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 2010  gennaio 23 Sabato calendario

RITORNO ALLE ORIGINI: VITALIZI E GARANZIE

Centotrentasei italiani (di cui 21 in Lombardia, 20 in Lazio e in Veneto e 17 in Campania) hanno risolto grazie a un memorabile colpo di fortuna il problema della pensione, avendo centrato la combinazione vincente di «Win For Life», il gioco lanciato dalla Sisal a settembre. Essi hanno guadagnato il diritto a percepire una rendita di 4mila euro al mese per 20 anni, reversibile (anche al di fuori dell’asse ereditario). Certo, potrebbe trattarsi di vincitori giovani e occupati, quindi non interessati all’integrazione pensionistica (ma ugualmente felici). E poi, la rendita non è vitalizia; e in caso di più vincitori alla stessa estrazione, deve essere condivisa.
La rendita ottenuta grazie a colpi di rara fortuna è una formula che piace: lo dimostra il fatto che il principale concorrente di Sisal, Lottomatica, ha presentato in settimana un nuovo gratta e vinci, «Turista per sempre». Q uesto gioco mette in palio 35 vincite massime composte da un premio immediato di 200mila euro, più una rendita di 6mila euro al mese per 20 anni e un bonus finale di altri 100mila euro. Le chance di successo sono una ogni 2,9 milioni di tagliandi (ma senza l’eventualità di dover condividere le vincite).
Ci vorrebbero guru della finanza comportamentale come Daniel Kahneman per aiutarci a capire come mai quando si tratta di decidere sulla propria pensione gli italiani vogliono tutto il capitale subito e quando scommettono non disdegnano invece la rendita. Una ipotesi è che quando si investe è attivo un conto mentale ( mental accounting),
quando si punta sulla dea bendata ne funziona un altro: i ritorni attesi dalle due attività sono percepiti e considerati in modo profondamente differente (serio il primo, frivolo il secondo). In passato, lo stesso Kahneman aveva spiegato molto bene come sia possibile che le persone che giocano alla lotteria possano essere le stesse che investono per il lungo periodo. I due comportamenti possono tranquillamente convivere negli stessi individui, in base al cosiddetto pseudocertainty effect
(effetto della pseudocertezza). Le persone possono essere avverse o favorevoli al rischio sulla base dell’ammontare di denaro che è coinvolto (ovviamente di gran lunga maggiore quando si tratta dell’investimento pensionistico).
Sicché, in presenza di una prestazione previdenziale faticosamente accumulata per lunghi anni con un fondo pensione o con una polizza Vita, non è difficile immaginare che gli aventi diritto non intendano assolutamente dilazionarne la fruizione (con i fondi pensione però almeno la metà deve essere erogata in modalità di rendita, sotto certe ipotesi). La consapevolezza del "rischio" di vivere troppo a lungo, che comporterebbe senza esitazioni la scelta di una rendita vitalizia al posto del capitale, è difficile da fare propria. In questo ambito, molto può fare l’offerta delle compagnie, e dei professionisti che assistono i risparmiatori nelle loro scelte. Il massiccio ritorno dei flussi di risparmio verso le polizze Vita tradizionali garantite rappresenta un sano recupero di ciò che le compagnie sanno e devono fare. Una consulenza qualificata e continuativa può creare valore duraturo, aiutando la scelta delllo strumento di accumulazione più efficace ed efficiente e a comprendere la necessità di coprire il rischio di sopravvivenza. Anche questa è una risposta che esclusivamente le compagnie possono dare, destinata a guadagnare notevole importanza nei prossimi lustri e decenni.