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 2010  gennaio 25 Lunedì calendario

GREEN JOBS PER VOCEARANCIO


«Ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi lavori da creare» (Barack Obama, nel suo primo discorso pubblico da presidente eletto degli Stati Uniti il 4 novembre 2008).

La definizione di ecolavoro è molto ampia e può essere molto generica. Secondo Tessa Gelisio e Marco Gisotti, autori di Guida ai green jobs (Edizioni Ambiente), «rientrano nella categoria le professioni di qualunque settore che con il loro operato contribuiscono al miglioramento delle condizioni ambientali e alla conservazione del patrimonio naturale».

«La ”green economy” non si limita a rendere le produzioni più compatibili con l’ambiente, come faceva lo ”sviluppo sostenibile”, nato alla fine degli anni Ottanta. Per l’azienda, era quasi sempre una spesa. Ora si tratta di creare business, di generare fatturato, di proporsi ai consumatori con nuovi prodotti» (Jacopo Giliberto).

I green jobs impegnano oggi in Italia tra le 300.000 e i 450.000 persone (dati forniti da Greenpeace Italia).

Il rapporto del 2009 di Greenpeace Working for the Climate: Green Job (R)evolution prevede che nei prossimi vent’anni l’energia verde creerà 8 milioni di posti di lavoro nel mondo e 100mila solo in Italia.

Barack Obama punta sulla green economy per il rilancio dell’economia UsaFast Company, azienda americana specializzata nel monitoraggio delle tendenze economiche e sociali, ha stilato una classifica delle dieci professioni su cui puntare nei prossimi anni. Al primo posto ha messo l’agricoltura: secondo gli analisti i farmers americani stanno diventando sempre più vecchi e vicini all’età pensionabile, sarà necessaria una nuova generazione di giovani imprenditori agricoli, con aziende medio-piccole a carattere locale. Al secondo posto il comparto forestale, al terzo gli installatori di impianti solari.

«Bisogna considerare un dato non trascurabile: in Italia la terra costa tanto, in media 25.500 euro per ettaro, quando in Europa si va dai 5.500 della Francia agli 8.500 dell’Olanda. I giovani agricoltori quindi, a fronte di questi costi in ingresso, puntano allo sfruttamento intensivo di piccole superfici e a produzioni di alta qualità. I giovani agricoltori che mi è capitato di incontrare si indirizzano verso mercati nuovi come la produzione di latte di asina, la coltivazione di piante officinali, l’agricoltura biologica» (Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali).

Le persone impiegate nel settore delle energie rinnovabili in tutto il mondo sono 2,3 milioni, di cui 300mila nell’ambito dell’eolico, 170mila nel solare fotovoltaico, oltre 600mila nel solare termico (la maggior parte dei quali in Cina), le rimanenti nei biocombustibili (dal rapporto commissionato dalle Nazioni Unite Green Jobs: Toward decent work in a sustainable, low-carbon world).

«Per ogni attuale posto di lavoro nel settore del carbone con la rivoluzione energetica si creano tre posti di lavoro nel settore delle rinnovabili. O si punta sui lavori verdi e sulla crescita occupazionale oppure si va verso il collasso economico e la disoccupazione» (Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia).

Tre casi italiani recenti di green economy: Guido Ghisolfi, imprenditore chimico alessandrino, che con l’azienda di famiglia M&G è il principale produttore europeo di plastica Pet per le bottiglie d’acqua minerale, sta costruendo una raffineria per produrre benzina biologica partendo da vegetali non commestibili. L’imprenditore comasco Saba Dell’Oca, che con la sua Candit Frucht è tra i principali produttori di canditi per l’industria dolciaria in Europa, ha deciso di investire con alcuni soci nella vendita in Italia di pannelli solari di tecnologia statunitense. Il cuneese Davide Aimeri, che si occupa di rifiuti, è stato chiamato da una cartiera del Milanese per costruire un impianto rivoluzionario che digerirà i rifiuti dello stabilimento.

Alessandro Marangoni insegna Economia e gestione dei servizi ambientali alla Bocconi di Milano. Professore qual è il giro d’affari della green economy in Italia? «Nel complesso il settore ambientale (rifiuti, energie rinnovabili, disinquinamento, salute e sicurezza, risorse agro-forestali) occupa circa 300mila addetti, dei quali circa un terzo nella gestione rifiuti. In questo settore solo le imprese private (350 con 20mila occupati) fatturano circa 2,5 miliardi. Nelle fonti rinnovabili di energia il fatturato 2008 è stimato in circa 5,5 miliardi di euro, con un’occupazione di circa 30mila unità». Che previsioni di crescita ci sono nel futuro prossimo? «Nei prossimi dieci anni dovrebbero essere creati 100mila nuovi posti di lavoro. In particolare il comparto delle energie rinnovabili è uno tra i più dinamici. Il settore è uno dei pochi in forte crescita in questa fase di crisi generalizzata: nel 2008 in Europa oltre la metà della nuova capacità produttiva del settore elettrico è stata generata da fonti pulite».

