Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 28/1/2010;, 28 gennaio 2010
IL FATTO DI IERI - 28 GENNAIO 1963
L’ordine di sequestro del film era arrivato direttamente dal procuratore di Milano, Carmelo Spagnuolo, il potente magistrato-censore, finito poi malamente tra le melme del caso Sindona e negli intrighi della P2. Già famoso per il suo accanimento contro altri capolavori come l’ ”Av vent ura”, ”Rocco e i suoi fratelli” e l’ ”Ar ialda” e, il 28 gennaio ”63, autore di un vero e proprio blitz nelle sale milanesi contro ”Vir idiana” di Buñuel , oscurato per vilipendio alla religione. Opera dal cupo tono sacrilego, Palma d’Oro a Cannes ”61, che il regista spagnolo, eludendo la censura franchista, aveva girato nel ”60, sfidando i fulmini del Caudillo che ne ordinerà poi la distruzione. Gotico e picaresco, una vera bomba politica a orologeria contro l’odiatissimo regime, ”Vir idiana” rappresenta il clou del sadismo visivo tipico di Buñuel , il momento più alto della sua iconoclastia. Film quasi introvabile ormai nella sua versione originale, entrato nella storia del cinema per la sua carica eversiva contro il feticismo religioso e per quelle sequenze choc come l’ingresso in scena di un coltello a forma di crocefisso e l’orgia dei mendicanti, col beffardo sonoro del Messia di Haendel, che irride all’Ultima Cena.