Massimo Gaggi, Corriere della Sera, 22/1/2010, 22 gennaio 2010
APPLE ALLEATA DEL NEMICO MICROSOFT PER BATTERE GOOGLE PIGLIATUTTO
NEW YORK’ La «tavoletta delle meraviglie» che verrà presentata dalla Apple mercoledì prossimo e con la quale Steve Jobs intende cambiare il modo della gente di leggere, di usare gli strumenti di intrattenimento, di valorizzare i contenuti di qualità, potrebbe anche essere un veicolo (non il solo) di una nuova guerra: quella contro il quasi-monopolio di Google e la sua filosofia del tutto-free. E potrebbe aprire la strada a una collaborazione - se non proprio a un’alleanza - fino a ieri impensabile: quella con la odiatissima Microsoft di Bill Gates, il gigante che in anni ormai lontani ha quasi soffocato la creatura di Jobs.
Fin qui le notizie sul «tablet» (solo indiscrezioni che l’azienda californiana non conferma, ma tutte convergenti in una stessa direzione) hanno colpito la fantasia dei lettori, curiosi di sapere in che modo il «mago Steve» ha trovato il modo di reinventare il loro rapporto con i giornali e con i programmi tv più «gettonati». Curiosità legittima, visto che lo scorbutico fondatore della Apple unisce alla sua innata genialità di tecnologo, una grande sensibilità per il design e la capacità di comprendere i gusti della gente, anticipando i suoi nuovi bisogni.
Ma Jobs è anche un protagonista di primo piano dell’economia che, dopo aver costruito la sua avventura industriale in una contrapposizione - imprenditoriale e personale - con Microsoft ed essersi associato con la Google dei suoi due «ammiratori», Larry Page e Sergey Brin, da tempo si è accorto che l’azienda di Mountain View, diventata a sua volta un gigante, si stava trasformando da alleato in nemico giurato della Apple.
I legami tra le due società, le presenze incrociate nei consigli d’amministrazione, sono stati sciolti con l’emergere di potenziali conflitti d’interesse, soprattutto per l’espansione di Google (che ieri ha annunciato profitti record nell’ultimo trimestre per 1,97 miliardi di dollari, cinque volte il risultato precedente, e guadagni su base annua decollati del 54% a quota 6,52 miliardi di dollari) verso l’area dei servizi telefonici. Con Android, il suo sistema operativo per i cellulari, il gruppo di Mountain View ha invaso il campo della Apple. E con Nexus One, il primo «cellulare intelligente» di Google, ha sfidato direttamente l’iPhone.
Jobs medita una risposta dura: secondo il «Wall Street Journal» il nuovo «tablet» e poi anche gli iPhone di nuova generazione potrebbero incorporare il motore di ricerca Bing di Microsoft al posto di quello di Google, fin qui offerto agli utenti Apple.
Ma è l’intera operazione «tablet» che ha un sapore di sfida alla filosofia «tutto free» di Google: laddove Page e Brin hanno, infatti, sempre puntato sull’offerta di servizi gratuiti agli utenti (dai filmati di YouTube alle notizie di Google News), Jobs si è rivolto a una clientela esigente pronta a pagare - e pagare di più - per la qualità dei suoi computer, degli iPod, degli iPhone, dei servizi iTunes venduti on line.
Con la nuova tavoletta ultrasottile e ultraleggera che, nelle intenzioni di Jobs, accompagnerà sempre i suoi clienti in giro per la loro casa così come in classe, questa impostazione verrà ulteriormente estesa. La mappa dei negoziati intrapresi da Apple nei mesi scorsi indica chiaramente che la società non vuole solo conquistare il mercato della lettura elettronica di giornali e libri (accordi o trattative col «New York Times», la «News Corp» di Murdoch, i giganti dei periodici e dei libri «Conde Nast » e « HarperCollins»), ma anche quello dei programmi televisivi più seguiti (negoziati con la CBS e la Walt Disney, proprietaria della rete ABC) e perfino quelli dei videogiochi (manager della Apple al lavoro con quelli di Electronic Art, società leader di quel mercato).