Corriere della Sera 22/1/2010, 22 gennaio 2010
I TANGO BOND E IL GIALLO DI HERNAN LORENZINO CHE TUTTI CERCANO MA NESSUNO TROVA (ALL’AMBASCIATA)
(m.sid.) l’ultimo giallo del caso politico-economico, ma anche diplomatico, dei «Tango Bond». Dov’è Hernan Lorenzino? Quando arriverà? E, soprattutto, chi è? Per adesso è l’uomo più ricercato del momento dai malcapitati 200 mila risparmiatori che ancora hanno nei propri cassetti i vecchi titoli della repubblica Argentina finita in default nel 2001. Il ministro dell’Economia, Amado Boudou, non solo ha assicurato che l’annunciato nuovo concambio dei bond tuttora in default, per un totale di circa 20 miliardi di dollari, «avanza» come previsto. Ma, nel corso di un’intervista radiofonica, ha anche anticipato che «durante questa settimana» il sottosegretario alle Finanze Hernan Lorenzino si recherà in Italia, «affinché ne conoscano i dettagli ed accettino l’offerta». Il sussurro è arrivato da 48 ore. Oggi è venerdì e’ nonostante «questa settimana» si stia per concludere’ di Lorenzino non c’è traccia (nemmeno su Google: solo due risultati come sherpa del governo). Nessuno conosce la sua agenda. Nemmeno all’ambasciata argentina a Roma dove da due giorni devono ripetere a chi chiama che «non ne sappiamo nulla, lo abbiamo appreso dai giornali italiani». Peccato che i giornali italiani lo abbiano appreso dal ministro dell’Economia argentino. E sì che sarebbe stato un timing perfetto: a Roma da ieri c’è infatti Robert J. Shapiro, l’ex sottosegretario al commercio dell’amministrazione Clinton e superconsulente di Blair, oggi alla guida dell’American Task Force Argentina. Shapiro, dopo aver rivelato nei giorni scorsi al Corriere che il governo guidato da Cristina Kirchner ha in realtà un cospicuo «tesoretto» presso la Bri in Svizzera, ha cercato consensi per i «no» alla riapertura del concambio. Secondo Shapiro, interpellato di nuovo ieri dal Corriere, «il ministro italiano dell’Economia dovrebbe fare pressioni presso la Bri affinché la banca non sia complice con l’illegale ripudio del debito dell’Argentina. Inoltre dovrebbe fortemente incoraggiare il Paese sudamericano a ripagare i bond». Tra le strategie dell’Atfa però non c’è nessun percorso legale: non ci sono cause internazionali in corso e non ci saranno. Insomma, il rischio – come già era avvenuto per la prima offerta di concambio del 2005’ è che chi rifiuterà non avrà altra strada per recuperare almeno una parte dei propri investimenti bruciati con il crac. Soprattutto se si tratta di piccoli risparmiatori. In ogni caso ieri Roma sarebbe stato un ring perfetto per lo scontro tra Shapiro e Lorenzino.