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 2010  gennaio 29 Venerdì calendario

LA CRISI RILANCIA LE RIPARAZIONI

finita l’era dell’usa e getta: con la crisi la parola d’ordine degli italiani è «risparmio». Come? Riciclando e riparando le cose vecchie per non acquistarne di nuove. Così, dagli abiti alle scarpe, passando per elettrodomestici e computer, l’attività delle botteghe artigiane di riparazione sta andando a gonfie vele. Certo i numeri sono ridotti, visto che si tratta di un nucleo ristretto di microimprese, ma la tendenza è positiva: secondo Confartigianato il settore riparazione dei beni di consumo (come biciclette, abbigliamento, calzature, elettronica, giocattoli e bigiotteria) da giugno 2009 a giugno 2008 ha fatto registrare un incremento dello 0,3% del numero delle imprese.
«Si tratta di uno dei settori anticrisi dell’artigianato – commenta Bruno Panieri, direttore politiche economiche di Confartigianato – sia pure di dimensioni ridotte, che ha ricominciato a crescere proprio con le difficoltà della domanda e che accompagnerà anche l’avvio della fase di ripresa. A conferma del ricorso sempre più frequente alla manutenzione dei prodotti. Un caso: prima dell’erogazione degli incentivi per l’auto,il comparto dell’autoriparazione ha registrato un picco di crescita che è rallentata subito dopo. Ma il fenomeno riguarda anche abbigliamento e calzature. Da marzo a dicembre 2009, secondo Unioncamere-InfoCamere, le piccole attività di riparazione e modifica di vestiario sono aumentate del 14,4%, un dato interessante seppur relativo a una quantità esigua di attività (740), anche perché le sartorie vere e proprie (quelle che, per intenderci, si occupano anche del confezionamento di abiti) ben più numerose (9.876) sono calate dello 0,7%.
«I piccoli negozietti di riparazioni e aggiustamenti funzionano tantissimo – afferma Rosalba Acquistapace,presidente dei Sarti di Confartigianato ”. Molti hanno aperto nei grossi centri commerciali e offrono un servizio rapido ed economico che la gente, per risparmiare, preferisce. Non si va più dalla sarta di famiglia per fare un orlo o un rammendo, come si usava una volta, e le nostre imprese sono penalizzate».
Dai sarti ai calzolai: a fine 2009 quelli registrati erano 4.546 in leggera flessione rispetto a marzo 2009 (-0,4%). «Molti sono abusivi – spiega Alberto Guastalla, presidente dei Calzolai di Confartigianato – e spesso dalle rilevazioni risulta che intere aree non siano coperte quando invece i laboratori ci sono. Il trend di crescita delle attività dei calzolai è tornato a crescere negli ultimi tre anni. C’è ancora la tendenza,tra la gente, a buttare più che a riparare, soprattutto quando si tratta di scarpe di bassa qualità. Ma rimane sempre una parte di clienti che preferiscono prodotti migliori e li portano a riparare».
La crisi non è l’unica spinta allo sviluppo degli artigiani della riparazione, secondo Marco Accornero, membro di giunta della Camera di commercio di Milano e segretario generale dell’Unione artigiani del capoluogo lombardo: «Il fenomeno è molto legato anche alla crescita del numero di imprenditori che arrivano dall’estero (Cina, Europa dell’Est, Africa) basti pensare che in Italia una sartoria su sei è di titolari stranieri».