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 2010  gennaio 24 Domenica calendario

PICCOLO E SFIZIOSO, IL BABY TACCO PER COPIARE LA MAMMA

Un tacco a rocchetto – forma sfiziosa che si stringe nel mezzo e si allarga alla base, che ebbe grande fortuna negli anni ”60’ di due centimetri e mezzo per bambine. Le scarpine, a partire dal numero 25, dunque dai 3-4 anni, saranno presentate oggi al White Kids, il salone milanese della moda 0-12, con il marchio BLav di Lavinia Borromeo Elkann, moglie del vicepresidente della Fiat, ma dietro c’è un altro nome importante, quello di Giorgia Caovilla, figlia di René, il designer che con le sue calzature gioiello – proverbiale il sandalo serpente, con solo un filo tempestato di brillanti che chiude la caviglia – si è conquistato un posto fra i creatori più conosciuti e desiderati al mondo. Caovilla junior, dopo dieci anni passati accanto al padre, ha lasciato l’azienda per dedicarsi a questo progetto, ha acquisito la licenza da BLav e si è buttata nell’avventura.
L’idea è produrre scarpe da bambino che abbiano qualcosa di speciale: scarpe da adulto in miniatura. Una sessantina i modelli, ma tutta l’attenzione è sulla minilinea Baby Diva, quella, appunto, con il tacco. « solo un frammento della collezione, il più fashion. Il cuoio della suola è modellato come accade per le scarpe da donna, un procedimento del tutto inusuale per una calzatura infantile – spiega Caovilla ”. Interamente fatte a mano, la soletta in raso, il velluto doppiato che ci arriva da Parigi, la pelle bordata con cura, i brillanti. Non sono mai esistite scarpe da bimbo curate così».
Quando il settembre scorso Suri, 3 anni, la figlia di Tom Cruise, fu fotografata mentre camminava, un orsetto stretto in braccio, con le sue scarpine con il tacco, anche i più progressisti giudicarono il look «un po’ forzato». Gli ortopedici insorsero: il tacco nei bambini è un disastro, il piede percepisce in modo anomalo il rapporto con il terreno, il baricentro viene spostato per non cadere, il carico si trasferisce sull’avampiede. Bocciatura netta. E allora? «Quel tacchetto è un modo per realizzare il loro sogno di avere scarpe come quelle di mamma, le fa giocare, è un vezzo – para le possibili accuse Caovilla ”. Sono pronta a qualche contestazione e forse, lo riconosco, qualcuno potrebbe non avere del tutto torto. Lavinia stessa non ne era completamente convinta, ma è un vezzo che ho voluto togliermi».
Il costo delle scarpe varia dai 100 ai 150 euro, mentre le Baby Diva assomigliano a quelle di mamma anche nel prezzo: dai 200 in su. Troppo? «C’è sempre qualcuno che ha il piacere di distinguersi. Il gusto di Lavinia è molto classico e ha un po’ mitigato il mio lato modaiolo. Io volevo fare una scarpina senape e viola. Lei è inorridita: non la metterei mai ad un bambino! Quindi mi sono imposta qualche limite». Per imaschi l’azzardo è solo nei colori: «Alla scarpina tutta blu abbiamo messo i lacci e la fodera rossa. Dà subito un’idea di qualità e di originalità. Le college blu, invece, di rosso hanno le impunture, un tocco di stravaganza».
Daniela Monti