Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 26/1/2010;, 26 gennaio 2010
IL FATTO DI IERI - 26 GENNAIO 1975
Per non dimenticare l’umiliante vicenda dell’ ”Adele in manette”. Lei era Adele Faccio, femminista e radicale, e il flash che ci torna in mente è quello di una domenica mattina del 26 gennaio ”75. Roma, ex Teatro Adriano. Al convegno nazionale sull’aborto, organizzato dall’MLD e dai radicali, più di tremila persone. Donne, tante donne, dentro e fuori dal teatro. Sul palco, assieme a tutto il gotha dei radicali, l’Adele, già inseguita da un mandato di cattura per procurato aborto pluriaggravato, latitante a Parigi da giorni e riapparsa pubblicamente a Roma per autodenunciarsi e manifestare contro lo scandalo dei cucchiai d’oro e delle mammane. L’irruzione della polizia è istantanea. Lei, dopo aver letto al microfono il mandato di arresto, impassibile, offre i polsi al commissario, mentre le femministe insorgono e qualcuno intona canti anarchici. Nel carcere di Firenze si farà un mese, mentre la piaga degli aborti clandestini, al tempo oltre 350.000 l’anno, diventerà materia incandescente. ”Contraccezione per non abortire, aborto libero per non morire”, questo lo slogan di battaglia di Adele Faccio, coraggiosa paladina dei diritti delle donne, che ci ha lasciato tre anni fa.