LUCIANO NIGRO, Repubblica 22/1/2010, 22 gennaio 2010
DELBONO SOTTO ASSEDIO PER I SOLDI A CINZIA - BOLOGNA
Alcune migliaia di euro. Soldi che Flavio Delbono avrebbe dato alla ex fidanzata Cinzia Cracchi anche dopo la fine della loro relazione. E´ sulla giustificazione di quel passaggio di denaro che il sindaco di Bologna ora si gioca tutto. Sotto assedio da due settimane nell´inchiesta che lo vede indagato per abuso d´ufficio e peculato, il successore di Sergio Cofferati, per uscire dall´angolo, da quello che lui stesso definisce un «tritacarne mediatico», annuncia che parlerà alla città, smonterà «accuse kafkiane» e «dichiarazioni assurde». «Spiegherò quello che è successo veramente - dice - ma fin d´ora assicuro che non ho commesso reati né usato soldi pubblici a fini privati». Insomma racconterà la sua verità, dopo averla riferita alla procura. E se se finora ha taciuto, dice, «è solo per rispetto dei magistrati». L´interrogatorio, sollecitato da tempo, è imminente. Forse domani.
Poi però dovrà dare una versione pubblica e convincente anche sui viaggi all´estero, sulle auto blu, su quello strano bancomat di un amico da cui Cinzia prelevava fino a mille euro al mese. Ma soprattutto sui soldi che la ex compagna, oggi grande accusatrice, dice che le furono promessi in cambio del silenzio durante l´inchiesta. Corruzione? Un tentativo di estorsione? E´ questa l´ultima e più grave insidia del Cinzia-gate. Oggi si scopre, infatti, che Delbono avrebbe effettivamente dato alcune migliaia di euro alla sua ex fidanzata anche dopo la fine della loro relazione. Non è chiaro se prima o durante la campagna elettorale che lo ha portato a Palazzo d´Accursio. Il legale del sindaco, però, mette avanti le mani: «Potrebbe essersi trattato di una richiesta di aiuto e basta del tipo "aiutami perché ho bisogno", senza che per forza lei abbia chiesto a Delbono qualcosa in cambio del suo silenzio». Una mano, insomma, a una donna in difficoltà. Come era già accaduto, del resto, durante la storia d´amore, con il bancomat che, giura l´avvocato, «era alimentato da soldi personali di Delbono». Spiegazioni che attende la città e che ora si aspetta anche il Pd. Ieri sera è stato convocato d´urgenza un esecutivo provinciale per dare un segnale di attenzione alla base sconcertata. «Piena fiducia ai magistrati e al sindaco» ha ripetuto il segretario di Bologna Andrea De Maria, sottolineando l´importanza della promessa di un chiarimento «diretto» di Delbono alla città. Il Pd, insomma continua a far quadrato, ma si aspetta che il sindaco sappia fermare l´ondata di voci e insinuazioni che stanno mettendo a dura prova la sua credibilità.
Ore decisive per Delbono e il Pd pende dalle sue parole. Anche Pier Luigi Bersani. Ai cronisti che gli riferivano della richiesta di Pier Ferdinando Casini di «fare chiarezza sulla vicenda bolognese», il segretario del Pd ha risposto seccamente: «Ho letto una dichiarazione di Delbono». Come dire: è il sindaco, adesso, che deve parlare.