Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 23/1/2010;, 23 gennaio 2010
IL FATTO DI IERI - 23 GENNAIO 1969
Se n’è andato solo pochi giorni fa, Eric Rohmer, in un freddo inverno parigino. E viene voglia di ricordarlo con ”Ma nuit chez Maud”, forse il suo film più colto, ambientato nello scenario innevato di Clermont Ferrand e finito di girare il 23 gennaio 1969. Storia di un triangolo amoroso immaginato e perfettamente simmetrico, declinata sul filo di un dilemma morale e religioso. Quasi un divertissement filosofico in cui i tre personaggi, un cattolico, una giovane atea e un marxista giansenista, tutti ”dogmatici esitanti”, secondo i ”Cahiers du Cinéma”, si sfidano e si confrontano a colpi di ideologia, in un raffinato gioco dialettico senza sbocco. Il più emblematico ”film di parola” di Rohmer, nel quale il tema del caso e della predestinazione evocati da Pascal ne ”Les Pensées”, è il fil rouge che accompagna le lunghe conversazioni dei protagonisti, coinvolti in un intreccio di reciproca seduzione, ma incapaci di rinunciare ai propri valori di riferimento. Incantevole, ironico racconto di una sfida tutta intellettuale, giocata sullo sfondo di un’esitazione morale senza scampo e sul conflitto tra conformismo e libero pensiero. Non a caso girato a Clarmont Ferrand, terra d’origine di Pascal.