Giuseppina Manin, Corriere della Sera 24/01/2010, 24 gennaio 2010
MAPPA DELL’ITALIA CHE ATTRAE LE CINEPRESE
Ma chi mai ci andava nel Wyoming? Poi arrivò Spielberg, vide una strana montagna scapitozzata e decise di farci sbarcare i suoi alieni. Era il 1977, la vita degli abitanti del posto cambiò per sempre. Da quel momento nessun Et ha più messo piede da quelle parti ma i nativi hanno sperimentato un’altro e ben più redditizio tipo di «Incontri ravvicinati», con astronavi cariche di gitanti. Di botto il 75% in più di turisti. E ancora oggi il 25% di chi si spinge da quelle parti confessa di farlo per via del film. Meglio ancora ha fatto Alnwick Castle. Immortalato nella saga di Harry Potter, ha visto crescere i suoi visitatori del 120% nonostante si trovi in una delle più gelide contee del Regno Unito. Unico problema: in molti si ostinano a chiamarlo castello di Hogwarts, come nel film. Equivoco in cui cadono anche i pellegrini di Rivombrosa, alias castello di Agliè, moltiplicati da 10 mila a 90mila dopo il feuilleton di Elisa, o quelli di Vigàta, dopo Montalbano. Tutti decisi a fare il bagno aMarinella. La gente del posto sorride, dirotta il forestiero sulle vere spiagge di Punta secca, Marina di Ragusa... E si frega le mani.
Le chiamavano location. Nel linguaggio del cinema, l’elenco di luoghi utilizzati per girare un film. Nel linguaggio dell’economia un fantastico traino per i bilanci e l’occupazione di un territorio. Negli Stati Uniti se ne sono accorti 40 anni fa, quando nacquero le prime Film Commission incaricate di promuovere le rispettive aree proponendo ambienti suggestivi e inediti, offrendo i servizi necessari a un set, dai permessi per le riprese alle strutture di servizio, ai tecnici del suono, montatori, fotografi di scena, autisti... Da noi il fenomeno è più giovane, la prima Film Commission italiana, quella Torino-Piemonte, nasce nel 2000. Ma dieci anni sono bastati per fare scuola, per dotare quasi ogni regione di una Film Commission capace di innescare quel meccanismo virtuoso quanto raro che fa luccicare il business. Una ricerca della Fondazione Rosselli per il Corriere della Sera evidenzia come i fondi delle Film Commission a sostegno dell’audiovisivo sopperiscano ormai di fatto alla sensibile riduzione del Fondo unico per lo spettacolo statale. Tra il 2006 e il 2008, sono 2766 le produzioni ospitate dalle Film Commission, di cui 447 film per il cinema, 9 soap, 282 fiction tv, 1190 documentari, 150 corti, 440 spot, 240 videoclip.
«Dal 2001 al 2009 noi abbiamo sostenuto circa 350 produzioni, dato lavoro a oltre 5000 tecnici, 2000 attori locali, 90 mila comparse. E la ricaduta sul territorio è stata superiore ai 250 milioni di euro. Trenta milioni solo nel 2009, anno d’oro con 38 produzioni e lavoro per 10 mila persone», riassume fiero Daniele Bracco, direttore della Film Commission Torino-Piemonte. Difatti in questi anni da quelle parti sono arrivati a girare tutti, da Dario Argento a Davide Ferrario (a Torino gettonatissimi i tour horror e nottambuli ispirati ai loro film) da Sorrentino a Giordana, da Bellocchio a Martone, da Greenaway a Costa Gavras. «L’Italia è piena di bei posti, il problema è offrire le strutture per usarli al meglio – sostiene ”. Un esempio? In questi giorni Saverio Costanzo sta girando tra Torino e Sestrière La solitudine dei numeri primi. L’altro giorno, per approfittare di una luce particolare, ha deciso all’ultimo di cambiare l’ordine delle riprese, per prima l’ultima scena, in un parco cittadino. Nell’arco di tre ore la nostra équipe è riuscita a ottenere i permessi dei vigili, a far transennare la zona, spostare le attrezzature...». Miracoli impagabili. «A Torino sta nascendo una generazione di addetti ai lavori, tecnici, attori, cameramen che potranno dire la loro in futuro», assicura il presidente Steve Della Casa. E ora, a un anno dalla nascita dell’attrezzatissimo Cineporto, il cinema può marciare a pieno regime, ospitando fino a 5 produzioni in contemporanea.
