Francesco Saverio Alonzo, La Stampa 24/1/2010, pagina 28, 24 gennaio 2010
I LIBRI DI LARSSON LI HA SCRITTI LA COMPAGNA
Stoccolma. ”Stieg Larsson non sapeva scrivere». Così s’intitola un articolo sensazionale apparso sulle pagine culturali del maggiore quotidiano del mattino svedese, Dagens Nyheter. Lo firma Anders Hellberg, già caposervizio di Larsson all’epoca in cui questi lavorava presso l’agenzia stampa TT, Tidningarnas Telegrambyraa.
«La stesura di gialli basati su fatti reali, come la trilogia Millennium», spiega Hellberg, «esige molto dall’autore perché egli (o ella) deve conoscere a fondo ogni struttura sociale e, in questo caso, in campi tanto diversi quali l’organizzazione interna della polizia e la tecnologia indispensabile per poter penetrare nel cervello di un computer. Stieg possedeva queste qualità e talvolta mi veniva da paragonarlo a una sorta di Wikipedia in carne e ossa, dalle conoscenze straordinarie nei settori piú disparati».
Hellberg riconosce a Larsson anche il merito di aver saputo escogitare personaggi, fatti, dati, indirizzi e orari corrispondenti alla realtà e verificabili in ogni dettaglio. Ma da qui a scrivere bestseller mondiali c’è di mezzo, secondo il giornalista, se non il mare, almeno la padronanza della lingua: e in questo Stieg Larsson difettava in maniera paurosa. Lo scrittore lavorava presso l’agenzia di stampa come grafico, con il compito di illustrare le notizie mediante tabelle, diagrammi e colonne statistiche. Hellberg, che era caposervizio del turno di notte, racconta che ogni tanto Larsson veniva a trovarlo, nelle ore più calme, mostrandogli i testi da lui scritti. E lui glieli correggeva, quando non li riscriveva di sana pianta. «E dovevo constatare - e non lo dico assolutamente per sminuire quest’uomo geniale - che egli semplicemente non sapeva scrivere. Il suo linguaggio era zoppicante, senza un nesso logico tra le parole, l’ortografia e la grammatica lasciavano molto a desiderare ed era assolutamente digiuno di sintassi, direi in modo pazzesco. Io facevo le mie osservazioni e lui le accettava ringraziandomi, senza farne un dramma, così, come si fa tra colleghi».
Un giudizio analogo viene espresso da Kurdo Baksi, grande amico dello scrittore scomparso, che ha appena pubblicato un libro intitolato appunto Il mio amico Stieg Larsson, dove lo descrive come un giornalista più che mediocre. E, in un’intervista televisiva, Baksi ha dichiarato: «Mi rifiutai di leggere il manoscritto della trilogia Millennium perché ero convinto che fosse un disastro. Stieg era un segugio dal fiuto infallibile, ma quando doveva mettere per iscritto il frutto delle sue ricerche era una frana».
Sorge quindi il dubbio che, secondo una fortunata tradizione svedese (Sjöwall e Walö, Coelho e Andoril, Stieg e Ulla Trenter), Larsson abbia lavorato in coppia con Eva Gabrielsson, la donna con cui conviveva da 32 anni, creando le trame e i personaggi e lasciando alla compagna il compito di stendere il testo letterario vero e proprio. Se così fosse, la Gabrielsson avrebbe diritto a una parte cospicua degli enormi introiti prodotti dai diritti d’autore. E ciò forse spiegherebbe il rifiuto all’offerta che le hanno fatto il padre e il fratello di Stieg Larsson di accettare due milioni di euro, a fronte dei 120 milioni che loro intascheranno come unici eredi.
Ma allora perché la Gabrielsson non ha firmato i libri in coppia col suo compagno? «Lo spiegherò nel libro che sto scrivendo», è la sua risposta.
Francesco Saverio Alonzo