Marina Verna, La Stampa 24/1/2010, pagina 14, 24 gennaio 2010
«SONO MALATO», OSKAR IL ROSSO LASCIA LA POLITICA
Questa volta non ha sbattuto la porta, ma il botto è ugualmente forte. Oskar Lafontaine, il dominus della nuova Sinistra tedesca, lascia la presidenza della Linke e il seggio al parlamento. A piegarlo, questa volta, non è la rivalità con Gerhard Schroeder - risolta con una vendetta fredda - ma un cancro alla prostata, di cui parla apertamente: «E’ stato un avvertimento, la seconda crisi esistenziale della mia vita». La prima era stata nel 1990, quando in campagna elettorale una squilibrata gli aveva squarciato il collo con un coltello. Lafontaine sfidava il cancelliere Kohl per conto dei socialdemocratici, ma non era ancora arrivata la sua ora: né per morire, né per governare la Germania. Da cinque anni governava il suo Land, la Saar, e ministro presidente sarebbe rimasto per altri otto. Nato nel 1943, figlio di un panettiere caduto in guerra, educato dai gesuiti e laureato in fisica, così piccolo e ambizioso che lo chiamavano «Napoleone della Saar», ha costruito pietra su pietra il trionfo della Spd e poi, pietra su pietra, l’ha distrutta. Segretario dal ”95, nel ”98 porta i socialdemocratici alla vittoria. Schroeder è cancelliere, lui Ministro delle Finanze. Ala sinistra contro ala moderata, l’intesa fra i due regge solo cinque mesi. Dopo infinite liti, l’uscita di scena, plateale e drammatica. Lafontaine si fa fotografare al balcone di casa, in spalla l’ultimo figlio. «Voglio dedicarmi alla famiglia». Nessuno gli crede. Infatti si mette subito a scrivere un libro, «La rabbia cresce». Anticipo dell’editore: 700 milioni di vecchie lire. Li investe in una villa in stile toscano, prontamente battezzata «Il palazzo della giustizia sociale». Il suo stile di vita sconcerta. Ama i grandi cru, e lo accusano di «predicare acqua e bere vino». Lui lascia dire - d’altronde, lo dicono di tutta la sinistra al governo - e intanto, nel grande studio vetrato al primo piano della villa, lavora al «masterplan» politico della sua vendetta contro la Spd. Creerà un nuovo partito, occupando a sinistra l’area lasciata libera dai riformisti. Il debutto, nel 2005, raccoglie l’8.7%. Dopo la fusione con gli ex comunisti della Pds, nasce il quinto partito della scena tedesca, Die Linke, la sinistra. Alle ultime elezioni, lo scorso autunno, ha preso l’11,9%. Praticamente tutti erosi agli antichi amici. Che sfortuna, dover lasciare tutto proprio adesso.
Marina Verna