Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 28/01/2010, 28 gennaio 2010
UN NUOVO SISTEMA TRIBUTARIO NELL’INTERESSE DEL PAESE
Il ministro Giulio Tremonti ha riconosciuto la necessità di ristrutturare il nostro sistema tributario, basato e aggrovigliato su uno schema degli anni Settanta, per renderlo adatto ai tempi e alla necessità di giustizia, avvicinandolo più alle cose che alle persone, anche per combattere il male cronico della evasione; ma per la sua posizione di governo ha avvertito che la riforma potrà essere attuata solo dopo il superamento della crisi economica, possibilmente entro l’attuale legislatura. Sul Corriere della Sera del 22 gennaio Alberto Quadrio Curzio, condividendo la posizione del ministro Tremonti, suggerisce di dar corso ai lavori attraverso la costituzione di una «Consulta fiscale». bene ricordare che la Costituzione (art. 99) attribuisce al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro anche le funzioni di «consulenza» alla Camera e al Governo, e che il ministro delle Finanze Giovanni Goria se ne avvalse nel 1984 proprio per attuare un «fisco ordinato» con risultati positivi: dalle norme sullo statuto del contribuente alla riforma delle sanzioni, del contenzioso, della tassazione internazionale nonché dei redditi di capitale. Presso il Cnel sta già lavorando un gruppo di docenti di diritto tributario per elaborare i principi giuridici (di guida può ancora essere l’elaborato di Ezio Vanoni e Sergio Steve anche se consegnato al ministro delle Finanze nel 1942) da essere di base per il futuro ordinamento, qualsiasi siano gli orientamenti politico-economici.
Victor Uckmar, Genova
Caro Uckmar, la sua lettera si spiega da sé e non richiede commenti, ma aggiungo due osservazioni che potranno forse interessare i lettori.
La prima concerne il Cnel, creato dall’art. 99 della Costituzione. Purtroppo non ha avuto nella storia della Repubblica il ruolo immaginato dai costituenti. Credo che sarebbe bene risvegliarlo dal suo torpore e permettergli di fare la sua parte. Oggi più che mai l’Italia ha bisogno di organi terzi, sottratti alla logica degli schieramenti di partito e al clima degli antagonismi «a prescindere».
La seconda osservazione concerne il documento che Ezio Vanoni e Sergio Steve consegnarono al ministro delle Finanze Paolo Thaon di Revel nel 1942. Vanoni fu amico di De Gasperi, membro della Dc sin dal 1943, ministro delle Finanze dal 1948 al 1953 e autore di una riforma fiscale che ripristinò la dichiarazione annuale dei redditi. Sergio Steve fu uno migliori economisti italiani della seconda metà del Novecento e al tempo stesso un uomo impegnato nella vita pubblica e civile del suo Paese. Né l’uno né l’altro erano fascisti. Ma parteciparono con altri studiosi del tempo a una Commissione istituita per esaminare un progetto di «Testo unico delle leggi sulle imposte dirette» che il ministro delle Finanze aveva insediato nel novembre del 1942. La commissione lavorò dal 13 novembre al 23 dicembre 1942 e consegnò a Thaon di Revel una relazione scritta da Ezio Vanoni che contiene ancora osservazioni interessanti e utili.
L’episodio dimostra che esiste, al di là dei cambiamenti di regime, la continuità dello Stato italiano. Nel 1942, mentre Piero Calamandrei collaborava con il guardasigilli Dino Grandi alla riforma del codice di procedura civile, Vanoni, Steve e altri studiosi collaboravano con Paolo Thaon di Revel alla riforma delle norme generali del diritto tributario. Le grandi antinomie – fascismo e antifascismo, comunismo e anticomunismo, laici e clericali’ riguardano soltanto una parte della storia nazionale. In tutto ciò che attiene alle regole fondamentali della nostra vita quotidiana, vi è più continuità che rottura.
Sergio Romano