Clive Cookson, Financial Times, Internazionale 15/21 gennaio 2010, 21 gennaio 2010
IL POTERE DEL TEMPO
Manomettere la scansione delle ore è un preciso gesto politico. Nel 1793 la Francia rivoluzionaria impose un sistema decimale, con il giorno suddiviso in dieci ore da cento minuti ciascuna, che durò appena 12 anni prima che Napoleone reintroducesse l’orologio tradizionale da 24 ore di sessanta minuti nato nell’antico Egitto a Babilonia. Nel 1949 Mao Zedong sostituì i cinque fusi orari della Cina con uno solo, per ribadire il controllo centrale del partito comunista. Il sistema dura tuttora, ma se gli abitanti dell’ovest del paese rispettassero davvero l’orario ufficiale passerebbero al buio la maggior parte delle mattin invernali.
L’intervento più recente è del presidente russo Dmitrij Medvedev, che nel novembre del 2009 ha proposto di ridurre a quattro gli undici fusi orari del paese per migliorare l’efficienza economica. La differenza oraria tra Mosca e l’estremo oriente della Russia è considerata un freno: gli uffici di Vladivostok sono aperti al massimo per le prime due ore di lavoro della capitale. Il cambiamento proposto da Medvedev, però, non sarà semplice. «In un paese così grande causerebbe inevitabilmente un enorme scarto tra i ritmi di vita delle persone e quelli naturali», spiega Andrej Panin della facoltà di Geografia dell’università statale di Mosca. «L’orologio biologico dipende dal ciclo naturale di luce e buio e prevarrà sempre su quello ufficiale», sostiene Russel Foster dell’università di Oxford, che spiega quanto siano dannosi per la salute i fusi orari artificiali in cui il mezzogiorno dell’orologio è di oltre due ore avanti o indietro rispetto a quello solare.
Till Roenneberg e i suoi colleghi dell’univeristà Ludwig-Maximilians di Monaco hanno eseguito lo studio più completo sul "jet lag sociale" causato dallo sfasamento tra orologio biologico e orologio esterno. «I nostri risultati indicano chiaramente che il ritmo circadiano dipende dal tempo solare e non da quello sociale», dice. Gli studi del professor Roenneberg in Germania e in India dimostrano che nella zona occidentale di uno stesso paese le persone seguono una tabella di sonno, veglia e pasti in media più avanti di diversi minuti rispetto a quella della zona orientale. Viaggiando in Europa verso ovest, l’ora dei pasti si sposta in avanti raggiungendo il picco massimo in Spagna, dove di solito la cena comincia alle 21.30. In Portogallo, dove l’orologio segue l’ora di Greenwich, la cena è un’ora prima rispetto alla Spagna secondo l’orologio, ma alla stessa ora secondo il sole.
L’ora legale - orologi in avanti in primavera e indietro in autunno per sfruttare la luce del sole nelle sere d’estate - è oggetto di discussioni da quando fu proposta all’inizio del ventesimo secolo. Fu introdotta durante la prima guerra mondiale in gran parte dell’Europa e del Nordamerica per risparimare energia. Secondo Jonathan Betts, esperto del Royal Greenwich observatory: «Gli orologi dovrebbero essere il più vicino possibile all’ora solare per tutto l’anno. Le persone non dovrebbero essere governate dall’orologio. Dovrebbero pote essere padrone della loro vita».