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 2010  gennaio 21 Giovedì calendario

Brown Scott

• Wakefield (Stati Uniti) 12 settembre 1959. Politico. Repubblicano. Nel gennaio 2010 la sua sorprendente elezione al Senato (suplettive nel Massachusetts, feudo democratico) tolse al partito del presidente Barack Obama la maggioranza qualificata (60/100) che consentiva di evitare l’ostruzionismo dell’opposizione alla riforma sanitaria • «[...] Brown ha impostato la campagna su temi nazionali, attaccando la riforma sanitaria e l’assistenza universale come un esempio dello ”statalismo” di Obama che rovina i conti pubblici e crea le premesse di una stangata fiscale sul ceto medio. [...]» (Federico Rampini, ”la Repubblica” 21/1/2010) • «[...] perfetto sconosciuto al pubblico nazionale [...] era considerato assolutamente spacciato. La favorita era l’attorney general statale, Martha Coakley, una fedele associata al clan kennediano. La sua elezione era così sicura che Coakley aveva quasi smesso di fare campagna elettorale, una volta vinte le primarie democratiche. Senonché è arrivato [...] Brown. Il suo curriculum è perfetto, pare creato da un brillante sceneggiatore di Hollywood. Laureato in legge, di bell’aspetto, con trent’anni di servizio nella National Guard. Tenente colonnello dell’esercito, triatleta e ”signor mamma” rispetto all’impegnatissima moglie, la giornalista televisiva di Boston Gail Huff. Una delle due figlie della coppia è stata semifinalista 2006 ad ”American Idol”, il più popolare talent show televisivo d’America. Il quadro cinematografico ha una sola macchia: un doppio paginone di Cosmopolitan del giugno 1982 che lo ritrae completamente nudo, fatta eccezione per le parti intime. Brown era stato scelto come ”uomo più sexy d’America” dal leggendario magazine femminile diretto da Helen Gurley Brown (non parente). Brown aveva 22 anni, frequentava Legge al Boston College e posava per raccattare qualche dollaro per pagarsi gli studi. Nell’intervista mostrava anche il suo lato politico, autodefinendosi ”patriota”. [...] Fino al 2004 era favorevole alla sentenza della Corte Suprema Roe contro Wade, quella che nel 1973 ha liberalizzato l’aborto. Militanti antiabortisti come l’ex senatore della Pennsylvania Rick Santorum non glielo perdonano, malgrado ora le sue posizioni su diritti delle donne e cellule staminali siano perfettamente in sintonia con i gruppi antiabortisti. La grande novità, però, è quella del sostegno che Brown riceve dai Tea parties, i gruppi ribelli, populisti e iperconservatori noti [...] per le battaglie interne alla Right Nation a favore della salvaguardia della purezza ideologica dei candidati repubblicani. Questa volta hanno deciso che il seggio di Kennedy e il sessantesimo seggio al Senato sono troppo importanti per il paese e si sono mostrati disponibili al compromesso pragmatico puntando apertamente su Brown, ”un Jfk repubblicano”, malgrado non sia il candidato dei loro sogni. [...]» (Christian Rocca, ”Il Foglio” 19/1/2010).