I due siti italiani che offrono tantissime opportunità di trovare un lavoro verde: www.infojobs.it/green-job e www.greenjobs.it.

Tessa Gelisio e Marco Gisotti nella loro Guida ai green jobs analizzano il rapporto tra ambiente e lavoro e indicano 100 professioni verdi. Noi ne abbiamo scelte dieci per voi:

1. Agricoltore bio. il responsabile, in proprio o per conto di un’impresa agricola, dell’intero processo di produzione, con l’obiettivo di ottenere risultati economico-produttivi nel rispetto delle norme che regolamentano il biologico. necessario un diploma di perito agrario, di agrotecnico o una laurea breve in Scienze agrarie, anche se ormai molte università prevedono corsi di laurea specifici in Agricoltura biologica, Agricoltura ecologica, Agroecologia ecc.
Link utili: Associazione italiana per l’agricoltura biologica www.aiab.it; Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica www.federbio.it

2. Biologo ambientale. Si occupa di individuare e valutare le risorse biologiche nei sistemi naturali o modificati dall’uomo, diagnostica e previene le alterazioni dell’ambiente, valutandone i possibili rischi. necessaria una laurea in biologia ed è necessario essere iscritti al relativo ordine professionale. I settori in cui il biologo ambientale si può inserire sono quelli dei rifiuti, delle bonifiche e dell’acqua potabile.
Link utili: Collegio biologi università italiane www.cbui.inito.it; Ordine nazionale dei biologi www.onb.it

3. Certificatore energetico. una figura diventata fondamentale dal 2005, da quando l’attestazione di certificazione energetica (Ace) è diventata obbligatoria per l’atto di vendita di qualunque edificio o porzione di edificio. necessario iscriversi all’apposito organismo di accreditamento. Bisogna essere in possesso di una laurea triennale in Ingegneria, Architettura, Scienze ambientali, Chimica oppure di un diploma di geometra, perito industriale o agrario.
Link utili: Enea http:// efficienzaenergetica.acs.enea.it

4. Ecochef. Il responsabile della cucina di un ristorante che sceglie e decide gli acquisti degli ingredienti e delle materie prime, accertandosi che vengano da filiere controllate e certificate e garantisce che la preparazione avvenga secondo le norme previste per cibi a marchi di qualità o tipicità. necessario un diploma di Scuola alberghiera a cui far seguire corsi e master di specializzazione sulle produzioni tipiche, di qualità o sul biologico. Secondo Bio Bank nel 2008 erano 360 i ristoranti bio in Italia, 1.178 gli agriturismi con menu biologico e quasi un milione i pasti biologici serviti nelle mense scolastiche.
Link utili: Federazione italiana cuochi www.fic.it

5. Ecoauditor. L’ecoauditor o verificatore ambientale d’impresa, controlla che gli impianti e i processi produttivi di un’azienda rispettino le norme ambientali. Verifica inoltre la tipologia dei rifiuti prodotti e la loro quantità, le emissioni gassose, gli scarichi dell’acqua ecc. La sua figura è resa di fatto obbligatoria dalla legislazione europea sul controllo della compatibilità tra cicli della lavorazione dei prodotti, impianti e strutture delle imprese e la protezione dell’ambiente.
 necessaria una laurea in Ingegneria dell’ambiente e delle risorse, Ingegnaria del controllo ambientale o Scienze ambientali.
Link utili: Comitato Ecolabel Ecoaudit www.apat.gov.it

6. Ecologo vegetale. Realizza censimenti floristici per l’allestimento di liste di controllo territoriali. Compie rilievi di vegetazione e si occupa della redazione di ”liste rosse” delle specie minacciate, suggerendo strumenti e modi con i quali intervenire per la conservazione e la tutela.
 necessaria una laurea in Biologia, Scienze naturali o Scienze e tecnologie per l’ambiente e la successiva iscrizione all’ordine dei biologi. L’ecologo vegetale è una figura importante per le agenzie per l’ambiente, gli enti parco, gli istituti di ricerca ma anche per studi professionali che agiscono sul territorio.
Link utili: Ordine nazionale dei biologi www.onb.it

7. Esperto in demolizione per il recupero dei materiali. Si occupa della progettazione e della realizzazione degli interventi di demolizione e dismissione di costruzioni e manufatti ormai in disuso, garantendo la riutilizzazione dei materiali. Deve verificare che i singoli materiali siano raccolti in modo omogeneo. necessaria una laurea in Architettura, Ingegneria ambientale o Scienze ambientali. All’Università di Catania esiste il corso di laurea in Ingegneria del recupero edilizio e ambientale.
Link utili: Istituto nazionale di bioarchitettura: www.bioarchitettura.it; Associazione nazionale architettura bioecologica: www.anab.it

