopo l’apparizione, nel 1965 sul New Yorker, di un ultimo breve racconto, Salinger ha smesso di pubblicare. Ha rilasciato due sole interviste: nel 1953 a una giovane studentessa per il giornale scolastico, e al «Times» nel 1974. Joyce Maynard che con lui ebbe una relazione di dieci mesi nel 1973, sostiene che esistano almeno due romanzi nascosti da qualche parte, che lei però non ha mai visto. La stessa Joyce, nel 1998, ha pubblicato un libro in cui svela i dettagli più personali della vita dello scrittore, mettendone in piazza le ossessioni sessuali e le manie salutistiche. Sulla stessa linea si muove il libro pubblicato nel 2000 dalla figlia di Salinger, Margaret, che abbonda di particolari scabrosi e diffamatori sul carattere disturbato del padre – un ritratto peraltro smentito dall’altro figlio dello scrittore, Matthew. 29 gennaio 2010 Giovanna Mancini Sole 24 Ricordate il Lamento di Portnoy, di Philip Roth, che bissò il successo del Giovane Holden e divenne una sorta di manifesto per la generazione successiva? Salinger scrive e definisce magistralmente il suo tempo. Il giornale.it Sparì dalla scena del mondo. Rese materiale e reale un’ immagine archetipica della letteratura americana: quella di Bartleby, il personaggio di Melville che preferisce non rispondere, non dire più niente. Il libro che ha dato, e dà a Salinger fama imperitura, e notorietà quotidiana, è il suo primo, Il giovane Holden. Lo lessi di un fiato la vigilia dell’esame di maturità. Mi dette la capacità di resistere a ciò che tanto temevo. Andai a quell’esame non più tremebondo, ma sarcastico e quasi spavaldo. Non credo sia il suo libro più bello. però il suo più rincuorante, scritto da un uomo giovane su un uomo giovanissimo, un ragazzo. un libro di quelli che ai giovani offrono speranza, l’idea che il mondo non sia così terribile, che, alla fin fine sia limpido o giovane anch’esso. Il primo dei racconti che seguono Il giovane Holden, «Un giorno ideale per i pesci-banana», il più bello che Salinger abbia scritto, è come il colpo di pistola in un concerto: quel colpo di pistola è il suicidio, così inatteso, del protagonista. Franco Cordelli per "il Corriere Della Sera" Adesso finalmente sapremo se la casa di Cornish, New Hampshire, dove lo scrittore ha vissuto da recluso per oltre cinquant’anni era piena oppure no di manoscritti da pubblicare solo a esequie avvenute. Sapremo se era previsto un seguito a "Il giovane Holden" (titolo editoriale made in Italy che levò di mezzo l’acchiappatore nel campo di segale, mentre la traduzione di Adriana Motti si inventava un gergo di sana pianta). A parte, si intende, le continuazioni apocrife firmate da scrittorelli in cerca di gloria, contro cui immancabilmente lo scrittore sguinzagliava gli avvocati. Mariarosa Mancuso per "il Foglio" Jerome David Salinger (New York, 1º gennaio 1919 – Cornish, 27 gennaio 2010) è stato uno scrittore statunitense. Salinger, M (2000). Dream Catcher, p. 307: l’uso del rosso e del blu. Nella sua biografia Margaret Salinger ha descritto l’accurato sistema di archiviazione che suo padre usa per i manoscritti che non pubblica:" Un contrassegno rosso significa, se muoio prima di averlo finito pubblicatelo così com’è, uno blu significa pubblicatelo ma prima sottoponetelo a revisione, e così via." wikipedia