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 2010  gennaio 16 Sabato calendario

MINCEMEAT, IL POLPETTONE CHE INGANN ADOLF HITLER

Ne erano già stati tratti diversi libri e anche un film come L’uomo che non è mai esistito di Ronald Neame con Clifton Webb e Gloria Grahame, dove Peter Sellers dà la voce a Winston Churchill. Ma da lunedì, riferisce il Times, sarà disponibile nelle librerie inglesi il libro che rivelerà «per la prima volta» tutta la storia e «i segreti di uno dei più audaci atti di coraggio in tempi di guerra». Proprio il quotidiano londinese in questi giorni sta pubblicando ampi estratti di Operation Mincemeat (operazione carne trita o polpetta, che dir si voglia), l’ultima opera di Ben Macintyre, storico e editorialista del Times. Per gli Alleati, il polpettone che gli inglesi fecero mangiare ad Hitler fu un’importantissima mossa di spionaggio nel corso della Seconda Guerra mondiale: ovvero, far dirottare decine di migliaia di soldati nemici verso l’Europa dell’Est e così facilitare lo sbarco in Sicilia il 9 luglio del 1943, già concordato da Churchill e Roosevelt. Coinvolto nel tranello fu anche Ian Fleming, il creatore di James Bond.
Il piano iniziò nel gennaio del 1943, anche se i servizi britannici lo stavano complottando già dall’inizio della guerra: un cadavere travestito da soldato caduto in battaglia con in dote informazioni dello Stato Maggiore inglese, apparentemente segretissime, in realtà fasulle e fuorvianti. Nel 1939 c’era anche questo stratagemma tra i 50 punti della nota rivelata da Operation Mincemeat e controfirmata dall’ammiraglio John Godfrey, direttore dell’Intelligence della Marina britannica. Godfrey però ne fece redarre buona parte al suo assistente personale, il comandante Ian Fleming, demiurgo nel 1952 dell’agente segreto più famoso della letteratura che, tra l’altro, in Bond plasmò il direttore del Secret Intelligence Service ”M” proprio sulla figura del superiore Godfrey.
Nel 1943 l’Intelligence britannica decise di passare all’azione. Il piano, segretissimo e conosciuto solo da venti britannici, passa nelle mani del capitano della Raf Charles Cholmondeley e del comandante Ewen Montagu - che poi nel 1953 racconterà la storia in The Man Who Never Was. I due, come ricostruisce con documenti inediti l’ultimo libro di Macintyre, inventarono dal nulla l’identità fittizia del soldato-cavallo di troia da scaricare nelle acque spagnole al largo di Huelva (praticamente monitorate dai nazisti), donandogli una vita mai vissuta: amori, documenti, un conto in banca, un avvocato, persino il vizio del fumo e il credo cattolico. Il tutto affinché i nazisti non nutrissero il minimo dubbio. Il cadavere da utilizzare per questa farsa venne scelto in un obitorio di Londra: era quello dell’anonimo gallese 34enne Glyndwr Michael. Che divenne il fantomatico capitano della Marina William ”Bill” H.N. Martin.
Al suo corpo in divisa, scaricato nelle acque iberiche con un sottomarino il 30 aprile del ’43, venne allegata una cassetta. Che includeva un biglietto dell’autobus usato, francobolli, una croce, chiavi eccetera ma, soprattutto, una lettera riservatissima di Sir Archibald Nye, sostituto capo dello stato maggiore imperiale inglese, nella quale si accennava ad un attacco alleato sferrato da Tunisia, Egitto e Libia non alla più ovvia Sicilia, bensì a Sardegna e Grecia. Tutto falso, ovviamente. Ma, recuperati corpo e cassetta, i tedeschi ci cascarono. E trasferirono rinforzi e tre divisioni Panzer in Grecia, Sardegna e Corsica, indebolendo decisamente il fronte russo e confondendo le strategie anche a Mussolini, che voleva proteggere la Sicilia. Non solo. Oltre all’invasione siciliana facilitata, ”Bill” Martin lasciò così il segno che due giorni dopo lo sbarco in Normandia i tedeschi scoprirono, in un’imbarcazione ”Lct” abbandonata sulle rive francesi, documenti segreti degli Alleati sui loro successivi obiettivi sensibili in Europa. Questa volta le informazioni erano vere, ma i nazisti, con il brutto tiro subito in Spagna ancora caldo, le giudicarono fatalmente false.

Antonello Guerrera, Il Riformista 16/1/2010