8. Esperto in progettazione delle energie rinnovabili. Gestisce e coordina la progettazione dei sistemi di energia rinnovabili, dall’eolico alle biomasse fino al solare. Analizza il territorio e valuta l’impiego delle diverse tecnologie, verificando la suscettibilità dei territori dove si opera.
 necessaria una laurea specialistica in Ingegneria alla quale far seguire un master in fonti rinnovabili.
Link utili: Consiglio nazionale degli ingegneri: www.tuttoingegnere.it; Associazione analisti ambientali: www.analistiambientali.org

9. Mobility manager. una figura introdotta per legge dal 1998 ed è obbligatoria per tutte le imprese ed enti pubblici con più di 300 dipendenti che lavorano in una medesima unità produttiva, o con più di 800 addetti che lavorano in più sedi. Ottimizza gli spostamenti dei dipendenti con l’obiettivo di ridurre l’uso dell’auto privata attraverso il piano di spostamenti casa-lavoro e l’adozione di altre strategie come il car pooling o il car sharing.
Non esiste un titolo di studio specifico per la figura del mobility manager, ma è necessario dimostrare una conoscenza del settore della mobilità urbana con particolare riferimento al problema del traffico e del pendolarismo.
Al momento i mobily manager attivi in Italia sono circa 800, ma molte aziende si stanno mettendo in regola con un po’ di ritardo. Dal 15 al 17 febbario Euromobility organizza un corso di formazione per mobility manager a Roma.
Link utili: Euromobility www.euromobility.org

10. Progettista dell’edilizia sostenibile. la figura centrale del processo della bioedilizia. il suo compito individuare le opere da realizzare, valutarne l’impatto ambientale e l’efficienza energetica. necessaria una laurea in Ingegneria o Architettura e l’iscrizione al relativo albo. richiesta la conoscenza di tecniche computerizzate di project management per la gestione dei cantieri e per l’utilizzo dei dati ambientali e territoriali.
Link utili: Consiglio nazionale architetti: www.awn.it; Consiglio nazionale ingegneri: www.tuttoingegnere.it

Secondo uno studio del Federal Bureau of Labor, un giovane che ha ottenuto un master guadagna in media il 20 per cento in più di chi ha solo la prima laurea.

Alessandra Zubiani, che insieme a Maurizio Guandalini e Victor Ukmala ha curato il libro Green economy, Italia, spiega quali sono le caratteristiche per entrare nel mercato dei green jobs: «Il mercato richiede soprattutto figure in grado di essere versatili nella propria area di competenza, cioè capaci di operare a 360° e con grande apertura mentale. I profili maggiormente richiesti sono figure professionali con un background molto tecnico, come i progettisti nel campo impiantistico, in grado di fornire il necessario supporto nella consulenza relativa al risparmio energetico». Ma è possibile riciclare la propria esperienza formativa e lavorativa in un settore molto promettente come quello verde? «Sinceramente credo che il mercato richieda professionisti già formati e dunque rigorosamente provenienti dal settore o quanto meno da settori affini come quello dell’energia convenzionale. Di conseguenza i professionisti di questo mercato vantano pochi anni di esperienza e la difficoltà di reperire figure di spessore è oggi molto sentita. Si formeranno nuove leve in ambito universitario e di formazione post-laurea ma resterà sempre alto il fabbisogno di competenze specialistiche che solo l’esperienza fattiva sul campo può dare».

La copertina dell’inserto del NYTimes sui dieci master del futuroIl New York Times ha dedicato un supplemento ai ”Dieci master del nuovo universo”, la risposta che gli atenei stanno dando alle carenze formative di oggi. Quattro dei dieci master riguardano tematiche ambientali o affini:
Sostenibilità culturale: un corso per insegnare come preservare valori, arte, costumi di comunità in via d’estinzione (al Goucher College di Baltimora).
Sostenibilità urbana: un corso nato per garantire una sensibilità ambientale ai manager e insegnare come rendere compatibili il progresso e l’ambiente (Colorado University).
Ingegneria dell’auto pulita: il primo master dedicato alle auto elettriche e ai motori puliti. (Università del Michigan).
Manager ”verde delle costruzioni”: come costruire edifici e infrastrutture nel rispetto dell’ambiente. (Columbia University; l’Università di Phoenix ne propone uno online).

«Se tradizionali rimangono i corsi di laurea per gli studenti di diciott’anni, lo skyline diventa mutevole più avanti, al livello dei master e della formazione più avanzata. a questo punto della sua formazione che un ragazzo cerca il compromesso con il mondo del lavoro e inizia a calcolare il suo stipendio futuro. Ed è anche tra gli adulti che il concetto di formazione permanente - già perfettamente integrato negli atenei americani - cerca di fare presa. Anche perché, frutto inaspettato della crisi, il boom della disoccupazione ha liberato tempo ed energie di quella fetta di ex lavoratori disposti a passare da un’aula universitaria per rilanciarsi nella professione» (Federico Rampini).