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 2010  gennaio 19 Martedì calendario

«L’ITALIA UN PAESE DI MARIONETTE» POMICINO E LA MANINA AMERICANA

Sostiene Geronimo: «Stanno scoprendo l’acqua calda. Si vada a leggere un capitolo del mio ultimo libro». Geronimo alias l’ex ministro andreottiano Paolo Cirino Pomicino, tra i falcidiati illustri di Tangentopoli, liquida come «acqua calda» le recenti rivelazioni su Di Pietro l’amerikano e rimanda alla lettura della sua ultima opera: La politica nel cuore. Segreti e bugie della Seconda Repubblica, edito da Cairo.
Che cosa c’è scritto?
Ho parlato dei rapporti e dei collegamenti tra la Cia e alcuni ”terminali” italiani. una storia che inizia nel 1992, ovviamente.
L’alba di Tangentopoli.
Quell’anno il capo della Cia, Woolsey, tenne una conferenza in California e spiegò che l’amministrazione Clinton aveva autorizzato lo spionaggio industriale per difendere le imprese americane nel mondo. In realtà successe anche altro.
Cioè?
Gli americani raccolsero parecchie informazioni sul sistema di finanziamento dei partiti e su atti veri e propri di corruzione. Non è un caso che nel 1992, a Milano, sbarca l’agenzia privata Kroll, con spioni a contratto.
Quelle informazioni dove finirono?
Woolsey fece presente al governo del suo paese che qualora ce ne fosse stata la necessità avrebbero potuto far scoppiare degli scandali.
Solo in Italia?
No, in tutta Europa. La Thatcher aveva perso la battaglia sulla moneta unica e gli americani iniziarono una politica aggressiva per difendere il dollaro. Penso ai guai di Chirac in Francia, a quelli di Kohl in Germania.
E le accuse a Craxi e Andreotti da noi.
Esatto. La manina americana poggiò il suo intervento su due pilastri: la corruzione e la mafiosità della prima repubblica. Ossia Craxi corrotto e Andreotti mafioso. L’intelligence degli Stati Uniti ce l’aveva con loro dopo i fatti di Sigonella.
Quindi ci fu un complotto?
Attenzione, ho parlato di manina. Da analista non posso che notare una convergenza di obiettivi. Eppoi i servizi americani vivono in modo autonomo: le amministrazioni politiche passano, loro restano. Ricordo interferenze di tutti i tipi,
Per esempio?
Quando Veltroni doveva diventare segretario dei Ds, trapelò l’indiscrezione che il suo avversario di sempre, D’Alema, avesse dei conti all’estero. Veltroni non ebbe più alcun problema.
E Di Pietro?
So per certo che era molto amico di Michael Ledeen, consulente dei servizi americani e che tra l’altro fu anche intermediario tra Reagan e Craxi nella crisi su Sigonella. Ammetto però di non aver mai chiesto nulla in merito a Tonino.
In ogni caso, proseguendo il suo ragionamento, il risultato non cambia: la prima repubblica morì.
Un evento impensabile per noi della Dc.
Perché?
Alle elezioni del ’92 il pentapartito aveva raggiunto il 53 per cento: nella seconda repubblica nessuna coalizione ha ottenuto questo risultato. Eravamo vivi e vegeti. Capii il disegno contro di noi quando ebbi un invito da Carlo De Benedetti.
Che cosa voleva l’Ingegnere?
Mi disse che la fine dell’egemonia della Dc avrebbe potuto portare a un governo con i postcomunisti e la sinistra democristiana.
Ma lei non era della sinistra Dc.
Per questo mi meravigliai, ma in fondo sono sempre stato un andreottiano atipico.
Invece Tangentopoli segnò l’avvento di Berlusconi.
Le ripeto, la manina americana non credo agisse di concerto con l’amministrazione pro-tempore del suo paese. Ci fu un’eterogenesi dei fini.
Mannino ha detto a Maria Latella per SkyTg24: «Nel settembre 1991 il giudice Falcone, in una conversazione privata mi manifestò la sua grande preoccupazione per una convergenza che temeva tra Cosa Nostra e servizi segreti di altri paesi, che avrebbe provocato in Italia uno scossone, un autentico terremoto».
Le faccio io una domanda: che cosa voleva dire Riina quando ha parlato di sostituire i vecchi referenti politici coi nuovi? Era un disegno completo e l’alleanza tra mafia e americani c’è già stata per un ideale più alto: la lotta ai nazifascisti.
Lei insinua che le stragi del ’93...
A questo punto l’ex ministro interrompe la domanda e si arrabbia: «Questo è il motivo per cui ce l’ho con tutti i presidenti del Senato. Non c’è alcun giornalista serio che faccia un’inchiesta vera, perdio. Non nascondo che sia questo il motivo della mia eliminazione politica».
Scusi, ma a che cosa si riferisce?
Al fatto che gli atti della commissione Stragi dal ’93 al ’98 sono ancora sotto segreto. Qualcuno mi dica il perché. In giro ci sono ancora parecchi traditori della Repubblica.
Una repubblica delle banane.
Un paese di marionette, come mi disse preoccupato Parisi.
L’ex capo della polizia.
Era il ’91 e gli rubarono la pistola dalla sua auto. E Parisi, appunto, era il capo della polizia. Lo incontrai e mi spiegò che qualcuno aveva interesse a fare dell’Italia un paese di marionette.