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 2010  gennaio 24 Domenica calendario

RADIO MARYJA: PREGHIERE, AFFARI E POTERE - VARSAVIA

Sto lat, sto lat, niech zyje, zyje nam”, intonava la versione polacca di ”tanti auguri a te” un gruppo di anziani di fronte all’edificio-bunker che ospita l’emittente ultracattolica, Radio Maryja. Oltre 10mila persone giunte a Torun da tutta la Polonia, hanno di recente vissuto un grande giorno di festa, il 18esimo anno di vita della radio di Padre Rydzyk, controverso prelato-imprenditore finito alla ribalta della cronaca, per essersi scagliato contro ebrei e nemici della patria: Ue e tedeschi in primis. A differenza di quella italiana, la versione polacca di Radio Maria va ben oltre la semplice trasmissione di programmi a carattere religioso. Con i suoi quattro milioni di assidui ascoltatori, l’emittente di Torun controlla un bacino di voti enorme, che usa come una clava nei confronti della politica. Il potere di Rydzyk è arrivato al punto di influenzare i governi e perfino di deciderne le sorti. Lo dimostra il doppio successo alle legislative e alle presidenziali dei gemelli Kaczynski nel 2005, ottenuto grazie al fondamentale sostegno di Radio Maryja. Sostegno confermato poi alle politiche del 2007 e sul quale i gemelli contano anche per le presidenziali del prossimo anno. Di fronte al fenomeno Radio Maryja, la posizione della Chiesa polacca resta ambigua. Alterna un certo timore reverenziale rispetto al crescente potere di Rydzyk, a evidente imbarazzo per le sue intemperanze xenofobe e antisemite.
Ma quello di Radio Maryja è prima di tutto un enorme business. Rydzyk ha dimostrato in questi diciotto anni di avere un innato senso degli affari. Dopo aver lanciato con successo una radio, una Tv, una compagnia telefonica, una scuola di giornalismo, un centro studi, un’Università telematica e un tentativo - fallito - di produrre energia rinnovabile, l’impero di Radio Maryja nell’estate scorsa si è allargato anche al business dell’acqua. Acqua direttamente ”benedetta’ da Rydzyk e messa in vendita durante i meeting e i pellegrinaggi. Un perfetto esempio di marketing organizzato con appositi stand per la grande promozione. Un successo.
Ma ai milioni di fedeli che ascoltano, credono e finanziano attraverso ingenti donazioni l’impero di Rydzyk, tutto questo sembra non interessare. Da tutta la Polonia sono arrivati a Torun 271 pullman, in una sorta di pellegrinaggio verso la Mecca, per vedere, toccare o semplicemente fare una foto ”all’ultima voce della verità”. « la festa di tutti i polacchi, dei veri patrioti», dice Agnieszka C., 68enne pensionata, che aggiunge: «Satana ci impedisce di vivere sereni, ma alla fine sarà Radio Maryja a trionfare, l’ultima voce della verità».
Alle ore 15, come di consueto, il rosario. «Qui Radio Maryja, la voce cattolica nelle vostre case», dà il via alle trasmissioni il prete-speaker intonando la litania di Ave Maria. Fuori, accalcati gli uni agli altri, ma composti in religioso silenzio, i pellegrini si fanno il segno della croce. Pregano e cantano brandendo cartelloni contro il governo e il premier Donald Tusk colpevoli di aver sposato la causa della ”depravata e atea Europa”. Sacro e profano. Religione e politica si intrecciano. «Non si illudano i signori dell’Ue - tuona un anziano signore, scagliandosi contro la recente sentenza della Corte europea - non rinunceremo mai alla croce. Il simbolo di Cristo deve restare nelle scuole. Si ricordino a Bruxelles: chi combatte la croce, di croce perirà».