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 2010  gennaio 25 Lunedì calendario

BERTOLASO: «AD HAITI SITUAZIONE PATETICA»

Gli chiede Lucia Annunziata in diretta da Haiti: «Possiamo dire che la macchina dei soccorsi ha fatto flop?». Risposta di Guido Bertolaso: «Lei è troppo buona. Per un addetto ai lavori con una certa esperienza, è chiaro che c’è ancora molto da fare. Di questa enorme organizzazione si vede ben poco. Una situazione patetica che poteva essere gestita molto meglio, speriamo sia l’ultima volta».
Raitre, ieri pomeriggio, puntata speciale di In 1/2 ora. Il capo della nostra Protezione civile, in missione governativa nell’isola devastata dal terremoto, è ancora più duro qualche minuto più tardi: «Era inevitabile e indispensabile la presenza degli Usa. Purtroppo però lo spiegamento di forze è massiccio ma non è usato nel modo migliore. Gli americani sono straordinari ma, come hanno dimostrato pure a casa propria con l’uragano Katrina, affrontato non in modo esemplare, confondono la gestione dell’emergenza con l’intervento militare. Qui ad Haiti si sono affidati troppo alle stellette, mentre invece ci voleva qualcuno che riuscisse a coordinare gli aiuti. A loro manca una testa, la capacità di un’Obama dell’emergenza, un civile capace di prendersi in carico la situazione».
Quello che ha visto sul posto, ha aggiunto Bertolaso, è altro: «Una fiera delle vanità, una parata di bandiere e magliette. Si va in giro sui macchinoni e si fa a gara per mostrare quanto si è bravi. Invece di aiutare quelli sotto le macerie e di cercare sopravvissuti con i cani, chi arriva come prima cosa attacca un manifesto della propria organizzazione e si mette in posa per le tv». Come Bill Clinton che si fa riprendere mentre solleva cassette d’acqua, gli suggerisce l’intervistatrice. «Avrebbe dovuto mettersi nel quartier generale e gestire lui l’emergenza e invece se n’è andato dopo un giorno».
Le organizzazioni internazionali, Onu compresa, secondo Bertolaso hanno fallito: «Sono venuti qui come fosse una catastrofe umanitaria, tipo Cambogia o Ruanda. Pensano di portare un po’ da mangiare e da bere e il problema è risolto. Il materiale è nei magazzini, ma non si trova qualcuno che dia gli ordini, che provveda ai bagni, alle cucine, alle tende. Nessuno si prende in mano il cerino». Per il futuro Bertolaso propone «una figura internazionale presso l’Onu che coordini gli aiuti in ogni emergenza. Io? Non vado bene, sono controcorrente, ci vuole uno più conformista».
Non se lo aspettava, così diretto, la stessa Lucia Annunziata: «Sono rimasta sorpresa, ma credo si sia reso conto, come me, che gli aiuti sono a malapena penetrati nell’isola e che tanto spiegamento di forze militari stile Avatar non basta. Nella piazza principale della capitale ci sono 10.000 persone ammassate senza riparo, cibo, acqua». Lo sfogo non era concordato: «Se dopo si è pentito? Per niente».
Ma le parole del capo della Protezione civile non sono state apprezzate altrove. L’ha detto chiaramente a Radio Capital Roberto Dormino, uno dei capi della logistica Onu ad Haiti: «Non condivido assolutamente. Non siamo all’Aquila, dove sono potute confluire centinaia di migliaia di militari e potevano essere requisiti tutti i mezzi pubblici. A Port-au-Prince non c’è niente da requisire. Un taxi, un’auto, un camion. Più di tanto non si può fare. Il governo non esiste, le frontiere sono aperte». Le accuse di inettitudine rivolte all’Onu, Dormino le trova ingiuste: «Bertolaso non ci può buttare fango addosso, non ci sto. Tutti i capi della nostra missione sono morti, lavoriamo da quando c’è stato il terremoto, chi poteva immaginare una cosa del genere?». Silvio Viale, dei radicali italiani, sostiene che «Bertolaso è stato mandato ad Haiti per scopi propagandistici ed è meglio che se ne torni a casa».
Giovanna Cavalli