Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 29/01/2010, 29 gennaio 2010
SENTENZE INAPPELLABILI
Caro Romano, francamente non capisco l’opposizione di parte della magistratura ad alcune norme allo studio sul «processo breve». In particolare, mi sfugge il motivo per cui i giudici siano critici sull’ipotesi di introdurre, nei casi di assoluzione, il principio di inappellabilità del giudizio. Rendere inappellabile una sentenza emessa dagli stessi magistrati non equivale a rafforzare quel giudizio?
Luca Brusatassi brusatassi68@
hotmail.it
Credo che lei abbia ragione. Le segnalo con l’occasione l’intervista di Dino Martirano al procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi ( Corriere, 18 gennaio) in cui l’intervistato dice tra l’altro: «Se un imputato può essere condannato solo quando la sua colpevolezza è provata "al di là di ogni ragionevole dubbio", come si può negare che una sentenza di assoluzione in primo grado attesti in modo concretissimo che un giudice si è già convinto della innocenza o almeno ha già concretamente dubitato della colpevolezza dell’imputato?».