Stefano Feltri, Il Fatto Quotidiano 20/1/2010;, 20 gennaio 2010
ECLISSI DI ”SOLE” IN FORMATO TABLOID
Forse la soluzione sarà il formato tabloid. Il Sole 24 Ore, primo quotidiano economico d’Italia, attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia recente. Non soltanto dal punto di vista dei bilanci, ma anche: nei primi nove mesi dell’anno la pubblicità è crollata del 25,9 per cento, il titolo della società editoriale è passato dagli oltre 5 euro della quotazione nel 2007 agli 1,9 attuali, secondo le ultime rilevazioni le vendite sono scese dell’11,7 per cento tra ottobre 2008 e ottobre 2009. Per questo il quotidiano della Confindustria sta studiando il passaggio al formato tabloid (quello più piccolo che usa, per esempio, il principale concorrente Milano Finanza). E’ un progetto in fase di studio, top secret nei suoi dettagli, che ancora deve superare il test di gradimento degli inserzionisti pubblicitari (riducendo la dimensione si tagliano i costi della carta ma si rischia di incassare meno dalla pubblicità) e dei lettori. Forse il rilancio partirà proprio dal tabloid che, si mormora, dovrebbe essere annunciato in concomitanza con uno dei principali eventi confindustriali dell’anno, forse proprio all’assemblea annuale che si tiene a Roma in maggio. Per allora ci sarà anche il nuovo amministratore delegato del gruppo: il nome di chi siederà sulla poltrona che fu di Claudio Calabi è uno dei misteri più discussi dei salotti della finanza milanese. Si parla del consulente del governo Francesco Caio (oggi banchiere d’affari a Nomura) o di Giorgio Valerio, che sta in Rcs. Intanto, però, il Sole si prepara a dichiarare lo stato di crisi, manca soltanto il via libera del ministero del Lavoro che dovrebbe arrivare nel giro di qualche gior no. CRISI O QUASI. Un quotidiano in stato di crisi non può fare nuove assunzioni, ma nelle scorse settimane il direttore Gianni Riotta ha annunciato alla redazione un acquisto di peso, quello del vicedirettore esecutivo del Fog l i o Daniele Bellasio, che arriverà per occuparsi di multimedialità. Nei corridoi di via Monterosa, nel palazzo disegnato da Renzo Piano, la nomina è stata messa in relazione ai commenti di Riotta nelle riunioni di re d a z i one, che ha spesso fatto capire di app re z z a re la politica fatta ”in stile Foglio” e in tanti pensano quindi che Bellasio possa transitare dal sito web per poi arrivare a un ruolo di responsabilità per le pagine politiche. Anche se il direttore non ha ancora ufficializzato la cosa, ai giornalisti del Sole risulta che insieme con Bellasio dovrebbe arrivare anche l’ex corrispondente del Fog l i o dall’America, Christian Rocca. Finora Riotta non aveva fatto una grande campagna acquisti: ha tolto a Riccardo Chiaberge la direzione del dorso domenicale (al suo posto Giovanni Santambrogio, considerato vicino a Comunione e liberazione), ha firmato d’intesa con il comitato di redazione le lettere di assunzione per alcuni precari e ha preso al R i fo rmista l’editorialista Andrea Romano e alla Stampa M iguel Gotor. I due storici sono tra gli intellettuali più attivi della fondazione Italia- Futura (Romano ne è il direttore scientifico) di Luca Cordero di Montezemolo. E chi osserva le evoluzioni del Sole c ome uno specchio di quelle dei rapporti dentro la Confindustr ia aveva visto in queste scelte il tentativo di Riotta di mantenere una continuità di rapporti con la presidenza precedente, quella Montezemolo. Adesso sembrerebbe arrivato per Riotta il momento di dare un’i m p ro n t a più personale al giornale e di rimarcare anche che non si considera già in uscita come vorrebbero i rumors che si ascoltano da settimane (c’è chi lo vede già negli Stati Uniti a fare l’editor ialista della Stampa, con il viatico di Montezemolo). IL GOVERNO. Riotta è rimasto scottato dalle reazioni che ci sono state alla sua scelta di Giulio Tremonti come uomo dell’anno in campo economico. Non ha gradito le fughe di notizie su come all’ultimo momento abbia rovesciato la decisione (doveva essere Sergio Marchionne, al terzo posto sempre l’editore del Sole, Emma Marcegaglia). C’è chi ha visto nel premio e nella lunghissima intervista di sabato scorso un tentativo del Sole di stabilire un rapporto più cordiale con Tremonti che, da via Monterosa, molti indicano come la fonte di scoop recenti della concorrenza, cioè Milano Finanza (pare che origine del malumore verso il Sole siano soprattutto i servizi di Isabella Bufacchi, cronista molto preparata ma non amata dal ministro). Emma Marcegaglia ha avuto rapporti altalenanti con il governo: qualche mese fa Claudio Scajola la definiva un ”cor vo” per le previsioni cupe del centro studi di Confindustria sulla crisi, rilanciate dal Sole. Gli osservatori delle dinamiche tra viale dell’A s t ro n omia (Confindustria) e via Monterosa sostengono però che qualcosa stia cambiando e che, nella contrapposizione interna al governo tra tremontiani e antitremontiani la Marcegaglia e il Sole abbiano scelto ormai con chiarezza da che parte stare. In questa nuova fase la presidente degli industriali avrà anche un nuovo responsabile della comunicazione. L’ex numero uno dell’ufficio stampa confindustriale, Vincenza Alessio, è andata a coordinare quello del sottosegretario Paolo Bonaiuti. Al suo posto un giornalista del quotidiano, Roberto Iotti, l’ex capo dell’Economia. E quest’u l t ima nomina è stata letta con un certo disagio da chi teme che il quotidiano si stia schiacciando troppo sull’azionista: c’è chi a via Monterosa dice che così si preparano ”conflitti di interesse potenziali”.