Virginia Piccolillo, Corriere della Sera, 22/1/2010, 22 gennaio 2010
«LEGITTIMO IMPEDIMENTO UNICA VIA D’USCITA»
ROMA’ «La calendarizzazione "lunga" del processo breve sarebbe un primo segnale di apertura del governo». soddisfatto e fiducioso il vicepresidente dei deputati Udc, Michele Vietti. Perché? «La proposta del legittimo impedimento (di cui rivendico il copyright), torna ad essere una via d’uscita all’impasse e sarà discussa prima del processo breve, per il quale i boatos parlano anche di una calendarizzazione lunga. Mi pare un segnale apprezzabile. In più la nostra risoluzione sulla giustizia passa all’unanimità, malgrado le critiche esplicite al processo breve. Ne deduco che il ddl è destinato a finire su un binario morto». Restate contrari quindi a quel ddl? «Sì. Intasa il processo civile. Disincentiva i riti alternativi. Incentiva i ricorsi infondati. Ed è anticostituzionale per la norma transitoria. Possiamo cambiare idea a due condizioni». Quali? «Deve godere delle risorse necessarie per fare i processi nei tempi stabiliti. E valere solo per il futuro. Altrimenti, dico agli amici del Pdl, ci ritroveremo a giocare al solito gioco: con la Corte Costituzionale che rinvia alla casella iniziale senza incassare nulla. Anzi».
Invece sareste favorevoli a un legittimo impedimento ampliato?
«Solo rispettando l’impianto: approdo alla riforma costituzionale, tipizzazione e temporaneità. Noi chiedevamo che durasse al massimo 12 mesi, è stato fissato a 18, mi sembra un tempo più che sufficiente».
Se la tipizzazione fosse estesa a «ogni attività comunque connessa alle attività di governo»? «Insomma mi pare che la garanzia nel testo ci sia già». E estendere il legittimo impedimento anche ad altri? «Magari anche a consiglieri regionali come suggeriva Sandra Lonardo? Ma no. Quella è una barzelletta».
C’è chi pensa che dopo le elezioni il governo chiuderà i conti con i magistrati con mano più libera. Lei?
«Spero che avvenga il contrario. E che una volta che il presidente del Consiglio sia immunizzato dall’ansia da udienze possa guardare al tema con spirito più sereno e nell’interesse dei cittadini. Altrimenti, ancora un volta, ci saremmo accapigliati sulla giustizia per nulla».