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 2010  gennaio 28 Giovedì calendario

IL CAVALIERE E L’INCUBO REGIONALI «C’E IL RISCHIO DI PERDERE 7 A 6» - ROMA - «A

questo punto fai come credi, presidente, candida chi vuoi, ma sappi che in Puglia contro Vendola perdiamo». Quando il ministro Raffaele Fitto alza bandiera bianca e rinuncia alla corsa del suo pupillo Rocco Palese - in coda a un interminabile Ufficio di presidenza Pdl a Palazzo Grazioli - la tensione è tale da portarlo a vaticinare esattamente quello che il premier Silvio Berlusconi non voleva sentirsi dire. E a pensare nuovamente di gettare la spugna da ministro. Come aveva minacciato domenica scorsa per imporre la candidatura a un Cavaliere assai dubbioso. a quel punto, al culmine del faccia a faccia tra i due sul caso pugliese - divenuto per il Pdl un cul de sac quasi peggiore di quanto non lo sia stato per il Pd - che il presidente del Consiglio sbotta. «Ma sei tu che ci hai messo nei guai, hai imposto il tuo uomo come un fatto compiuto, hai raccolto firme per la candidatura a governatore senza neanche avvertirci, Raffaele sai che non mi convinceva e l´hai imposta».
Quel via libera di domenica scorsa in effetti il ministro degli Affari regionali lo aveva quasi estorto. Ora Berlusconi lo rinfaccia al ministro luogotenente nelle terre del Tavoliere: «Lo capisci o no che la tua Puglia rischia di essere decisiva? Che perdere lì potrebbe comportare un 7-6 per la sinistra?» lì che Fitto accetta di gettare la spugna. Raccogliendo solo la promessa di tenere ferma la candidatura di Palese se la Poli Bortone non si dovesse fare da parte. Ma il Cavaliere in quelle ore è convinto di riuscire a stringere un accordo con l´ex amico Pier Ferdinando Casini, che in mattinata gli aveva annunciato, da Canale5, la disponibilità a raggiungere un accordo. A patto che lo si raggiunga sulla Poli Bortone, che i centristi nel frattempo hanno candidato.
A fine giornata, il leader Udc tiene il punto, a dispetto dell´invito del premier ai contendenti (Palese e Poli Bortone) di fare un passo indietro. «Noi restiamo fermi sulla nostra candidata. Tanto più che adesso - racconta Casini ai suoi - siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico». A conti fatti è così, se si considera che l´ex ministra pugliese si gioca in questo giro la «partita della vita», pronta a resistere anche all´offerta di un posto da sottosegretario caldeggiata nel pomeriggio o da vicepresidente della Regione. «Ci penserò» dirà in serata lei, lasciando trapelare che certo non si farà da parte per occupare la poltrona modesta di vice di un presidente Pdl. Precisazione non casuale, nelle ore in cui per la Puglia nasceva e tramontava la candidatura dell´imprenditore Francesco Divella, indisponibile nonostante il pressing di Berlusconi in persona. E cresceva quella del presidente regionale di Confindustria Nicola De Bartolomeo e, con chance minori, quella del direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tommaso.
E dire che il premier cerca per tutto il giorno di «agganciare» e convincere Casini a rinunciare al braccio di ferro. Berlusconi propone il ritiro di Palese in Puglia per ottenere il sostegno udc a Biasotti in Liguria. Nulla da fare. Ottiene a Montecitorio solo un incontro veloce col segretario Lorenzo Cesa. «Attenti, non possiamo perdere la Puglia. Volete far vincere Vendola?» gli dice a muso duro. Poco prima, alla fine della celebrazione in aula del giorno della memoria con Wiesel, con poche battute sussurrate in Transatlantico Berlusconi aveva avuto dal presidente della Camera Gianfranco Fini il via libera sulla ex esponente di An che, andando via dal partito sbattendo la porta è rimasta invisa a una parte dei suoi colleghi di un tempo. Più che invisa in Puglia, considerato il veto persistente del sottosegretario Alfredo Mantovano.
La matassa si aggroviglia nel giro di poche ore, per il tessitore Berlusconi. Quando alle 14,30 a Palazzo Grazioli viene convocato lo stato maggiore del partito. I coordinatori La Russa, Bondi e Verdini, i capigruppo Cicchitto e Gasparri, i vice Bocchino e Quagliariello. Per un po´ c´è il Guardasigilli Angelino Alfano col quale fa i conti a quattr´occhi sulle solite leggi-scudo. Poi, per le successive quattro ore, il clima si accende sulla Puglia. E sono scintille soprattutto quando alle 17,30 si materializza nella residenza del premier Fitto. Il ministro se la prende con Gaetano Quaglieriello, accusa il vicecapogruppo al Senato, pugliese di origine (padre illustre rettore di un tempo a Bari), di aver insinuato in Berlusconi il tarlo del dubbio su Palese. Per giunta con sondaggi «fatti in casa». Il sondaggio è quello che Quaglieriello avrebbe portato in effetti al premier e che darebbe Vendola al 60 per cento, Palese al 30 e Poli Bortone al 10, nel caso di una corsa a tre. Ma di sondaggi ne ha in tasca uno anche il presidente del Consiglio. Dice che la Poli Bortone tra i papabili è l´unica sotto di tre punti rispetto a Vendola, gli altri distanziati. Ancora per poche ore la partita resta aperta.