Nicola Lombardozzi, La Repubblica 28/1/2010, 28 gennaio 2010
CECHOV, LE LETTERE LIBERTINE CHE IL PCUS AVEVA CENSURATO
Che fosse capace di apprezzare i piaceri della vita si sapeva. noto ad esempio che in punto di morte chiese di ordinare champagne piuttosto che "un´inutile bombola d´ossigeno". Ma che un mito della letteratura mondiale come Anton Cechov passasse il tempo libero in cerca delle più disparate prestazioni sessuali e che si divertisse a raccontarne i particolari agli amici è rimasto a lungo un segreto. La cosa viene fuori solo adesso alla vigilia del 150esimo anniversario della nascita, il 29 gennaio 1860, con la pubblicazione finalmente integrale delle sue opere. La casa editrice Voskresenie, nel presentare i 35 ponderosi volumi dell´opera omnia dell´autore di Zio Vanja e de Il giardino dei ciliegi, ha orgogliosamente fatto sapere di aver inserito anche le lettere private censurate addirittura dal Politiburo del Comitato Centrale del Pcus negli anni Settanta. La cosa fu oggetto di un serio dibattito nelle segrete stanze e si concluse con la determinazione che «le rivelazioni frivole di Anton Pavlovlich sui rapporti tra uomo e donna non corrispondono all´immagine pubblica del principale combattente contro la grettezza morale».
Potremo dunque finalmente sapere cosa facesse il grande scrittore nel suo interminabile viaggio in Siberia, all´isola di Sakhalin. «Quando fai l´amore con una giapponese capisci coloro che si fanno fotografare con le puttane giapponesi», raccontava a un amico. E giù i dettagli: «Voi vi mettete sul cuscino, mentre lei per non rovinarsi i capelli si mette sotto la testa un supporto di legno. Il pudore, lei, lo interpreta a modo suo, non spegne mai il fuoco. Se le chiedi come si chiama una parte o l´altra risponde direttamente, o la indica con le dita e addirittura te la prende con le mani. Comunque non fa la vezzosa o la difficile come le russe». E continua: «Nel fare l´amore dimostra una formidabile maestria in modo tale che non vi sembra di fare sesso, piuttosto di partecipare a un corso di equitazione di altissima scuola».
E da esperto com´era non tollerava gli incompetenti. Lunghissima e dettagliata ad esempio la lettera al suo amico editore Suvorin contro il romanzo erotico Nanà di Emile Zola: «Ho conosciuto molte donne depravate e posso dire che la dama di Zola, non è credibile. Mai visto una casa per bene dove fosse possibile approfittare di una donna facendola cadere lunga distesa in corsetto su un baule, su un divano o sul pavimento senza che i familiari se ne accorgessero. Tutti questi termini, tipo farlo in piedi, farlo seduti… sono solo scemenze. Il modo più facile è il letto mentre gli altri 33 tipi di sesso sono difficili e realizzabili solo in una stanza d´albergo o in una legnaia. Per fare sesso con una signora di un certo ambiente ci vuole ben altro, tanto tempo e tanta pazienza». Ma sulla comodità del letto il navigato amatore si contraddice al ritorno dal viaggio in Siberia. Dopo una tappa a Ceylon scrive con entusiasmo adolescenziale a un amico. «Quando avrò figli dirò loro con orgoglio: nella mia vita ho avuto un memorabile amplesso con un´indiana dagli occhi neri. Dove? In un bosco di cocco e c´era una notte di luna».