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 2010  gennaio 22 Venerdì calendario

NEVROTICO E FRAGILE

No, GENIALE SAINT-LAURENT, IL MITO CHE DIVIDE - La Francia esalta e beatifica i propri eroi, in tutti i campi, ma la cultura francese ha anche il gusto della dissacrazione, soprattutto quando gli eroi sono morti. Così, a due anni dalla scomparsa (agosto 2008) ecco arrivare in libreria la prima biografia segreta e senza veli di un mito del nostro tempo, Yves Saint Laurent, il maestro dei maestri, lo stilista delle dive (fra tutte Catherine Deneuve) e dell’alta società internazionale. L’ha scritta la giornalista di moda e costume Marie-Dominique Leliévre, già nota in Francia per le recenti biografie di altri due personalità controverse del mondo artistico francese: il cantante Serge Gainsbourg e la scrittrice Françoise Sagan.
Dalle pagine di «Saint Laurent, mauvais garçon» (Saint Laurent, ragazzo cattivo), pubblicato da Flammarion, esce il ritratto di un uomo prigioniero delle sue nevrosi, costretto a fare i conti con la propria omosessualità (al punto di chiedere a una mannequin di consentirgli la prima esperienza con una donna) egocentrico, autodistruttivo, angosciato e fragile, nonostante l’incredibile capacità di lavorare e l’enorme energia che metteva nella sua «maison». «Un grande bambino isterico», scrive la giornalista che ha ricostruito la vita del ragazzo venuto dall’Algeria (gli antenati, di origine alsaziana, si erano trasferiti all’epoca della colonizzazione napoleonica) attraverso una cinquantina di testimonianze del grande giro di Saint Laurent : membri della famiglia, collaboratori, medici, indossatrici, amici. L’unico che le ha chiuso la porta è l’amico fedele e il compagno di vita del grande stilista, Pierre Bergé, circostanza questa che priva la biografia della fonte forse meno attendibile, almeno sul piano dell’affetto e degli affari in comune, ma sicuramente inesauribile in termini di particolari, episodi e aspetti caratteriali del protagonista.

Naturalmente, la dissacrazione dell’uomo Saint Laurent, il racconto della sua vita anche spericolata, fra locali notturne, alcolici, cocaina e anfetamine, nulla toglie all’immensità della sua creazione artistica, dai primi passi al successo della famosa collezione «Trapéze» di Dior, dal lancio della propria «maison» alla provocazione dello smoking per signore. Il ritratto non scade nel gossip, ma cerca di scavare nella psicologia di un personaggio che ha rappresentato un epoca, incidendo nella moda e persino nella sensibilità collettiva. «Yves Saint Laurent – ha detto l’autrice – è un personaggio familiare, di cui tutti hanno sentito parlare. Attraverso la sua figura si può capire un certo periodo della società francese, con i suoi valori e le sue nevrosi. stato anche un innovatore, soprattutto a cavallo degli anni Settanta, ma ha continuato a produrre cose straordinarie fino all’ultimo. uno stilista che ha introdotto il sex appeal nella moda e un tocco di nobiltà nel guardaroba delle donne».

Qualcuno sostenne che fosse depresso fin dalla nascita. L’autrice racconta che il grande stilista fosse, al contrario, un bambino allegro che cominciò ad intristirsi nell’adolescenza, probabilmente dovendo fare i conti con la propria omosessualità nei rapporti difficili con i compagni delle scuole algerine. Un altro tratto distintivo è la solitudine, mitigata da un esasperato senso del successo e dell’affermazione personale che lo portava a un continuo sforzo creativo. Sapeva ottenere tutto dai collaboratori – rivela l’autrice – senza bisogno di chiedere nulla, ma a volte senza ricompensarli della loro dedizione».
Nel libro si parla anche dell’amico, Pierre Bergé, intellettuale e scrittore, il quale, secondo l’autrice, ha avuto un ruolo fondamentale nella creazione del personaggio e indirettamente allo sviluppo dell’impero finanziario. «Un partner che ha compensato le debolezze dell’amico, fino agli ultimi istanti». «Vendere tazze e cinture firmate è più remunerativo che la haute couture. Si guadagna di più con i poveri che con i ricchi, perché ci sono più poveri…».

La divulgazione del mito post mortem continuerà nelle prossime settimane con l’uscita di lavori iconografici. L’editore Albin Michel annuncia l’uscita di «Une vie Saint Laurent», una sorta di biografia sonora dello stilista. Nel volume, testimonianze, fotografie e sedici canzoni mixate da Alain Chamfort e Pierre Dominique Burgaud con la collaborazione del giornalista Robert Murphy, autore fra l’altro del volume fotografico «Les Paradis secrets» di Yves Saint Laurent e Pierre Bergé pubblicato l’anno scorso, in cui è illustrato l’immenso tesoro della coppia: collezioni, residenze, quadri, mobili, innumerevoli oggetti d’arte. Un tesoro che dopo la morte dello stilista, Pierre Bergé ha deciso di mandare all’asta.