Maurizio Ricci, la Repubblica 28/1/2010, 28 gennaio 2010
EURO SOPRAVVALUTATO SEGNALE D’ALLARME PER TUTTA L’EUROPA - ROMA
Sgonfiato, almeno per ora, il pericolo greco, l´insidia per l´euro viene dalla Spagna? L´idea circola fra gli analisti che seguono le vicende della moneta comune, alcuni dei quali - come quelli di Bnp Paribas - stanno sconsigliando gli investimenti in euro, date le divergenze crescenti fra i 16 paesi partecipanti, che rendono il loro mercato dei titoli troppo disomogeneo e, quindi rischioso. All´origine c´è il rapporto della Commissione europea che, dieci giorni fa, avvertiva del gap di competitività fra i paesi dell´euro «che potrebbe minare la fiducia nell´area». Ora gli analisti stanno dando nome e cognome a questo gap di competitività e in testa ai reprobi balza la Spagna, affiancata dal Portogallo. Il rapporto si limitava a dire che il tasso reale effettivo di cambio dell´euro risulta sopravalutato del 10% in Grecia, Spagna e Portogallo. Ma la situazione non è uguale per i diversi paesi.
Se si va a guardare il tasso di cambio effettivo dell´euro (ovvero il potere d´acquisto della moneta comune nei singoli paesi) si vede che, rispetto alla Germania - che, più o meno, è rimasta stabile negli ultimi dieci anni - la divergenza maggiore è quella dell´Irlanda, che però sta rientrando. La sorpresa, sottolineano gli analisti di Paribas, è che l´euro risulta sempre più sopravalutato in Spagna, piuttosto che in Grecia e questo ha implicazione importanti. Per chiudere il gap di competitività, infatti, i paesi dove l´euro è sopravalutato dovrebbero far salire la produttività o, più credibilmente, tagliare prezzi e salari. Questo vale anche per la Grecia, ma mentre Atene pesa solo per il 3% sul Pil dell´area euro, la quota di Spagna e Portogallo è vicina al 20%. L´impatto deflazionistico, sull´intera area euro, di una politica d´austerità nella penisola iberica è, dunque, potenzialmente molto maggiore.