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 2010  gennaio 21 Giovedì calendario

TOYOTA A CACCIA DI LITIO IN ARGENTINA

L’arrivo di un partner d’eccezione ha fatto volare ieri alla borsa di Sydney le quotazioni della piccola Orocobre, il cui progetto di punta è lo sfruttamento del carbonato di litio contenuto nel Salar de Olaroz, in Argentina. Il 25% del progetto è stato rilevato per una cifra stimata tra 100 e 120 milioni di dollari da Toyota Tsusho, la trading company controllata al 21,8% dal numero uno mondiale dell’auto. Su Orocobre l’effetto è stato immediato, tanto da far chiudere gli scambi al record storico di 1,85 A$, in aumento del 32,4% rispetto al giorno precedente. La notizia non ha assolutamente influito sul titolo Toyota a Tokyo, ma ha assicurato alla società buona parte del litio che si renderà necessario per l’espansione dell’auto ibrida, a trazione elettrica e a benzina.
«Quando questo tipo di veicolo sarà di massa – ha commentato Yoshihiko Tabei, analista di Kazaka Securities – il problema sarà in effetti proprio quello di assicurarsi il materiale necessario per produrre le batterie». Oggi il modello Prius utilizza idruro di nickel, ma il futuro dovrebbe condurre su batterie a ioni litio.
Un futuro molto vicino, se si pensa che Toyota conta per il 2011 di raddoppiare i volumi del 2009, arrivando a un milione di vetture ibride.
Lo sviluppo di Olaroz dovrebbe richiedere investimenti per quasi 100 milioni di dollari e il litio estratto promette costi relativamente bassi, anche se lo studio completo sarà concluso solo in settembre.
Il litio oggi rappresenta il 5% del costo di una batteria per auto o per laptop, ma il suo mercato potrebbe conoscere un’espansione violenta,salendo in 5 anni di 90 volte in volume. L’interesse di Toshiba,Hitachi, Nec, Panasonic, Sanyoe Sony lo testimoniano.
Per un’auto servono circa 12 kg di carbonato di litio, la cui produzione mondiale oggi non supera le 80mila tonnellate annue. L’Argentina è già uno dei grandi produttori, ma la palma spetta al Cile, mentre le riserve più consistenti, ancora non sfruttate, sono nel Salar de Uyuni, in Bolivia.