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 2010  gennaio 26 Martedì calendario

GNOCCHI: NON SI PUO’ DIRE DI NO A ZELIG

La comicità di Gene Gnocchi vive di situazioni paradossali. L’ultimo monologo teatrale si chiama Cose che mi sono capitate, scritto come i precedenti con Francesco Freyrie. L’atmosfera è surreale, le frecciate no. La stessa atmosfera che Gnocchi ripropone ogni martedì dal Teatro degli Arcimboldi di Milano per Zelig condotto dalla coppia Bisio-Incontrada. «La crisi a sinistra è tale che mi hanno cercato due Feste de l’Unità. Per friggere». Il ministro Brunetta «fa bungee-jumping ogni giorno, buttandosi dal tavolo di cucina». Una posizione erotica è detta del Patriota: «La donna, durante l’atto, ti tocca sull’ipotalamo, il luogo preposto alla percezione di spazio e tempo. Di colpo vieni proiettato a cinquant’anni prima: sei i coniugi Gasparri, nell’atto di concepire il figlio. Devi scegliere: raggiungere l’orgasmo, oppure anteporre il bene della patria».
25 anni dopo gli esordi, lei è tornato a Zelig. Sky non era abbastanza?
«Non l’ho fatto perché avevo voglia di grandi numeri. Mi hanno cercato Gino e Michele, credevo volessero organizzare una partita di Smemoranda. Mi hanno invitato e ho detto sì. Sono stato scoperto da loro, non potevo rifiutare».
Com’è ritornare a Mediaset?
«Zelig è un’oasi, finora ho detto quello che volevo. Poi non so se, lassù, qualcuno mugugni ascoltandomi».
Esiste un problema di libertà televisiva?
«Inevitabile, quando tutto il potere è in mano a una sola persona. Rai e Mediaset appartengono allo stesso uomo, anche Presidente del Consiglio. Questo ha portato all’allontanamento di una certa satira e a un appiattimento qualitativo. Non essendoci concorrenza, non c’è stimolo a migliorarsi. E la qualità crolla».
Nei confronti di chi è stato allontanato, cosa pensa?
«Che non andavano allontanati. L’unico discrimine è la responsabilità penale: se io ti oltraggio, tu mi quereli. Fine».
Zelig le piace?
«Ha scoperto molti talenti, ad esempio Ale e Franz. Ultimamente non mi dispiacciono le terzine di Maurizio Lastrico. In questi casi devi capire se il comico regge alla distanza o se la sua forza si esaurisce nei tre minuti televisivi».
In tivù cosa guarda?
«Non posso perdermi Occhio alla spesa di Di Pietro. Se non so il prezzo esatto delle zucchine a Palermo, sto male. Mi piace anche Mattino Cinque, la guardo per scoprire chi è il pedinato di turno».
Seriamente?
«Gnok Calcio Show appaga la mia passione sportiva. Vorrei fare anche una striscia quotidiana per i Mondiali, da uno studio finto-sudafricano. A Sky lavori solo se sei competente, se sbagli un nome gli abbonati ti massacrano. Alla Rai è appena diverso, la norma sono i dibattiti sulla fissione nucleare con Samantha De Grenet».
Però le introduzioni di Fabio Caressa non paiono esaltanti.
«Sono scritte sotto effetto di pesanti funghi allucinogeni. La ricetta viene dalla lettura al contrario dei libri di Benedetta Parodi, moglie di Caressa. Come le canzoni dei Beatles, che se ascoltate all’inverso contenevano messaggi satanici».
Quali sono i politici che più la fanno ridere?
«Bondi, soprattutto il poeta Bondi. Lo adoro così tanto da non poter non amare anche il Bondi ministro. Poi la Carfagna: mi affascina, è la dimostrazione che con la volontà puoi arrivare ovunque, anche se nello specifico non so se sia un bene».
Lei è per il dialogo come il Pd?
«Dipende con chi si deve dialogare. Di Pietro è definito "giustizialista", ma non vorrei che le sue istanze, magari espresse un po’ male, non fossero che richieste normali in qualsiasi paese tranne il nostro. A Bersani ho detto che se proprio bisogna dialogare, comincerei con il conflitto di interessi. Non con la riforma della giustizia».
L’idea di esordire in Serie A è tramontata?
«Mi sono proposto a tutti, ormai sono la D’Addario del calcio. Ho mezze promesse dal Parma, ma nel frattempo l’osteoporosi cresce. Lippi dovrebbe svecchiare la Nazionale: lo faccia con me, convocandomi al posto di Pirlo».
Qual è l’allenatore perfetto per la Juve?
«Bertolaso. L’unica soluzione possibile».
Ha trovato il nuovo Savicevic?
«Jovetic, ma il calcio attuale è troppo tattico e l’Inter gioca malissimo».
Lei amava i geni sregolati e ora va in fissa per l’algido Federer.
«Soffro troppo quando gioca. Se perde, maledico le figlie gemelline. Sono a quei livelli lì».
Molti comici hanno il blog.
«Io no. Con la tecnologia sono un disastro, al massimo arrivo al Telepass. Pago 15 euro l’ora i miei figli, per scaricarmi la mail e cercarmi i dischi su MySpace. Loro, consapevoli di avere un padre cretino, giustamente ci lucrano».
Quindi non andrà a vedere Avatar?
«Figuriamoci. L’unico film in 3D che ho visto, era un porno di 25 anni fa. Me lo consigliò il portiere del Guastalla, giocavo con lui. Era un cultore del sesso. Una volta vide uno spettacolo con un’attrice che ballava nuda dentro una gabbia: si fece costruire la gabbia in casa e invitò l’attrice. Era così. Però quel porno non era male».
Andrea Scanzi