Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  gennaio 26 Martedì calendario

FIAT PERDE 800 MILIONI MA PAGA GLI AGNELLI

Il 2009 è andato maluccio per la Fiat che ha chiuso il bilancio in perdita di oltre 800 milioni. Ma poteva andare ben peggio e se verranno approvati i nuovi incentivi, il 2010 potrebbe trasformarsi in una catastrogfe. Questo in sostanza il Marchionne-pensiero emerso nel corso del cda che ieri ha esaminato i conti dello scorso anno. La Borsa, non ha gradito previsioni tanto preoccupato: dopo un inizio positivo il titolo del Lingotto ha perso progressivamente terreno, finendo la giornata in forte calo a 9,53 euro (-3,69%).
A provocare lo scivolone sul listino non sono stati tanto i risultati 2009, quanto le prospettive per l’anno in corso: il ritorno all’utile dipende dagli incentivi. Se il governo approverà una rottamazione bis il gruppo torinese potrà vendere fra 1,93 e 2,1 milioni di
Denaro sporco
auto. «E vi ricordo», ha chiarito l’ad Marchionne, «che avevamo indicato il punto di pareggio a 1,840 milioni e quindi il 2010 sarà sicuramente positivo», qualunque livello di produzione venga raggiunto, ha detto. Cifre possibili, però soltanto con i nuovi incentivi. Un’incertezza che non è piaciuta alla Borsa.
Nemmeno la notizia del dividendo, confermato nonostante le perdite, è servita a stemperare la tensione. Lo testimoniano anche i 60 milioni di pezzi scambiati, pari al 5% del capitale. La cedola sosterà 237 milioni se si escludono le azioni proprie detenute dal gruppo. Alla Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, andranno 72 milioni di euro. Un bel gruzzolo, che garantisce agli eredi dell’Avvocato una notevole autonomia finanziaria.
Sul fronte dei numeri l’esercizio 2009 si è chiuso con una perdita
netta di 848 milioni di euro, a fronte del miliardo e 720 milioni di utile registrati nel 2008. Ricavi in calo del 15,9%, a poco più di 50 miliardi. L’auto ha limitato i danni mentre Iveco (camion) ha chiuso in attivo di 105 milioni e Cnh (trattori) con un utile di 337 milioni.
Chrysler, salvata dalla bancarotta lo scorso autunno, «sta andando bene», ha aggiunto Marchionne, «secondo le previsioni, dobbiamo superare il 2010».
Sul futuro il messaggio è chiaro. In assenza di un nuovo pacchetto per la rottamazione l’azienda dovrà rivedere il piano industriale. già stata fissata la data per l’aggiornamento del piano, il 21 aprile. Senza incentivi, ha spiegato l’ad del Lingotto, «la politica dei prezzi diventerà molto più dura, i margini saranno erosi perchè si darà la caccia ai volumi rimasti sul mercato e questo ci costringerebbe ad essere ancora più selettivi nelle cose che facciamo». Chiaro il riferimento al ventre molle dell’auto Fiat, rappresentato dagli stabilimenti di Termini Imerese e Pomigliano. Se la sorte del polo siciliano sembra segnata, il futuro di quello campano è legato alle decisioni del governo. Senza nuovi incentivi l’anno in corso si chiuderebbe con un mercato in calo del 16%. E ben difficilmente l’azienda confermerebbe lo spostamento della produzione di Panda dalla Polonia a Pomigliano. Dunque gli insediamenti da chiudere rischiano di diventare due e non uno solo.
Già c’è da mettere in preventivo il calo previsto per il mercato europeo con un -12% guidato dalla Germania dove non sono più previsti sconti. «E senza il rinnovo degli eco-incentivi, in Italia, ci sarebbe un calo aggiuntivo della domanda pari ad un ulteriore 4%», ha aggiunto Marchionne. Berlusconi è avvisato.
Attilio Barbieri, Libero 26/1/2010