LUISA GRION, Repubblica 21/1/2010, 21 gennaio 2010
FOTOGRAFATE DUE MILIONI DI CASE FANTASMA COSì IL FISCO SCOPRE GLI EVASORI DALL’AEREO
Sono lì in bella mostra, con tanto di tetti luccicanti al sole e giardini fioriti. Viste dall´alto comode e belle per chi ci abita, viste dal Fisco inesistenti. Il fenomeno non è nuovo: in Italia ci sono migliaia di case non denunciate, non catalogate, non tassate, sulle quali nessuno versa un euro di rendita catastale. La novità è che da un paio d´anni a questa parte l´Agenzia del Territorio ha deciso di stanare queste abitazioni «fantasma», fotografandole dall´alto e bussando poi, porta a porta, per fare cassa. E tali investigazioni, nel 2009, hanno fatto entrare quasi 900 milioni nelle casse dello Stato, il 60 per cento in più rispetto ad un anno fa.
D´altra parte, in tempi di «Google map», di mondo visto dall´alto, e di tecnologia sempre più sofisticata, nascondere una casa dovrebbe essere un´operazione quasi impossibile. Nei fatti non è così visto che - tracciando il bilancio di questa lotta all´evasione costruita su mura e mattoni - Gabriella Alemanno, direttore dell´Agenzia stessa, ha precisato che fra il 2007 e il 2009 sono stati scovati oltre due milioni di fabbricati non dichiarati, di cui 570 mila solo nell´ultimo anno. Di questi 479.227 sono già accatastati, assicurando un recupero per 234 milioni in rendita catastale.
Ma oltre ai fabbricati fantasma completamente in nero è lunga anche la lista delle costruzioni «dimezzate» e «svalutate». Il resto delle rendite recuperate deriva infatti da immobili rurali trasformati in ville (86 milioni); fabbricati denunciati, ma con una «classe» più bassa rispetto a quella reale, tenendo nascosti i lavori effettuati e il conseguente aumento di valore, come la realizzazione di ascensori (72 milioni); case rivalutate a causa del riclassamento delle aree di cui fanno parte, magari per la realizzazione di nuove strutture (52 milioni); terreni trasformati in aree produttive (60 milioni); fabbricati che risultavano in costruzioni quando invece sono già completati da tempo (230 milioni); negozi che prima sfuggivano al fisco perché inquadrati in aree non soggette a imposizione come le stazioni o i porti (163 milioni).
Un tesoro nascosto costruito sulle bugie totali o parziali che riserverà altre sorprese, perché - a detta delle stessa Agenzia del Territorio - i risultati potrebbero essere ben maggiori se i Comuni e gli enti locali collaborassero con maggiore impegno. Il resoconto dell´Agenzia, infatti, mostra come lo scambio di informazioni tra i diversi livelli sia ancora scarso. Nel corso del 2009 soltanto 110 comuni hanno interagito con l´Agenzia e appena 600 fra le segnalazioni d´«incoerenza» hanno determinato un adeguamento della posizione e quindi della rendita catastale. In tempi di federalismo fiscale, un atteggiamento poco incoraggiante.