Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 22/1/2010;, 22 gennaio 2010
IL FATTO DI IERI - 22 GENNAIO 1959
Storia di una memorabile truffa stile ”furbetti del quar tierino” targata fine anni ”50. Storia del famoso ”Caso Giuffré”, dal nome del primo, vero, originale ”banchiere di Dio”, finanziere della Provvidenza ammanicato con prelati e politici doc e specializzato nel rastrellare, con l’avallo delle parrocchie, denari di piccoli risparmiatori devoti, accalappiati con la promessa di interessi strabilianti. Un maneggione ante-litteram, ex cassiere del Credito Romagnolo di Imola dimissionato per sospetti illeciti, improvvisatosi amministratore di beni e capitali per oltre tre miliardi di lire, raccolti tra i risparmiatori secondo il classico meccanismo della ”catena di Sant’Antonio e mai realmente investiti. Una truffa in piena regola finita con la bancarotta degli ingenui investitori e approdata in Parlamento, con tanto di fallita mozione di sfiducia nei confronti del governo. Del crac, costato poco o nulla al ciarlatano Giuffré e nel quale erano rimasti coinvolti ministri come Preti e Andreotti, rimasero solo le consuete disarmanti conclusioni assolutorie della Commissione d’inchiesta e la gratuita promessa del presidente Fanfani, di una nuova legge bancaria nel nome della trasparenza.