Una chance in arrivo anche al Sud. Da pochi giorni a Bari è stato inaugurato il primo Cineporto dell’Italia meridionale: servizi per troupe, laboratori, scene, costumi nell’area della Fiera del Levante. «In due anni di vita siamo riusciti a coinvolgere Regione, province e comuni, anche piccolissimi, che danno i loro contributi secondo gli abitanti’ assicura Oscar Iarussi, direttore dell’attivissima Apulia Film Commission ”. A volte anche solo 700, 800 euro. Ma mai sprecati. Per ogni euro pubblico investito ne tornano almeno dieci. E dal primo febbraio, usando fondi europei, nascerà un circuito, curato da noi, di 20 sale impegnate in una programmazione di qualità. Tanti piccoli cinema Paradiso lì dove di solito si chiudono». Ciliegina sulla torta: una guida, «Effetto Puglia», dieci itinerari all’insegna del cineturismo.
Un vagabondare per luoghi sulla scia di film che ci hanno toccato l’occhio e il cuore che in Toscana è in voga da tempo. «La nostra forza è la bellezza del paesaggio, dalle città d’arte ai borghi più sperduti. Cerchiamo progetti capaci di valorizzarli», interviene Stefania Ippoliti, responsabile del progetto Toscana Film Commission. Su questa linea, nel 2009 sono stati realizzati il nuovo film di Kiarostami, Copia conforme, nell’incantevole Lucignano, L’uomo che verrà di Giorgio Diritti sullo sfondo aspro dell’Apennino, La fine è il mio inizio, la vita di Tiziano Terzani (Bruno Ganz) nella valle dell’Orsigna, La bellezza del somaro di Castellitto sui colli senesi attorno a Radicofani. «Negli ultimi tre anni il nostro fondo è arrivato a 9 milioni di incentivi per le produzioni. Non pochi in tempi di crisi – avverte Ippoliti ”. La conferma che i fondi regionali stanno diventando sempre più importanti di quelli ministeriali».
Punta sullo sviluppo dell’imprenditoria locale impegnata nell’audiovisivo e sui nuovi talenti la Friuli Venezia Giulia Film Commission. Decisa a trasformare una regione di frontiera in una «terra di cinema» – qui sono venuti a girare Salvatores e Tornatore, Molaioli e Zaccaro – la Fvf dal 2006 è dotata di un Film found che finanzia progetti giovani (vedi il recente Rumore bianco di Alberto Fasulo, storia di una terra attraverso il suo fiume, il Tagliamento) e stanzia contributi variabili secondo la permanenza, con l’impegno a spendere almeno il 150% della cifra ottenuta sul terriorio. «Inoltre – aggiunge Paolo Vidali, presidente del Fondo – punta a formare attraverso quei corsi internazionali dove di solito l’Italia è la grande assente, una rosa di professionisti dell’audiovisivo qualificati e competitivi agli standard richiesti dal mercato». Infine qualche sinergia mirata con festival di punta, quali il vispissimo Far East che da 12 anni porta a Udine il meglio del cinema dell’Estremo Oriente. «Da quest’anno – annuncia Vidali – inizierà uno scambio di corsi con la Corea del Sud per mettere a punto progetti e coproduzioni comuni». Comitive di turisti con gli occhi a mandorla previste in arrivo.
Giuseppina Manin