Gianni Barbacetto, il Fatto Quotidiano 21/1/2010;, 21 gennaio 2010
FORMIGONI? INELEGGIBILE
Roberto Formigoni si avvia verso la vittoria elettorale che lo incoronerà presidente della regione Lombardia. Per la terza (anzi quarta) volta. Così dicono i sondaggi, che non danno molte speranze al suo principale concorrente, Filippo Penati del Pd. Ma siamo sicuri che si possa essere presidenti di regione per tre (o quattro) mandati? La legge numero 165 dice di no. Non si possono fare più di due mandati consecutivi. Lo sostengono alcuni giuristi, tra cui la professoressa Margherita Raveraira dell’Università di Perugia: ”Sin dal 2004, quando ancora non era concluso il primo mandato dei presidenti eletti a suffragio universale e diretto, la legge statale (n. 165) ha stabilito, con precetto preciso e vincolante per le regioni, il divieto di tre consecutivi mandati. Essendo stato eletto già nel 2000 e nel 2005, Roberto Formigoni non è dunque più rieleggibile”. Conferma questa tesi anche il professor Vittorio Angiolini dell’Università di Milano, che ha firmato un articolato e argomentato parere giuridico, steso dietro richiesta di Giuseppe Civati, consigliere regionale ed enfant prodige del Pd milanese. Formigoni, a dirla tutta, è stato presidente della Lombardia già tre volte, perché lo era anche tra il 1995 e il 2000: ma quel mandato non si conta, perché a eleggere il presidente allora era il Consiglio regionale. Solo dal 2000 è scattata l’elezione diretta. Se ora la legge dice: no al terzo mandato, dov’è il problema? Come al solito, ci si divide sull’interpretazione della legge. Formigoni sostiene che i mandati si contano escludendo anche il primo in cui è stato incoronato dall’elezione diretta, quello del 2000, perché la legge 165 è del 2004, quando il mandato era già in corso. Ne è convinto anche il professor Stefano Ceccanti, secondo cui i due mandati presidenziali consecutivi, a cui conseguirebbe il divieto di rielezione immediata, andrebbero calcolati a partire da quelli svolti dopo l’entrata in vigore della legge 165 del 2004. Cioè, interpreta Ceccanti, ”dal turno elettorale del 2005, tale per cui i rieletti nel 2010 troveranno una effettiva incompatibilità soltanto a partire dal 2015”. Angiolini smonta questa tesi con dotti argomenti giuridici. E ribadisce: Formigoni ha già fatto due mandati con elezione diretta, nel 2000 e nel 2005, dunque è ineleggibile per legge. Nella sua stessa situazione ci sono due presidenti di regione: Giancarlo Galan (Veneto) e Vasco Errani (Emilia-Romagna). Il primo (Pdl) è già stato fatto fuori dalla Lega, che vuole un suo uomo alla guida di una grande regione del nord-est. Il secondo (Pd) sarà invece ricandidato ed è uno dei pochi concorrenti del centrosinistra sicuri della vittoria. Questo fatto finisce per influire anche su Formigoni: pochi a Roma, anche a sinistra, hanno voglia di sollevare il problema per la Lombardia, con il rischio di azzoppare anche il cavallo vincente in Emilia. Così Formigoni il Celeste procede a passi sicuri verso le elezioni, incurante delle tante inchieste giudiziarie che mettono sotto accusa i suoi uomini e la sua gestione del potere. Figurarsi se si cura di quelle che considera solo astrusità giuridiche. Tra breve prenderà possesso del nuovo grattacielo milanese (il ”Fo r m i g o n e ”) che diverrà la sede della regione e la piramide che consacrerà il suo potere nei secoli dei secoli. Amen.