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 2010  gennaio 21 Giovedì calendario

Patrizio Mery

• 1976 (~) Il 18 maggio 2005 a Casatenovo (Lecco) uccise il figlio Mirko, di 5 mesi (condannata a 14 anni e 6 mesi) • «[...] quando gli agenti entrarono nell’appartamento di Mery [...] trovarono il piccolo annegato nella vasca da bagno. Ucciso. [...] Mery stava male, era depressa, ma capiva quello che stava facendo. Quella sera [...] sapeva che stava uccidendo suo figlio. Così è arrivata la condanna [...] A pesare su Mery sono stati alcuni dettagli, come qualche sigaretta e del nastro adesivo. Sì, proprio così, piccole cose che però l’avrebbero tradita. La donna - che, come il marito, non fuma - secondo l’accusa aveva comprato delle sigarette per lasciarle in casa e depistare gli investigatori spingendoli sulla falsa pista della rapina finita male. Non solo: la sera del 18 maggio Mery Patrizio si trovava sola in casa quando uccise il figlio. Così avrebbe preparato tutta la messinscena, si sarebbe legata le mani con il nastro adesivo per simulare un’aggressione. Ma subito troppi dettagli non convinsero gli investigatori che dopo pochi giorni puntarono dritti sulla madre. E Mery, al termine di un drammatico interrogatorio, ammise tutto. Ma proprio quei gesti compiuti per creare una falsa pista hanno convinto il giudice che il delitto sia stato preparato. Che si tratti, insomma, di un omicidio volontario» (Ferruccio Sansa, ”la Repubblica” 18/5/2006) • «[...] Bella, taglio alla moda, look accattivante. Sguardo dolce e malizioso, nello stesso tempo. La gioia dei piccoli manager dello spettacolo incaricati di riempire posti in platea con facce interessanti. Ne approfitta la giovane mamma di Casatenovo che ha le carte in regola per fare la figurante. Lineamenti regolari, mani curate, piedi affusolati. Particolari necessari per buone inquadrature sul pubblico e per riprendere dettagli del corpo e del volto. Per lei è un lavoro divertente e anche remunerativo. Più soldi in tasca senza compromettere l’impiego da dipendente: commessa in una panetteria di Arcore. Un part time che le lascia il tempo di integrare lo stipendio. Soprattutto nella prospettiva di comprare una nuova casa. E poi c’è la vanità da tenere a bada. Di ragazza carina e pure sveglia, che nella vita può fare di più che vendere michette. Come le presenze in tv: la soluzione migliore per lei. E, tra conoscenze e passaparola, qualche anno fa è saltato fuori un amico fotografo disposto ad aiutarla. Subito Maria si mette in posa. Cambia abiti e atteggiamento. Da ragazza di provincia si trasforma in gatta affascinante. Tira fuori grinta e audacia. Quanto basta per bucare l’obiettivo. Così fa i primi passi in televisione. Bionda, aggressiva ma non troppo, è la bellina della porta accanto. Si vede in trasmissioni come ”Il milionario” di Gerry Scotti. Lei seduta tra il pubblico. Famiglia e amici a contemplarla da casa. Orgoglio per le piccole partecipazioni, ma soprattutto gratificazione per essere pagata. E tanto le basta. Perché Maria non è la modellina che cerca successo. Non pensa ai calendari e non frequenta posti per conoscere artisti. Da un lato la voglia di apparire. Dall’altro il desiderio di casa, famiglia, sicurezza. Così la descrive l’amica del cuore, la dirimpettaia confidente per la quale, apparentemente, non ha alcun segreto. [...]» (Grazia Maria Mottola, ”Corriere della Sera” 26/5/2005).